Chi Sono

La mia foto
SE VUOI TORNARE BAMBINO QUI SEI NEL POSTO GIUSTO...ENTRA NELLA PAGINA FAVOLIAMO E SCOPRI PERCHè NASCE QUESTO BLOG! IO SONO ARIANNA E QUELLO CHE AMO FARE è SCRIVERE FAVOLE...PER BAMBINI E PER ADULTI...PERCHè AD OGNI ETà SI PUò SOGNARE! NELL'ARCHIVIO TROVERAI TUTTE LE MIE FAVOLE...ALCUNE SONO A PUNTATE ALTRE NO...TUTTE CONTENGONO UN Pò DI ME....E ANCHE UN Pò DI TE... FAVOLIAMO
"TUTTI I GRANDI SONO STATI BAMBINI, MA POCHI DI ESSI SE NE RICORDANO"(IL PICCOLO PRINCIPE)

giovedì 28 febbraio 2013

CREMINO IL PALADINO

è GIOVEDì ED ECCOCI QUI! L'INIZIO DELL'IMPRESA DI CREMINO SCOPRIAMO E CHE SUCCESSE VEDIAMO!

Così Serafina da nessuna parte si trovava e una sola cosa da fare a Re Riccardo Biscottino restava.
Lui stesso la ricerca della figlia avrebbe voluto iniziare ma l'età sentiva avanzare...
le forze a poco a poco lo abbandonavano e le sue gambe deboli diventavano...più l'abilità non possedeva per intraprendere una tale impresa.
Così il giovane di cui più si fidava a palazzo convocò e Cremino come un fulmine arrivò.
Il re la situazione gli spiegò e tanto quel giovane se ne rammaricò...
Oltre alla fedltà che al suo re lo legava quella fanciulla lui tanto amava...
niente aveva mai detto perchè ne aveva un profondo rispetto.
Sperava un giorno l'avrebbe sposata e per l'eternità l'avrebbe aspettata.
Così quando che era sparita udì mancare per un attimo si sentì!
Il re nemmeno finito aveva di parlare che la missione Cremino era pronto ad iniziare.
L'armatura già addosso aveva e il cavallo predisponeva.
Quel sovrano era disperato e desolato; quel paladino era la sua unica speranza in quella triste circostanza.
Da dove cominciare? Da che parte andare?
Re Riccardo Biscottino Cremino congedò e la sua benedizione gli donò...
Ma non appena quel paladino partì il re  mancare si sentì....e se non fosse con sua figlia tornato? come lo avrebbe sopportato?
Era davvero un'impresa pericolosa che avrebbe potuto affrontare solo un'anima valorosa.
Di Cremino tanto si fidava ma comunque disperava.
Nelle sue stanze fu portato e dai medici di corte attorniato...di stare a riposo gli raccomandarono e di curarlo cercarono...
Il re però non si calmava tutto tremava e solo riveder sua figlia desiderava.
Nemmeno un pò riusciva a riposare e solo il peggio ad immaginare...Serafina tra enormi pericoli vedeva e il pianto lo vinceva.
Giulia Degli Orti intanto contenta se ne stava e l'annuncio della morte della fanciulla con trepidazione aspettava.
Solo lei il re avrebbe consolato e quel trono a lei sarebbe toccato; del resto l'età di lui avanzava e quel forte dolore alla morte lo approssimava...sarebbe l'unica regina del reame diventata e da tutti sarebbe stata rispettata.
Cremino intanto nella radura si lanciava e che fare pensava.
Verso la casa delle fate andava e di arrivarvi al più presto sperava.
Verso sera giunse lì e picchiò forte alla porta così.
Ad aprire venne Morgana che era delle fate la più anziana.
Cremino assai bene la conosceva e tanta fiducia in lei aveva...già in altre imprese lo aveva aiutato e quel paladino le era immensamente legato.
"Che ci fai Cremino qui dimmelo presto presto così! che cosa è accaduto? Ti vedo assai dispiaciuto!"
"Morgana Serafina è svanita e nessuno sà dove sia finnita!!
Dove ritrovarla potrò, dimmelo! Qualunque cosa affronterò!
Sai che di quella fanciulla son da sempre innamorato e ora sono disperato...ad ogni costo la devo salvare e da suo padre la voglio riportare".
"Entra Cremino e vediamo che posso fare per te coraggioso paladino"
Dentro Morgana a Clementina e Cristina l'accadutò raccontò e con le colleghe una soluzione a trovare provò.
La sfera di cristallo consultarono e a lungo la scrutarono.
Poi Morgana Cremino guardò e così gli parlò: "Serefina un orco via se l'è portata e in un enorme pericolo è incappata. Giulia Degli Orti del male le vuole fare ma di più non ti posso rivelare. L'orco nella sua grotta la sta conducendo e per boschi sta andando. Raggiunger sulla montagna della Morte lo dovrai e forse a recuperare la tua amata in tempo riuscirai!
Vai e comincia a cavalcare in fretta devi fare! La ucciderà se qualcuno non la salverà!!!! Sei appena in tempo qui arrivato poichè a breve fuori dalla radura sarebbe stato e allora più la nostra sfera non lo avrebbe individuato!
Un'ultima cosa ti devi ricordare! é necessario per te un folletto trovare! Grande aiuto ti saprà dare!
Spero Cremino di poterti riabbracciare e il tuo successo festeggiare!"
Il paladino le fate salutò e in groppa al cavallo saltò!
Bene non sapeva dove andare e il suo cuore provò ad ascoltare.
La notte avanzava e il nostro eroe verso Est cavalcava...

E DOVE CREMINO ANDò? IL FOLLETTO TROVò?
DOMANI IN PARTE VE LO SVELERò!
:)

mercoledì 27 febbraio 2013

CREMINO IL PALADINO

ANCOR DI UN PALADINO VI VOGLIO RACCONTARE MA QUESTA VOLTA ALLA CORTE DI RE RICCARDO BISCOTTINO DOBBIAMO ANDARE!
SIETE PRONTI A COMINCIARE?
ORECCHIE, ATTENZIONE E TANTA CONCENTRAZIONE!
NEL MEDIOEVO NON CI SI PUò RECARE SENZA IL CORAGGIO CON Sè PORTARE!

Era all'epoca un reame invidiato e da tutti lodato quello di Re Riccardo Biscottino che aveva tra i suoi il più fiero paladino: sto parlando di Ser Cremino!
Paura non conosceva, nulla temeva...un bimbo fifone era stato ma poi più coraggioso di un leone era diventato.
A credere in sè il suo maestro gli aveva insegnato e da quando la aveva imparato nessuno mai lo aveva fermato!
Certo non solo un'avventura gli capitò ma tante e tante ne affrontò!!
Io però ho per adesso questa storia a disposizione e spero mi regalerete la vostra attenzione...
Vi prometto però che di trovarne altre non mancherò...
Intanto per questa settimana quest'avventura vi può bastare poichè tanti pericoli Cremino dovette affrontare.
Vi dicevo che quel reame era sereno senza nel cielo  neppure mai un baleno...
Un dì però la disgrazia peggiore che si potesse immaginare a Re Riccardo Biscottino toccò e di esser senza scampo pensò...
Aveva quel sovrano una figlia adorata la cui bontà era da tutti lodata: Serafina si chiamava e il suo papà adorava!
Re Riccardo vedovo si era ritrovato e una malefica donna aveva sposato: era Giulia Degli Orti amante di tutti i torti.
La più crudele creatura che avesse oltrepassato la radura che il villaggio circondava e che nessuno volentieri oltrepassava.
Aveva coi suoi sortilegi probabilmente Re Riccardo Biscottino stregato e se l'era accaparrato.
Quella matrigna per Serafina invidia provava e mal la tollerava; suo padre era a quella figliola troppo legato e il reame a Giulia non avrebbe mai lasciato.
Ma quella donna senza ritegno non amava lui ma il suo regno e nell'ombra tramava e sordidi piani architettava.
Quella fanciulla andava fatta sparire e se possibile perire! Così la regina a tutti gli effetti sarebbe diventata, del marito si sarebbe sbarazzata, il reame nelle sua mani avrebbe avuto e il potere più assoluto.
Vi garantisco mie piccoli lettori che mai una donna più feroce troverete anche se tanto cercherete!
Giulia Degli Orti un piano aveva quindi ideato e con cura lo aveva architettato.
La sera che la tragedia precedeva una pozione prendeva e nella minestra di Serafina la poneva.
Quella fanciulla nulla sospettò e tutta la cena mangiò.
Ma poi tanta stanchezza provava e suo padre salutava...
Al letto fece appena in tempo ad arrivare che in un sonno immenso si sentì sprofondare...
Era il sortilegio riuscito e ciò era a Giulia assai gradito!
Intanto quella farabutta aveva un gigante suo complice convocato e che fare gli aveva spiegato: "Zannadi tigre sei avvertito questo piano non voglio veder fallito; altrimenti ti distruggerò e sai che  lo farò...dei miei poteri conosci le potenzialità usa attenzione a volontà! La fanciulla  nella tua caverna devi portare perchè nessuno la possa trovare...per diversi giornni dormirà e farai in tempo ad arrivareb con lei là...se riuscirai a di lei sbarazzarti assai bene saprò ricompensarti...in pasto a cinghiali la potrai dare o in un fiume gettare ma lontano da questo reame lo dovrai fare altrimenti le fate del bosco ti individueranno e coi loro poteri ti troveranno.
Cremino il paladino potrebbe a loro domandare e poterti con facilità trovare...allora la fine per noi potrebbe arrivare...non possiamo rischiare! Mi hai capito???? Fai che il tuo operato  mi sia gradito!"
Zannaditigre tremava poichè s'eppur grande e grosso la magia lo spaventava...quella era una donna crudele e potente dalla forza sorprendente!
Nella stanza di Serafina di nascosto lo fece entrare e ancora una volta il piano ricominciò a spiegare.
Il re intanto pesantemente riposava e nulla di ciò che accadeva sospettava.
Serafina in spalla al gigante veniva caricata e via in silenzio portata...

La mattina quel buon padre a svegliare la figlia sirecò ma udite udite il letto vuoto trovò....
Alte grida gettò!
Dov'era finita Serafina? e se qualcuno l'aveva rapita?
Folle di disperazione per il castello la cercava ma in nessuna stanza la trovava...era nel nulla svanita, chissàdove sparita!!!
Re Riccardo Biscottino Giulia Degli Orti chiamò e se sapesse qualcosa le domandò...quella sciagurata mentì e disse di non sapere dove fosse quella fanciulla lì...
Si finse persino dispiaciuta e dal povero Re fu creduta...

Ma ora che fare? dove Serafina cercare?

è UNA FAVOLA A PUNTATE E VOI ASPETTATE!
:)

martedì 26 febbraio 2013

FRUSCH E L'OSPEDALE DEI PELUCHES

ECCO COSA A FRUSCH IN QUELLA STANZA CAPITò E COSA DA QUELL'AVVENTURA ALL'OSPEDALE DEI PELUCHES IMPARò...

Frush col dottor Millesorrisi quella porta varcò e tantissimi altri peluches dinanzi si trovò.
Tutti di essere visitati aspettavano e speranzosi sembravano.
Nessuno di loro era terrorizzato o costernato...alcuni per il dolore piangevano ma fiducia nei dottori avevano.
Millesorrisi la testa gli accarezzò e su una seggiolina lo posò: "Adesso qui il tuo turno devi aspettare ma davvero tra poco mi vedrai tornare...ti aggiusterò e da Cristino subito ti riporterò..."
Frusch in silenzio restava e di tremare non cessava.
Mentre lì aspettava gli altri con paura scrutava.
Un ippopotamo con un fiocco su un dente gli si avvicinò e così gli parlò e persino un pò sputacchiò; non era colpa sua poverino si era rotto un dentino e perciò a casa gli avevano messo quel fazzolettino. Aspettava di essere curato e ne pareva entusiasmato: "Piacere Poldo mi puoi chiamare! Con chi ho il piacere di parlare?"
"Mi...mmmi...mi chiamo Frusch e sono un ferito peluche..."
"Frusch sono contento di averti conosciuto ma dimmi che ti è accaduto? Sembri spaventato, qui non sei mai stato?"
"No mai mi ci avevano portato e per questo ero grato. Io qui non ci voglio restare mi faranno male stare. Al solo pensiero comincio a tremare e non mi si può consolare...."
"Non essere così spaventato qui puoi solo essere aiutato. Io un sacco di volte ci sono stato e sempre bene mi hanno trattato.
E poi di più ti dirò e forse a restare ti convincerò: se bene ti comporterai alla fine della visita un bellissimo premio riceverai. Leccalecca favolosi e dolcetti strepitosi e caramelle colorate buone come fossero fatate! Dammi retta questo è un bellissimo ospedale e nessuno qui ama far star male. Se potranno di aiutarti felici saranno...Mica senza un braccino vorrai stare se si possono le cose aggiustare!"
Frusch attento a quelle parole stava e le leccornie già si immaginava...forse valeva la pena restare ma come fare la paura passare?
Intanto un'altro peluche si era avvicinato a Poldo e Frusch: "Molto piacere il mio nome è Vermiglio e fino a qualche ora fa ero un felice coniglio! Poi un orecchio mi si è distorto e dal dolore credevo sarei morto. La mia padroncina per fortuna qui mi ha portato perchè potessi essere curato! E tu che racconti? Che dolore affronti? E perchè continui a tremare e non smetti di singhiozzare?"
Poldo in breve la paura di Frusch a Vermiglio spiegò e questi così parlò: "Ma tu non devi paura avere, non c'è alcun motivo di temere; anzi il tuo dolore risolveranno e andar via contento ti faranno; i dottori il male ti faranno svanire e di nuovo potrai gioire! Mi hanno tante volte aiutato e pensa una volta persino dalla spazzatura salvato. Infatti Ciuff il dei vicini mastino mi scambiò per un panino. Tra le sue fauci mi prese e a brandelli mi rese. Lucilla la mia padroncina era disperata poverina poi qui mi portò e Millesorrisi mi aiutò: con amore ogni pezzo mi ricucì e mi rese più sano di prima così! Davvero ti dovresti fidare noi peluches le bugie  non le sappiamo raccontare!"
Frusch era sbalordito per come a tutti quel posto sembrasse gradito.
Intanto Millesorrisi eraa tornato e a lui si era accostato: "Sei pronto piccino? Andiamo ad aggiustarlo questo braccino?"
Frusch non rispose e il muso nascose.
Il dottore con se lo portò e un lungo corridoio attraversò...mentre si allontanava gli altri peluches con una zampina salutava.
Nella sala delle operazioni era arrivato e su un piccolo lettino Millesorrisi lo aveva posato: "Male non ti farò e presto da Cristino ti riporterò... se il bravo farai un premio riceverai"...l'occhietto gli strizzò e ago e filo preparò...
Con cura il braccino incominciò a ricucire e a Frusch non pareva poi tanto di soffrire...quel dottore molto bravo era e tanto impegno ci metteva...
Quell'orsetto nemmeno si accorse che il tempo passava e il lavoro Millesorrisi terminava...
Aveva troppa paura avuto poichè l'ospedale gli era sconosciuto...era come nuovo ora diventato e al dottore era assai grato...
Dolore sentito non aveva e ora in perfetta salute pareva!
Meno male che Cristino lì lo aveva portato poichè si accorse che assai bene lo avevano  curato.
"Sei stato davvero un paziente coraggioso più di un eroe valoroso...hai la tua paura superato e un premio hai meritato...da questa scatola i dolcetti che vorrai prendere potrai così a casa li mangerai!"
Il dottore la scatola aprì e quali meraviglie lì...caramelle e mille golosità da riempirsene la pancia a volontà.
Frusch il premio intascò e Millesorrisi in braccio lo sollevò...
Da Cristino lo riportò e con affetto lo salutò: "Frusch se qui tornerai ormai più paura non avrai...ricordati che gli ospedali ti possono aiutare e meglio far stare...chi ti vuol bene qui fuori ti aspetterà e pronto a riabbracciarti sarà!"
Frusch il dottore tanto ringraziò e stima per quell'uomo provò; lo aveva aiutato e  si era davvero impegnato!!!
A casa con Cristino tornò e dell'operazione felice restò...il braccio era stato perfettamente ricucito e ciò gli era assai gradito.
Cristino tanto lo coccolò e di essere assai fiero di lui gli confidò.
Quella sera Frusch contento si addormentò e all'ospedale dei peluches pensò...quel posto era utile stato e non lo avrebbe più disprezzato...se mai ci sarebbe dovuto  tornare lo avrebbe fatto senza tremare...ormai che vi succedeva lo sapeva e più paura non aveva!!!!

SE ANCHE COME ME TU DEGLI OSPEDALI HAI PAURA PUOI PENSARE CHE A VOLTE SERVE UNA CURA. E MENO BRUTTO DI QUANTO CI POSSA SEMBRARE SI RIVELERà E STAR MEGLIO CI FARà!
COME FRUSCH LA PAURA SI PUò SUPERARE E MAGARI QUALCHE DOLCETTO FARSI REGALARE:)

lunedì 25 febbraio 2013

FRUSCH E L'OSPEDALE DEI PELUCHES

LA STORIA CHE VI STO PER RACCONTARE FORSE VI POTRà AIUTARE! IO DEGLI OSPEDALI HO MOLTA PAURA MA QUALCHE VOLTA SERVE UNA CURA! SENTITE COSA A FRUSCH CAPITò E COSA IMPARò...

Frusch era un piccolo peluche; l'aspetto di un orsetto aveva e assai morbido era.
Il suo padrone Cristino si chiamava e lo adorava, mai un istante lo lasciava.
Era un compagno di giochi perfetto ma aveva ainoi un difetto.
Nel terrore di farsi male viveva poichè gli ospedali assai temeva.
Solo giochi tranquilli voleva fare altrimenti cominciava a frignare.
Cristino che era un vivace bambino a volte si annoiava quel piccino; avrebbe con Frusch voluto correre e saltare e non sempre seduto stare.
Un giorno i due assieme giocavano quandi gli amici di Cristino dalla strada lo chiamarono.
Il bimbo entusiasta fuori si precipitò e l'orsetto per una zampa dietro si trascinò.
Ma nel mentre dalla porta passava una folata di vento vi si inoltrava; la porta di colpo si chiudeva una zampa di Frusch dentro rimaneva; Cristino non se ne accorgeva e per la sua strada persisteva.
A quel punto gridare sentì e guardò verso l'orsetto così...
una zampetta si era strappata e nella porta era rimasta incastrata...così ora a Frusch un arto mancava e forte strillava...
Come piangeva quel piccolino e che fare non sapeva Cristino....lo provò a coccolare ma non lo riusciva a curare.
La zampina raccolse e un quesito si porse: " E ora che fare? Dove potrò Frush portare?"
Gedeino amico di Cristino suggerì un'idea a quel bambino: "Porta Frusch all'ospedale dei peluches...ci ho Raffa la mia giraffa il mese scorso portata e davvero bene l'hanno curata! Il collo si era storta e pareva quasi morta! Ma bravissimi dottori l'hanno visitata e più sana di prima me l'hanno ridata!"
Cristino felice ringraziò e in casa tornò; si doveva una borsina per Frush preparare e all'ospedale andare.
Intanto l'orsetto a più non posso gridava così: "Non mi ci portare lì!!!!! Io ho paura dell'ospedale mi faranno male! Cose brutte mi faranno e assai le mie zampe soffriranno! Non mi fare questo se mi vuoi bene te ne prego Cristino se sei mio amico ciò non conviene!"
Ma Cristino non lo ascoltava poichè davvero lo amava e solo salvarlo desiderava.
Solo all'ospedale lo avrebbero potuto aiutare non era il momento di frignare.
Sulla bicicletta Cristino il suo amico caricò e fino all'ospedale pedalò...
Frusch era terrorizzato e il peggio temeva gli sarebbe capitato...
Un brutto dottore si immaginava mentre un enorme ago nel braccino gli infilava e credeva di sentire altri piccoli peluches gridare e aiuto cercare....Il terrore se ne impossessava e tutto tremava.
Cristino lo accarezzava ma non lo risollevava.
Entrarono nell'ospedale e a Frusch sembrò di sentire ancora più male: " Qui non ci voglio restare!Via Cristino mi devi portare! Mi uccideranno tanto male mi faranno!"
Cristino sospirava e con pazienza ritentava: "Di me ti devi fidare nessuno male ti vuol fare! I dottori ti aiuteranno e la tua zampetta ricuciranno! Questo posto alla fine vedrai se proprio non ti piacerà di certo male non ti farà. A casa guariti torneremo e più felici di prima saremo".
Ma Frusch poco ci credeva e intanto un dottore giungeva.
Non sembrava a vederlo così cattivo e aveva un sorriso giulivo...ma Frusch pensava fosse meglio dall'apparenza non farsi ingannare, dopotutto era un dottore e lo faceva tremare.
Il dottor si avvicinò e a Frusch si accostò...quell'omino gentile sembrava e due tondi occhialini sul naso portava...aveva furbi baffetti e dentini bianchetti...in testa di neri capelli un ciuffetto e un piccolo pizzetto!
"Che cosa a questo orsetto è accaduto? qui è il benvenuto!"
Cristino cos'era successo al dottore raccontò e Frusch gli passò...l'orsetto andare non voleva e verso il suo padroncino l'unico braccino che gli restava protendeva: "Non mi lasciare Cristino! é cattivo questo dottorino! Male mi farà e piangere a volontà!"
Il dottore la testa gli accarezzò e a confortarlo provò: " Io ai peluches male non potrei mai fare! Li voglio solo aiutare! Ti puoi di me fidare! Dal tuo padrone ti saprò riportare! te lo prometto mai ti farei un dispetto! Sono il dottor Millerisi e non regalo pianti ma sorrisi!"
Frusch convinto non era ma che fare poteva? Altra soluzione non aveva...
Cristino ormai in fondo al corridoio vedeva e il dottore in braccio stretto lo teneva...
"Ecco pensava la fine è vicina che brutta mattina!"
Una porta il dottore spalancò e con Frusch in una stanzetta entrò...
E qual meraviglia per quell'orsacchiotto quando uno sguardo a quella stanza gettò di botto...

DI COSA SI ACCORSE QUEL PICCINO? CHE NON GLI AVREBBE MAI FATTO MALE QUEL DOTTORINO?
A GLI OSPEDALI TEMERE RAGIONE AVEVA O INFONDATA QUELLA PAURA ERA?
IMPARò CHE GLI OSPEDALI VANNO APPREZZATI E NON DISPREZZATI O DELLA SUA IDEA RESTò E MAI LI TOLLERò?
DOMANI TORNATE E IL FINALE ASCOLTATE:)

domenica 24 febbraio 2013

CELESTINO E CAMILLINO :)

IN RITARDO SONO ARRIVATA MA SPERO SARò PERDONATA! IL FINALE DELLA STORIA VI STO PER RACCONTARE SIETE PRONTI AD INIZIARE?

Eccoci qui per scoprire cosa successe ai nostri protagonisti in quell'avventura lì.
Celestino si era alla cascina diretto più veloce di un furetto; Camillino invece era ormai alla sua sorte preparato e credeva le fauci di Occhiodibrace non avrebbe scampato.
In Celestino fiducia non aveva poichè la sua pigrizia conosceva....
Mai il suo trono avrebbe abbandonato e a salvarlo si sarebbe precipitato.
E invece stavolta si sbagliava poichè il suo padrone al primo pericolo non tentennava anzi il cavallo più forte spronava.
Quel micino voleva salvare era la cosa più importante da fare!
Tutti i luoghi dalla fata citati aveva attraversati; di pericoli tanti gliene si erano dinanzi parati ma li aveva tutti con estremo valore affrontati.
Lo avessero i suoi sudditi veduto nemmeno ci avrebbero creduto; lupi alle spalle si lasciava, paludi lugubri attraversava.
Nulla lo fermava e davvero un'altra persona sembrava.
Il tempo però amici stringeva e la fine di Camillino incombeva.
Già alcuni giorni eran passati dacchè i nostri amici eran dal destino stati separati.
Camillino enormi toponi ingurgitava e sempre più ingrassava.
Era pronto  per essere mangiato, ci avrebbe giurato.
Occhiodibrace ogni mattina in braccio con violenza lo prendeva e nell'orecchio gli diceva: "Sei ancora magrolino ma tra un pò ci siamo sciocco micino! Ancora qualche topo mangerai e nella mia pancia finirai!"
Camillino di paura tutto tremava e in alcun modo nella salvezza sperava.
Celestino neppure per mangiare si fermava e verso sera dopo giorni di viaggio aalla cascina arrivava...che posto angosciante....davvero disarmante...
E ora come agire? Che piano seguire? Occorreva una strategia ideare per nel fallimento non incappare.
Celestino decise di nascondersi e guardare e poi decidere che fare; che Occhiodibrace usciva di rado notò ma gli orari in cui era fuori di casa si annotò...alle sei del mattio ad esempio nell'orto andava e mezz'oretta ci restava, con le sue verdure parlava e poi dentro tornava.
Quello poteva essere un momento adeguato nel quale Camillino poteva essere salvato.
Celestino avrebbe potuto Occhiodibrace aggredire e magari ferire ma se poteva la violenza evitare preferiva poichè far del male proprio non lo gradiva....
Agire con furbizia la miglior cosa pareva se si poteva.
Così la notte nella radura Celestino passò e l'indomani aspettò.
Non appena Occhiodibrace nell'orto si recò il nostro eroe dalla finestra nella cascina entrò.
E vide Camillino in gabbia povero gattino...assai piangeva e di vederlo assai felice pareva. Ai suoi occhi non credeva la sua pigrizia per lui vinta aveva.
Alla gabbia Celestino si avvicinava e il suo amico a liberare si apprestava; qualcosa però storto andò e Occhiodibrace inaspettatamente rientrò.
Celestino dietro un mobile si nascondeva e persino di respirare temeva!
E ora davvero che fare? Come Camillino salvare?
Occhiodibrace il gattino dalla gabbia sfilò e forte forte lo sbatacchiò; al calderone che bolliva si avvicinò e a gettarvi dentro Camillino si preparò; ma ecco Celestino in difesa del suo gattino dal nascondiglio uscì e un sacco in testa gettò a quello lì...l'orribile cratura fu disorientata e si sentì spaesata; che stesse accadendo non comprendeva e grida emetteva.
Camillino un graffio gli mollò e in braccio a Celestino si gettò...i due fuori corsero a perdifiato e salirono sul cavallo sellato...quando Occhiodibrace dalla cascina infuriato uscì eran già lontani quei due lì! Camillino ancor non ci credeva e la gioia non conteneva.
Quando al villaggio furon tornati tutti li accolsero esaltati.
Da Occhiodibrace era Celestino scampato e tanti pericoli affrontato; il popolo era estasiato e di avere quel re grato!
Nessuno un uomo più valoroso ora poteva trovare e a suo nonno davvero lo si poteva paragonare.
Da queldì non conobbe più timore quel barone lì; il suo gattino lo aveva aiutato e il coraggio aveva ritrovato.
Mai a Camillino una carezza più negò e il suo affetto sempre gli dimostrò.
Fu un sovrano coraggioso con un cuore generoso; il meglio che si  potesse desiderare, come mai nessuno avrebbe creduto potesse diventare.

COSì DUE IMPORTANTI LEZIONI CELESTINO IMPARò E MAI LESCORDò: CREDENDO NELLE PROPRIE POTENZIALITà NON TEMETTE PIù ALCUNA DIFFICOLTà; DI DIMOSTRARE AFFETTO MAI DIMENTICò E IL SUO CAMILLINO PIù NON LO LASCIò.
DOMANI UN'ALTRA STORIA VI RACCONTERò E SPERO DIVERTIRVI VI FARò:)

sabato 23 febbraio 2013

IL BARONE CELESTINO ATTO III

CELESTINO AVEVAM LASCIATO MENTRE ALLA RICERCA DI CAMILLINO SI ERA LANCIATO; E ORA RIPARTIAMO E TEMPO NON PERDIAMO!

Cosa accadeva a Camillino intanto vi voglio raccontare...
Occhiodibrace nel suo covo lo aveva portato e in una gabbietta gettato... un topo vecchio e muffolino come cena gli aveva fornito ma al nostro micino non era gradito.
Abituato alle prelibatezze di Celestino davvero una schifezza era quel topino...ma di fame tanta ne provava e la cena comunque divorava.
Occhiodibrace sghignazzava e già i baffi si leccava: "Sei un pò magrolino sciocco micino...un pò ingrassare ti farò e poi dritto nel mio pancino ti spedirò!"
A Camillino i baffi tremavano e le piccole zampe gli occhi serravano...
Oh come avrebbe voluto che Celestino lo salvasse ma pareva speranza  non vi fosse...
Il barone mai il suo sicuro maniero avrebbe lasciato per salvare quello sventurato!
Si sarebbe almeno della sua assenza accorto? Si sarebbe chiesto se fosse vivo o morto?
Dove fosse finito? se fosse ferito?
Insomma il nostro Camillino si chiedeva se almeno un pò a lui quel barone ci teneva...

Celestino in realtà più di un semplice pensiero per il suo amico aveva avuto senza nemmeno dove fosse aver saputo! In marcia si era messo deciso a raggiungere il successo.
In vita sua mai era stato così risoluto e Camillino sarebbe stato felice se lo avesse veduto.
A quel gattino più della sua vita teneva e per lui l'ozio e la paura sconfiggeva.
Il bosco era scuro e tenebroso e attraversato da un vento spaventoso.
Celestino in realtà tremava ma sconfortarsi non si lasciava e ad arrendersi  neppure pensava!
All'improvviso una luce individuò e Rinaldo verso quella spronò!
Arrivati alla luminosa sorgente videro un prodigio sorprendente...era seduta lì vicina una bella fatina.
"Buondì fanciulla adorata permettete una domanda che spero non sia sfacciata?" così Celestino domandò e la risposta arrivò: "senza temere chiedete, attendere non conviene".
"Chi siete? e perchè lì sedete? Mi potete forse aiutare a il mio gattino ritrovare?"
"Sono la fata Baccadimora e di aiutarvi non vedo l'ora...
me ne stavo sola soletta quì aspettando tornasse la mia collega Clotildì...si è allontanata per un anatema slegare e dovrebbe tra poco tornare...
assieme poi ce ne andremo e nel regno delle fate torneremo...
sei fortunato ad essere in me incappato...
dimmi che posso fare e spero di poterti aiutare!"
"Vorrei saper dove Camillino trovare e se lo potrò a casa riportare...tu questo me lo puoi rivelare?"
"Certo la mia bacchetta magica interrogherò e la risposta ti fornirò"
La fata si concentrò e la bacchetta scintille argentate sprizzò.
Comparve una nuvola di vapore e Celestino fu assalito da  un pò di terrore...nella nube Camillino si vedeva e pure Occhiodibrace si scorgeva...
"Ecco il tuo gattino barone Clementino...nella cascina di quel farabutto è prigioniero tenuto ed invoca invano aiuto...lo potrai salvare ma un coraggio da leone dovrai sfoderare!
Dalla fatica non ti dovrai far soffocare poichè veloce dovrai marciare...di tempo molto non ne hai se riportarlo a casa vorrai...
entro pochi giorni se lo divorerà se non lo libererai da là...
se vuoi alla cascina arrivare la stella di meringa nel ciel devi guardare...la strada ti indicherà...vai dove la sua luce pulserà.
La valle dei lupi dovrai attraversare, tre colline svalicare, poi il bosco delle mele avvelenate affrontare e infine i temporali della pianura stregata sopportare se quel covo vorrai trovare..."
La fata queste parole pronunciò e come ebbe finito Clotildì arrivò...
Celestino entrambe le salutò molto ringraziò e Rinaldo spronò...
Le due fate un pensiero di bontà gli inviarono e sorridendo al loro paese tornarono...
Adesso a lui toccava e la vita del suo gattino nelle sue mani stava!
Il coraggio in lui cresceva sempre più mentre marciava verso laggiù.

RAGGIUNSE CAMILLINO? E SALVò QUEL GATTINO? O LA PAURA E LA STANCHEZZA LO VINSERO E ALLA RESA LO COSTRINSERO?
DOMANI PUNTATA FINALE NON PENSARE DI MANCARE!!!!

venerdì 22 febbraio 2013

IL BARONE CELESTINO

SIAMO DI NUOVO QUI, OGGI CHE è VENERDì...COSA FECE CELESTINO SCOPRIAMO E LA NUOVA PUNTATA COMINCIAMO!

Celestino vi dicevo era disperato poichè il suo micino non poteva esser trovato...
che avrebbe fatto ora che non aveva più il suo gatto?
Tutto il villaggio radunò e se qualcuno avesse visto Camillino domandò...
Gianni che era il più anziano fattore raccontò che poco innanzi aveva udito nel suo pollaio un rumore;
affacciandosi alla finestra per guardare, Camillino aveva visto tra le galline scorazzare e lo steccato scavalcare...
Verso la foresta lo aveva poi visto andare e non lo era riuscito a chiamare...
Aggiunse che assai triste sembrava mentre veloce sgambettava e un fagottino in spalla portava.
A quel punto Celestino capì perchè il suo amico aveva agito così; ferito lo aveva e ora che fare poteva?
E se Camillino più non fosse tornato?
E se mai lo avesse perdonato?
Chiedergli scusa con tutto se stesso Celestino voleva e a riaverlo con sè assai ci teneva.
Il barone il popolo congedò, Gianni ringraziò e nelle sue stanze tornò.
Decise che a cercare il suo gattino sarebbe andato e non si sarebbe fermato finchè non lo avesse trovato.
Un pò di coraggio era in lui nato ora che di un affetto era stato privato.
L'armatura fece preparare ed il prode cavallo Rinaldo si fece sellare; era pronto a partire benchè nessuno lo volesse seguire.
Tutti che fosse esagerato pensavano poichè ad un gatto poco peso davano; però speravano che magari il barone trovasse in sè del coraggio e potesse divenire saggio.
Dopotutto quell'impresa lo poteva aiutare a magari un pò al suo avo assomigliare...
Intanto che gli ultimi preparativi affrontava Celestino voglio raccontarvi cosa stava intanto accadendo a Camillino.
Si era da poco inoltrato nella foresta quel gattino che un brutto incidente capitò al poverino.
Un gigante enorme con un sol occhio nel mezzo della fronte aveva incontrato e il pericolo non aveva scampato.
Di Occhiodibrace si trattava e individuo peggior nei paraggi non lo si trovava.
Era il più crudele personaggio che si aggirava nei pressi del villaggio.
Per questo nessuno in quel bosco solo e disarmato si inoltrava poichè era un guaio se lo si incontrava.
Di uomini e animali si cibava e nessuno risparmiava.
Leggende orribili sul suo conto circolavano e tutti come di un mostro ne parlavano.
Di pelli era vestito e di una clava munito; le prede che catturava poi fino alla sua cascina trascinava; in una gabbia le collocava e poi se le pappava.
Nessuno vivo era mai tornato ma in tanti lo avevano spiato e che avevano veduto al resto del villaggio poi raccontato.
Mentre Camillino correva proprio in Occhiodibrace si imbatteva; questi due volte non ci pensò e per la coda lo afferrò.
In un sacco oscuro lo infilò e forte forte lo sbatacchiò...Camillino che succedeva non comprendeva e Celestino rimpiangeva...
E se non avesse più rivisto il suo padrone? Mai dal maniero si sarebbe mosso quel pigrone...
Non lo avrebbe nessuno salvato, ormai era spacciato...
Di Occhiodibrace la fama conosceva e di divenire la sua merenda attendeva...
Per circa due giorni in  quel sacco restò e sulle spalle del gigante marciò...tanta fame aveva e la stanchezza lo vinceva; di colpo si addormentò e dopo qualche ora nella cascina del gigante si svegliò...ma di questo poi vi  racconterò...
Ora da Celestino tornar dobbiamo poichè curiosi siamo!
Quel barone era di tutto punto armato e a partire preparato.
Aveva con sè Rinaldo prode destriero ma nemmeno uno scudiero.
Era solo in quell'impresa che stava per affrontare e un pò cominciava a tremare...
Fu lì lì per rinunciare ma poi a Camillino cominciò a pensare...
Quel gattino andava salvato, solo non poteva esser lasciato...
Così al galoppo nella foresta si lanciò e indietro non si voltò.
Il villaggio sperava tornasse vittorioso e un pò più coraggioso; lui di non incontrar Occhiodibrace e mostri vari pregava e intanto cavalcava.


COME POI LA COSA ANDò DOMANI E DOPODOMANI VI DIRò QUANDO QUI TORNERò!
:)

giovedì 21 febbraio 2013

IL BARONE CELESTINO E CAMILLINO

STATE VIGILI E PREPARATI POICHè  IN UNA FAVOLA  A PUNTATE SIETE CAPITATI!
DI BARON CELESTINO STO PER RACCONTARE E DI COSA GLI CAPITò DI AFFRONTARE!

Il barone Celestino era  a capo di un villaggio piccolino.
Se ne stava sempre dentro il suo lussuoso maniero e del suo potere era assai fiero.
I suoi sudditi il suo potere rispettavano ma non grande stima per lui provavano.
Era infatti un pò un fifone e aggiungerei anche un poltrone; volentieri non faticava nè tantomeno rischiare amava.
mai niente di sua iniziativa faceva e nelle mani altrui ognni cosa riponeva.
Lui si limitava a bannchettare e ad ogni occasione festeggiare.
Su quel trono per fortuna ci si era trovato poichè suo nonno Guglielmo il prode glielo aveva in eredità lasciato.
Guglielmo il prode era il sovrano più coraggioso che lì si fosse mai conosciuto, draghi, balene e orchi aveva combattuto e la stima di tutti ottenuto; non vi era pericolo che lo spaventasse o che di affrontare rifiutasse.
Era sempre affaccendato e mai aveva l'aspetto di uno sfaticato.
Di tempo assai poco ne perdeva e tanto per il suo popolo faceva.
Il maniero lui stesso lo costruì e non si sottrasse a quella fatica lì.
Come capito avrete era ben diversa l'indole di colui la cui storia ascolterete.
Del nonno Celestino volentieri non parlava poichè inferiorità provava.
Eppure ne aveva di qualità ma non le conosceva in verità; erano assopite e dalla sua codardia svilite.
Un giovane forte e valoroso esser avrebbe potuto se solo ci avesse creduto.
Ma qualcosa in lui non andava e sul suo trono tutto il giorno stava; dalla sua finestra fuori guardava e gli altri far tante cose osservava.
Coscette di pollo e vino a volontà eran le uniche soddisfazioni per quel barone là.
Di amici umani non ne aveva e solo coi suoi servitori discuteva; erano ragazzetti cortesi e privi di pretese; ma Celestino nemmeno la loro compagnia molto amava e sempre solo se ne stava.
Una sola creatura sopra ad ogni cosa adorava anche se comunque poco se ne curava: era Camillino il suo grigio gattino, che aveva al suo fianco da quando era piccino.
Quella bestiolina tutto il giorno attorno gli stava e mai lo abbandonava; ogni tanto Celestino con una manata lo scansava poichè troppe coccole non tollerava; in fondo gli facevano piacere ma non voleva darlo a vedere.
Un giorno una delegazione di un vicino villaggio era al maniero arrivata e al barone venne presentata.
A far bella figura ci teneva ed erano giorni che si preparava; tutto il palazzo fece lucidare e un grande banchetto preparare.
Come un sovrano risoluto e coraggioso si voleva mostrare e non la realtà vedere fare.
Così durante il banchetto imprese strepitose enumerava e tanto si vantava.
Di non essere un tenerone proclamava e che le smancerie odiava sottolineava.
Ma ecco Camillino sulle sue ginocchia balzò e sul viso il suo muso strofinò; sempre la bestiola lo faceva e una tal reazione non si attendeva.
Celestino di scatto si alzò e di dosso se lo scrollò; via lo cacciò e "bestiaccia" lo chiamò.
Camillino che era davvero un dolce gattino tanta tristezza provò e a piangere iniziò.
Pensò a come Celestino lo aveva trattato e si sentiva davvero rifiutato...
Decise di andar via senza lasciare scia....un sacchettino con le sue cose preparò e dal castello se ne andò...tutto solo in una foresta si inoltrò ma aimè brutti pericoli incontrò...di ciò poi vi racconterò...
Quando la delegazione se ne andò Celestino a chiamare Camillino cominciò...ma in alcuna stanza lo trovò...
Era sparito quel piccino: "Dove sei, dove sei Camillino? Salta fuori gattino!"
Ma la bestiolina non rispondeva e nel castello nessuno lo vedeva...
Celestino era disperato...lo avrebbe mai ritrovato?

SE DOMANI TORNERETE UN ALTRO PEZZETTINO DI QUESTA FAVOLA ASCOLTERETE
:)

mercoledì 20 febbraio 2013

L'UNICORNO MANDARINO

OGGI CHE SUCCESSE A MANDARINO SCOPRIREMO E ALTRE COSE IMPAREREMO!
PRONTI, PARTENZA, VIA! E CHE ATTENZIONE CI SIA!

Mandarino e Priscilla erano quindi al villaggio tornati e si sentivano un pò sconsolati.
Priscilla a casa se ne andò e Mandarino salutò: "Non essere abbattuto quel corno non sarebbe stato vero creduto...è sempre meglio che gli altri conoscano la verità che è la migliore delle realtà...vedrai che un vero corno ti spunterà se l'arte di aspettare in te nascerà...e se anche non crescesse nessuno meno bene ti vorrebbe!
A domani Mandarino fai un bel riposino!
Vedrai che tutto si aggiusterà e ti piacerà!"
Mandarino la salutò ma persuaso dalle sue parole non restò.
Tutta la notte pensò e verso mattina una soluzione trovò...
Aveva del pongo argentato in un cassettino e lo prese quel piccino.
Un corno modellò e sulla testa lo appiccicò.
Fiero poi di casa uscì e atutti quelli che incontrava mostrava quel corno lì.
Nessuno accorgersi pareva che quel corno vero non era...
Mandarino era assai compiaciuto di esser da tutti creduto.
Chiunque lo applaudiva e un'imminente grande festa ribadiva.
Un pò in colpa si sentiva ma tutta quell'attenzione la gradiva; come un grande lo trattavano e con rispetto lo salutavano.
Come spesso accade però  il tempo l'inganno svelò.
Era infatti Mandarino nella piazza centrale quel piccino; che la festa per lui cominciasse attendeva e la folla già sopraggiungeva.
Era un'assai calda giornata di estate inoltrata. Erano tutti arrivati e attorno a Mandarino radunati.
All'improvviso qualcosa in fronte il cavallino sentì che si scioglieva e crederci non poteva!
Il corno a causa del sole sciogliendo si stava e sulla sua testa si sparpagliava.
Il pongo argentato quasi liquido era diventato.
Tutti dell'inganno si erano accorti e parevano sconvolti...
Mandarino da arancione era diventato più rosso di un peperone...avrebbe voluto evaporare e mai più lì tornare.
Gineproblu che era il più saggio laggiù gli si avvicinò e perchè aveva fatto ciò gli domando.
Mandarino tra mille lacrime amare le sue ragioni provò a spiegare: "Di essere l'unico unicorno senza corno mi vergognavo e gli altri invidiavo. Così mai mi accetterete poichè diverso da voi mi vedete! io come tutti i miei amici voglio diventare ma alcun corno in fronte mi vuole spuntare!
Che farò? Se non crescerò? Via mi manderete e assai mi disprezzerete...nessuno mai potrò aiutare poichè i poteri magici mai potrò usare..."
E continuare voleva ma il pianto lo vinceva...non riusciva più a parlare e lo si udiva solo singhiozzare.
Gineproblu lo abbracciò e una gran verità gli rivelò: "Mio piccolo Mandarino tu di questo villaggio  esattamente come noi sei cittadino! hai pensato che noi fossimo tanto superficiali da reputare le diversità dei mali? A nessuno importerà se il tuo corno non spunterà...gli altri in altri modi potrai aiutare se del bene vorrai fare; c'è una cosa assai più importante in un unicorno del suo corno...è l'amore che può donare e il bene che il suo cuore è in grado di fare.
Prova ad accettare te stesso e vedrai sarà un successo...se aspettare saprai il corno alla fine vedrai; da questo indipendentemente devi però amare la tua essenza enormemente...rendi puro  il tuo cuore e di ciò che gli altri penseranno non aver timore...tutti ti accetteranno se la tua bella interiorità vedranno.
La diversità non deve costituire un limite per la tua volontà!
Torna nella tua casina e metti in ordine i pensieri nella testolina!"
Tutti avevano udito e applaudito. A Mandarino bene volevano e con tanti sorrisi glielo dimostravano.
Il nostro piccino tutti salutò e a casa tornò.
I giorni passarono tra tristezze e felicità e nella testa di Mandarino risuonava la di Gineproblu verità.
Nonostante il corno non avesse non mancava che il villaggio il suo affetto gli trasmettesse.
Giorno dopo giorno ad imparare il valore di coltivare la propria essenza imparò e completamente si accettò.
Con gli altri come prima si divertiva e parte del gruppo comunque si sentiva.
Al corno ormai quasi più non pensava ed ecco che una mattina guardandosi allo specchio sulla fronte un pallino spuntava.
Era il suo corno ritardatario che davvero arrivava fuori orario! Ma che importava che vi fosse bastava! Ormai più non l'aspettava e se stesso in ogni caso amava!
Sarebbe comunque stato contento con o senza quel portento.
Corse fuori e tutti il corno videro e tanto lo applaudirono!
L'affetto per lui restò immutato poichè vi era sempre stato.
Del villaggio crescendo divenne il più famoso curatore e non solo perchè di un corno portatore.
Aveva più di tutti imparato che in fondo a sè stessi il potere va cercato; aveva enorme fiducia nelle sue capacità e per questo era magico in realtà.
Più di tutti gli altri amore trasmetteva e chiunque se ne accorgeva.
Tanti piccini Mandarino curava e immensa felicità provava.
Ancora in quel villaggio trovar lo potrete se di andar fin là voglia avrete!

MANDARINO IMPARò NEL TEMPO IN CUI PAZIENTò CHE ACCETTARSI PER QUEL CHE SI è è IL POTERE PIù GRANDE CHE HAI IN TE! SVILUPPò LE SUE CAPACITà E ACCETTò LA SUA REALTà; SMISE DI GUARDARE CON TRISTEZZA LA SUA DIVERSITà E SI CONCENTRò SULLE SUE POTENZIALITà. IL CORNO SPUNTò QUANDO MENO SE L'ASPETTò E QUANDO GIà IMPARATO AVEVA CHE ANCHE LUI VALER TANTO POTEVA!

martedì 19 febbraio 2013

L'UNICORNO MANDARINO

ECCO LA SECONDA PUNTATA DELLA STORIA IERI COMINCIATA!
VEDIAMO CHE SUCCESSE A MANDARINO E CHE COSA IMPARò QUEL CAVALLINO

Mandarino avevam lasciato con il piano che aveva ideato; cercava ricordate una soluzione per mutare la sua condizione.
Anche lui un corno voleva e un vero unicorno esser doveva.
L'idea a Priscilla spiegò e così le parlò: "Alla foresta dei lupi mi devi accompagnare e fino al luogo dove nascondono i rotoli di cartone portare. Uno ne sottrarremo e d'argento lo dipingeremo; sulla mia fronte lo collocheremo e poi a tutti lo mostreremo.
Così come voi potrò diventare e la differenza nessuno saprà notare!"
Priscilla convinta non pareva e così al suo amico diceva: "Mandarino la foresta dei lupi è un luogo pericoloso e recarvisi è assai rischioso!
E se i lupi ci attaccassero e più tornare non ci lasciassero? Nemmeno gli adulti si recano lì poichè è un posto orribile lì.
Dire che  è buio notte e dì ho sentito dire e di lì vivi non si può uscire!
E tutto questo solo per un rotolo di cartone trovare e gli altri ingannare?
Perchè non provi te stesso ad accettare e non impari ad aspettare?
Vedrai che il corno ti crescerà ma non andare là..."
Le parole di Priscilla non lo convincevano e i suoi pensieri non mutavano.
Decise di partire e la sua amica lo volle comunque seguire; anche se d'accordo non era lasciarlo solo non voleva.
Così quella notte stessa partirono e in marcia si misero.
A nessuno dissero niente poichè far scoprire il piano sembrava sconveniente.
Alla foresta dei lupi arrivarono e gli ululati che udirono li terrorizzarono; temevano quelle creature di incontrare e di non riuscire a scampare.
Silenziosi procedevano e alla famosa grotta dei cartoni giungevano.
I rotoli di cartone erano in quel posto molto preziosi...erano una rarità e mica ce n'erano tanti come qua!
I lupi li collezionavano e da sempre se ne vantavano; nessuno era mai riuscito a sottrarli e via portarli.
Ai nostri piccoli amici solo uno ne occorreva ma prenderlo un'impresa pareva.
L'ingresso della grotta era da tre lupi sorvegliato e riuscire ad entrarvi non pareva di certo scontato.
Priscilla e Mandarino silenzio fecero e attesero finchè i tre lupi si distesero; di paura tremavano poverini, del resto eran solo piccoli cavallini.
Le guardie russavano ed era ciò che i nostri aspettavano.
Pian pianino nella grotta s'intrufolarono e un piccolo rotolino di cartone trovarono...
Priscilla sulla fronte di Mandarino con un elastico invisibile lo collocò e poi uno specchietto gli passò.
Mandarino si guardò e in silenzio esultò!
Quel corno era per lui perfetto, non aveva un difetto.
A casa lo avrebbe d'argento colorato e a tutti con orgoglio mostrato.
Anche Priscilla contena pareva poichè il suo amico felice vedeva.
Ma quando i due un pò più forte a ridere cominciarono di paura tremarono...
Infatti un ululato udirono a che una guardia si era svegliata capirono...il lupo sull'entrata videro!
Sperarono di loro non si accorgesse e almeno un pò si allontanasse.
Accadde proprio così e loro decisero velocemente di fuggire da lì.
Si lanciarono in una corsa forsennata e la grotta alle spalle fu lasciata.
Ma mentre correvano da soli non erano...i lupi li avevano avvistati e all'inseguimento si erano lanciati.
Mentre nella foresta galoppavano il loro piano fu reso vano. Infatti il corno di cartone in un ramo si impigliò e a metà si spezzò...
E ora che fare? Mica ci si poteva fermare! Nè tantomeno il corno aggiustare!
Bisognava solo scappare e la pelle in salvo portare.
I lupi riuscirono ad evitare e al villaggio stremati a tornare.
Non vi dico quanta tristezza invase Mandarino, che poteva fare ora quel piccolino?
Doveva pensare ad una nuova soluzione per risolvere la sua situazione.
Nonostante la paura provata non mollava ed una nuova soluzione cercava.
Priscilla ancora tremava ma di star vicina al suo amico non si stancava.

COSA QUEI DUE COMBINARONO? UNA SOLUZIONE TROVARONO? E MANDARINO COSA IMPARò? SI ACCETTò?
DOMANI QUI CI VEDREMO E LO SCOPRIREMO!
PUNTATA FINALE MANCARE SAREBBE UN GRAN MALE:)


lunedì 18 febbraio 2013

L'UNICORNO MANDARINO

LA SETTIMANA INIZIAMO E CHI ERA MANDARINO SCOPRIAMO! è UNA FAVOLA A PUNTATE E SPERO A LEGGERLA VI DIVERTIATE!
BASTA DAVVERO CHIACCHIERARE è ORA DI INIZIARE!

Mandarino era un cavallino piccino di color ovviamente mandarino!
Nel villaggio degli unicorni viveva e parecchi amichetti aveva.
Chi quel posto abitava nel mezzo della fronte un corno argentato portava.
Era del resto la caratteristica principale dell'unicorno animale.
Nessuno nasceva col corno già in fronte situato che era dai cuccioli tanto bramato.
Essere unicorni era un vanto strepitoso e garantiva un potere portentoso; il corno aveva infatti potere curativo ed era agli umani e agli altri animali assai gradito.
Immensamente gioivano quando qualcuno guarivano; era per loro lo scopo primario altrimenti il vivere era tristemente ordinario.
Che senso aveva gli altri non aiutare e non darsi in qualche modo da fare?
Ogni unicorno aveva il manto colorato e un potere adeguato.
Quelli verde prato curavano le ferite del costato;
quelli rosso vermiglio profumavano di giglio ed erano esperti curatori dei degli arti dolori;
quelli color antracite guarivano profonde ferite;
quelli color lillà potevano donare la felicità;
quelli come Mandarino curavano in particolare chi era piccino;
e così via dicendo ogni color un malanno andava curando.
Con trepidazione ogni cucciolo aspettava ogni dì e controllava se qualcosa spuntava in mezzo alla fronte così...
Di solito tutti i corni assieme nascevano e su ogni cucciolo crescevano; spuntavano alla stessa età sulla fronte di ciascuno di quelli là.
A sette mesi un pallino sbucava e un piccolo corno mostrava; questo poi cresceva e lì per sempre rimaneva.
Persino una festa si celebrava e tutto il villaggio si fermava.
Tutti i cuccioli applaudivano e che cominciavano ad esser grandi gli ricordavano!
Mandarino aveva parecchi amici della sua età e se ne stava sempre con quelli là; un mondo si divertivano e un sacco di giochi ideavano.
Trascorrevano le loro giornate contenti sempre impegnati in imprese avvincenti.
La mattina tanto attesa arrivò e un piccolo pallino sulla testa di tutti sbucò.
Mandarino sentì la festa annunciare ma lui sulla sua fronte nulla poteva individuare!
E il suo corno dov'era? Perchè lì non c'era?
Che avrebbe ai suoi amici raccontato del perchè lui alla festa assieme a loro non sarebbe stato lodato?
A piangere scoppiò e dalla mamma si fiondò; lei una spiegazione non gliela seppe dare ma lo provò comunque a consolare dicendogli un pò di pazientare; il suo corno era magari un ritardatario e non aveva saputo arrivare in orario.
Ma a Mandarino questo non bastava e si disperava...era l'unico che il suo corno non aveva e far parte di quel popolo non poteva!
E se lo avessero escluso? Tutto il villaggio pensava fosse da lui deluso! E se lo avessero cacciato da lì poichè non poteva essere come quelli lì?
Un'angoscia enorme lo investì e pianse tanto quel giorno lì!
Alla festa non si presentò e dalla finestra gli applausi per gli altri ascoltò.
Che nessuno la sua assenza notasse sperava e in casa si serrava.
Se non avesse una soluzione trovato in quella casa ci si sarebbe murato. Non sarebbe mai più fuori andato poichè dagli altri era sicuro non sarebbe stato accettato.
Che non ci fosse lo notarono e se ne rammaricarono; avrebbero voluto comunque che partecipasse e con loro festeggiasse; la mamma glielo riferì ma Mandarino non credette a quelle parole lì.
Per prenderlo in giro, era sicuro, lo aspettavano e quel momento bramavano.
Mandarino paura di non essere accettato aveva e per questo la realtà confondeva.
Quella stessa sera la sua amica Priscilla a trovarlo andò e in camera sua lo trovò.
Lei il suo bel corno mostrava e lui molto la invidiava; la sua tristezza le confidò e lei a consolarlo provò.
Non riuscendo a convincerlo che nessuno in giro lo prendeva si propose di aiutarlo come poteva.
Mandarino gli occhi si asciugò e così le parlò: "Se davvero mi vuoi aiutare in questa impresa mi devi accompagnare! Devo un corno trovare e in fronte piazzare! Gli altri così mi accetteranno e come uno di loro mi festeggeranno!"
Priscilla di dissuaderlo tentò vanamente poichè lui era convinto fermamente.
Così ad ascoltare il piano di Mandarino si preparò e attenta si mostrò.
Un'impresa audace aveva il nostro protagonista ideato perchè anche per lui un giorno di festa venisse creato.
Un finto corno si voleva procurare e gli altri sperava ingenuamente di ingannare. Voleva essere come gli altri suoi amici che coi loro corni eran felici.
Così senza un attimo esitare a Priscilla il progetto si accinse a spiegare...

CHE COMBINARONO QUEI DUE Lì VE LO RACCONTERò IN PARTE DOMANI QUI!
:)

domenica 17 febbraio 2013

SANSOVINO IL PALADINO

SPERO PRONTI SARETE PERCHè OGGI IL FINALE DELLA NOSTRA STORIA LEGGERETE!

Sansovino dalla casa di Mago Spiedino era così partito e quell'incontro a tanto era servito!
Ora Sansovino sapeva che fare e dove il fagiolino trovare!
Prima di tutto la pecora inesistente doveva catturare e poi verso la montagna del drago cominciare a cavalcare...
Arrivato nella piana delle pecore inesistenti c'erano davvero creature sorprendenti...non era facile una pecora catturare poichè tra tanti animali la si doveva individuare;
Sansovino l'aria scrutava ma alcuna pecora non trovava; finchè la vista aguzzò e un gruppo di morbide creature bianchine individuò! Loro essere dovevano dubbi non ce n'erano...
Così con una corda un piccolo cappio creò e verso la creatura più cicciottella la lanciò.
La prese senza difficoltà e ne gioì a volontà...Dolly ti chiameremo e con noi ti condurremo!
Non temere piccola palla di lana ti riporteremo qui nella tua tana! Ci servi per un'importante missione ma io non sarò mai tuo padrone.
Se seguire me e il mio fido destriero vorrai davvero un favore ci farai.
Dolly fece beeee e Sansovino a Raniero: "Che significa secondo te?"
Raniero un "Sì" brontolò e la pecora guardò.
Dolly altro non diceva era timida lo sì sapeva.
Sansovino le mani verso di lei protese e in braccio la prese. Entrambi salirono su Raniero che era un forzuto destriero.
Trasportava pecora e paldino senza alcuna difficoltà aveva davvero una resistenza portentosa in verità...
Dovete inoltre sapere che le pecore inesistenti non sono leggere...sono bianche come il latte ma pesano come matte!
Hanno una caratteristica particolare che solo più avanti vi potrò svelare...
Ecco comunque tra mille peripezie e pericoli sempre nuovi i nostri tre arrivarono al  bosco di rovi!
Occorreva quegli spini superare se dal drago  si voleva arrivare.
Un'immensa paura Dolly attraversava e in braccio a Sansovino per questo tremava; il nostro paladino la accarezzò e un pò la confortò: "Mi dispiace farti male stare ma questa impresa dobbiamo affrontare! chiudi gli occhietti e di agitarti smetti...il fagiolino recupereremo e dove ti abbiam trovata ti riporteremo"; Dolly non parlava, ma un pò meno tremava.
Sansovino la spada sguainò e un varco tra gli spini si creò; Raniero e Dolly a protegger dai rovi riusciva ma in cambio parecchio si feriva.
Ma a lui nulla importava poichè essere un paladino anche questo comportava.
Il bosco oltrepassò, il mantello si sfilò e tante bende ne creò. Le ferite si tamponò e verso la montagna cavalcò.
Ecco erano arrivati e all'impresa più grande preparati.
Dolly gli occhi chiusi ancor teneva e di aprirli voler non ne sapeva; Raniero invece nitriva fiero.
Sansovino Raniero ai piedi della montagna legò e di attenderlo ordinò: "Non appena vittorioso scenderò in groppa ti salirò...a quel punto più veloce che potrai cavalcherai, mai un istante ti fermerai e in salvo ci porterai...il drago di certo ci inseguirà e tu dovrai galoppare a gran velocità!"
Raniero ubbidì e forte nitrì facendo col capo cenno di sì.
Sansovino Dolly in braccio caricò e a salire cominciò.
Dopo un'ora di marcia nei pressi del drago arrivò e dietro un cespuglio si arrestò...
doveva valutare la situazione prima di prendere una decisione e passare all'azione.
Adesso l'ingegno doveva usare e solo sulle sue capacità poteva contare...
Come recuperare il fagiolino al drago così vicino?
La belva fuoco sputava e verso di lui guardava...visto non lo aveva ma era una creatura scaltra lo si vedeva!
Ed ecco proprio dietro di lui il fagiolino su un cuscino faceva capolino.
Ma come la belva oltrepassare senza farsi carbonizzare?
Idee sembravano non arrivare e una piccola parte del paladino pensò di non potercela fare...poi di ciò che gli avevano insegnato i suoi maestri si ricordò e fiducia riacquistò...le loro parole aveva bene in mente ed ebbero un effetto sorprendente: "in ogni momento di difficoltà è dentro di te la verità; trova la forza di reagire e di riuscire!
Qualunque obiettivo realizzerai se in te stesso crederai...non c'è nulla che tu non possa fare se in te fiducia riuscirai a trovare".
Ed ecco non appena sulle sue capacità si concentrò la soluzione trovò...Dolly bendò e come esca la usò...davanti al drago la collocò e questi subito la notò...
Era una belva verde prato con un muso smisurato...fuoco sputava e minaccioso attorno si guardava...aveva zanne affilate e zampe spropositate.
Non appena il drago Dolly individuò fuoco  nell'aria sputò e ad attaccarla si preparò!
Intanto Sansovino la pozione della velocità trangugiò e verso il fagiolino si lanciò.
Il drago era da Dolly distratto e Sansovino agguantò il talismano con un portentoso scatto.
Aveva il fagiolino ce l'aveva fatta il nostro paladino; in tasca lo mise e tra sè e sè sorrise.
Intanto il drago Dolly agguantava ma aimè la dura realtà assaporava...infatti le pecore inesistenti per chi non è puro di cuore diventano al tatto evanescenti...
Come  fossero invisibili sono anche intangibili; il malvagio drago deluso restò perchè quando fece per catturarla solo aria nella zampa gli restò...
Mille domande si faceva e disorientato pareva...la pecora vedeva ma acciuffarla non poteva...
Sansovino con un balzò davanti al drago si collocò e Dolly recuperò...lui che un animo onesto possedeva difficoltà a prenderla in braccio non aveva...
Quando il drago si accorse del sottratto fagiolino per poco svenne quel poverino!
Sansovino dell'indugio approfittò e a correre via cominciò.
Il drago infuriato capì di esser stato beffato...Sansovino ad inseguire cominciò ma corri corri non lo afferrò...in groppa a Raniero salì e i tre fuggirono da lì...
Il drago ancora li incalzava ma dinanzi al bosco di rovi si fermava. Era troppo grande per passare di lì e si arrestò così...
I nostri tre eroi invece nel varco prima creato s'infilarono e la scamparono!
Dolly venne sbendata e nella piana delle pecore inesistenti riportata...venne tanto ringraziata e persino coccolata...con un bee li salutò e a pascolare ricominciò.
Raniero e Sansovino ripassarono poi dalla casa di Mago Spiedino e gli mostrarono il fagiolino.
Egli con affetto si complimentò e forte li abbracciò.
E quando i nostri eroi da Re Carlo Croccantino furono tornati in trionfo vennero portati.
Il sovrano il suo paladino ringraziò e il fagiolino al centro della reggia collocò.
Servitore più fedele di Sansovino non si poteva trovare e in ogni modo Re Carlo Croccantino lo volle ringraziare.
Da quel dì il paladino a corte sempre restò anche se ancora tante missioni affrontò...fu da tutti lodato e come un eroe trattato.
Grazie al fagiolino il regno di Carlo Croccantino fu pieno di trionfi e felicità e tenne lontane le malvagità.

TUTTO PER IL MEGLIO QUELLA VOLTA FINì MA ALTRE AVVENTURE AFFRONTò QUEL PALADINO Lì. IN ALTRE OCCASIONI VE LE RACCONTERò E INTANTO QUESTO VI DIRò: FU UN EROE CORAGGIOSO E DI TUTTI IL PIù VALOROSO. IL PERCHè VI VOGLIO RIVELARE E STATELO BENE AD ASCOLTARE: AVEVA L'ARMA PIù POTENTE PER IL SUCCESSO CIOè CREDEVA IN SE STESSO; GLI ALTRI RISPETTAVA E SE STESSO AMAVA E CHI LO FERMAVA?!! OGNI IMPRESA PROPOSTA REALIZZò E IL SUO REGNO SEMPRE AIUTò. ECCO DI SANSOVINO IL PALADINO UN PEZZO DI STORIA E SERBATELA NELLA MEMORIA:)
FATE COME LUI CREDETE IN VOI STESSI E AVRETE ENORMI SUCCESSI!

sabato 16 febbraio 2013

SANSOVINO IL PALADINO

IL NOSTRO PALADINO AVEVAM LASCIATO QUANDO LA SUA IMPRESA AVEVA INIZIATO!!!

Sansovino era quindi partito dopo essere in groppa al suo destriero Raniero salito.
La notte intanto scendeva e un posto in cui ripararsi trovare occorreva.
I nostri due eroi una grotta individuarono e lì dentro si rifugiarono.
Un piccolo fuoco accesero ed uno accanto all'altro si distesero; tanti rumori fuori udivano e cosa fossero si domandavano...
grida di pipistrelli e strani versi di uccelli...
in più un vento impetuoso accompagnato da un temporale fragoroso.
Fortunatamente quel riparo avevan trovato perchè star fuori bello non sarebbe stato...
di tempeste certo  ne avevano affrontate ma era meglio che le forze questa volta venissero risparmiate.
La mattina il cielo era sereno e c'era persino un bell'arcobaleno.
Ripartirono Sansovino e Raniero con aspetto fiero; dal mago dovevano il più velocemente possibile arrivare per scoprire dove il fagiolino argentato trovare.
Ecco la valle dei lupi attraversarono, alla collina dei ciliegi arrivarono e poi giù verso bosco nevoso dove ogni albero ha un aspetto minaccioso e ancora attraverso la palude della morte piena di piante storte e poi la valle delle anime piangenti di certo non uno dei posti più ridenti...
E ancora colline e boschi che non poco timore incutevano ma di certo i nostri eroi non desistevano.
Sansovino il destriero  incitava e i rami che tra lui e il cammino si frapponevano con la spada tagliava.
Senza sosta cavalcava e nemmeno più per riposare si fermava; le uniche soste che si concedeva di fare erano perchè Raniero si potesse dissetare e qualcosa mangiare.
Al quarto giorno di cavalcata la meta era guadagnata.
Ecco in cima ad una roccia smisurata la casetta di mago Spiedino individuata; dopo aver Raniero legato, la scaletta a salire Sansovino aveva iniziato.
Alla porta bussò e attrono si guardò; un posto più incantevole non lo aveva mai veduto se glielo avessero descritto nemmeno ci avrebbe creduto...c'erano fiori piante e animali e parevano lì non esservi mali.
Il cielo era di un azzurro favoloso e ogni cosa aveva un aspetto portentoso.
Dopo qualche istante il mago venne ad aprire e Sansovino ne cominciò a gioire; forse le informazioni che cercava avrebbe potuto trovare e vittorioso tornare.
Il mago Spiedino la lunga barba bianca si attorcigliava e ciocche di capelli argento e blu sfoggiava.
In testa un cappello a punta anch'esso blu toccava quasi il soffitto lassù! E  una tunica cobalto fino ai piedi lo copriva benchè fosse alto.
Ad un bastone si appoggiava e di fianco a lui un viola gatto miagolava; Sansovino nella casetta venne fatto accomodare e attorno si potè guardare.
C'erano centinaia di scaffali e mosche senza ali...e alambicchi, ampolline e boccette che per gli esperimenti eran perfette.
Code di rospo e pipistrelli e piume  di uccelli e ogni sorta di invenzione che si potrebbe trovare in casa di uno stregone.
Milioni di libri impolverati qua e là gettati...una totale confusione regnava in quella magione...eppure un'aria tranquilla si respirava poichè una persona di animo buono la abitava...a Sansovino non dispiaceva e nulla temeva...a suo agio si sentiva lì e si mise a sedere così...
Il mago di fronte a lui si collocò e dritto negli occhi lo guardò: "Sansovino di Carlo Croccantino Paladino ti aspettavo e per questo fuori dalla finestra guardavo...sapevo saresti arrivato e del fagiolino mi avresti domandato...del resto sono uno stregone è mio compito conoscere la tua condizione".
Sansovino era davvero stupito e anche un pò divertito...aveva al modo migliore di fare la sua richiesta pensato ma il mago lo aveva già anticipato e lo sforzo gli aveva risparmiato...
Così Spiedino continuava e Sansovino attento lo ascoltava: "Carlo Croccantino è da sempre mio amico sincero e voglio aiutarlo davvero; se il fagiolino trovarlo vorrai dal drago con tre oggetti arrivare dovrai...solo così batterlo potrai...ti occorre una pecora inesistente che troverai in una piana da qui non distante, la pozione regala velocità e questa la possiedo io qua e infine il dono dell'ingegno che dentro di te potrai trovare poichè quello nessuno lo sà fabbricare...
Solo così potrai tornar vittorioso dal tuo re fiducioso...non posso dirti come gli oggetti utilizzare poichè ciò non sono in grado di indovinare; posso solo dirti che se con tutto te stesso ti impegnerai ce la farai. Dovrai la piana delle pecore inesistenti attraversare e ad un bosco di rovi arrivare...se lo riuscirai a superare davanti ad una montagna ti troverai; se a destra girerai poi due vole a sinistra svolterai la strada per salire individuerai.
Quando la cima avrai raggiunto fai solo tre passi e punto perchè il drago ti troverai davanti ed è meglio essere abbastanza distanti. La situazione analizzerai e come procedere deciderai.
Ti auguro tanta fortuna ne hai bisogno Sansovino poichè tu al cospetto del drago sei assai piccino".
Sansovino tanto lo ringraziò e davanti gli si inchinò.
Il mago qualche provvista gli fornì e gli disse che avrebbe aspettato sue notizie da lì...sperava sarebbe vittorioso tornato e di lì ripassato.
Sansovino così su Raniero risalì e per la parte più avvincente della sua avventura partì; un ultima volta si voltò e il mago salutò....

SANSOVINO NELL'IMPRESA RIUSCì? O FALLì?
FORZA E CORAGGIO POICHè SCOPRIRLO NON è UN MIRAGGIO!
DOMANI VI ASPETTO QUI E VE LO RACCONTERò COSì!
:)

venerdì 15 febbraio 2013

SANSOVINO IL PALADINO

IL FINE SETTIMANA STA PER INIZIARE E NEL MEDIOEVO VI VOGLIO PORTARE...ALLA CORTE DI RE CARLO CROCCANTINO CHE ERA A CAPO DI UN REAME NON PROPRIO PICCOLINO!

Sansovino era un prode paladino con un vermiglio mantello e un intonato cappello; una spada in vita dorata e una carriera da tutti lodata; aveva poi un cavallo coraggioso e fiero di nome Raniero.
Il reame di Carlo Croccantino abitava e spesso al suo cospetto questo lo convocava.
Ogni volta una difficile impresa gli assegnava poichè era l'unico in cui confidava.
Carlo Croccantino era un sovrano famoso e da tutti ritenuto valoroso...era a capo di un regno smisurato il cui confine a fatica poteva essere immaginato...
Qualcosa però lo tormentava poichè l'incontro di qualche giorno prima nella sua mente rieccheggiava;una vecchia megera, celebre per essere sincera, da lui convocata a corte per conoscere quali successi gli riservasse la sorte, dopo averlo attentamente scrutato così aveva proclamato:
"Il tuo regno rischia al suo termine di arrivare se tu il fagiolino argentato non riuscirai a trovare...è un oggetto molto prezioso custodito da un drago portentoso...in una caverna lo troverai e recuperarlo dovrai...trova un paladino a te gradito e assegnali questo compito ardito!
Il fagiolino è un talismano straordinario con un potere non certo ordinario.
Fortuna dona a chi lo possiede e al trono su cui siede...se a recuperarlo non riuscirete tremende sciagure avrete...il vostro regno tra mostri e rovine finirà e più non si ricostituirà...
Re Adelmo Sofficino un anatema vi ha lanciato poichè il vostro potere ha invidiato! Rammentate il fagiolino cercate e recuperate!"
Dopo quelle parole più nulla volle dire sebbene tutti ancora altre cose volessero sentire.
Re Adelmo Sofficino era re di un regno vicino e da sempre era stato a Re Carlo Croccantino ostile e di certo con  lui non gentile.
Ma adesso che fare? Come quel fagiolino trovare?
Innanzitutto dove fosse ben non si sapeva e già individuare il posto un'impresa pareva.
Continuamente Re Carlo Croccantino pensava e una soluzione a trovare provava.
Pensò che un solo paladino lo avrebbe potuto aiutare: Sansovino era necessario chiamare.
Se c'era anche una sola possibilità era di certo solo in Sansovino per la verità; fino a quel momento non aveva mai un'impresa fallito ed era al re assai gradito.
Era un giovane leale ed onesto e non era poco questo. Avrebbe per il suo re la vita donato se solo glielo avesse domandato.
Carlo Croccantino lo fece convocare e l'impresa provò a spiegare.
Sansovino il paladino accettò senza pensarci un momentino...da dove però cominciare per poter il fagiolino trovare?
I due a lungo si consultarono e alla fine ad una comune decisione arrivarono: Sansovino da Mago Spiedino si sarebbe recato e sulla posizione del talismano lo avrebbe interrogato.
Il mago era un vecchio amico di Re Carlo Croccantino e non avrebbe di certo rifiutato un aiutino al suo paladino.
Dopodichè fino al luogo avrebbe cavalcato, il drago affrontato e vittorioso sarebbe tornato.
Re Carlo Croccantino lo ringraziò e la sua benedizione gli donò: "Va e che tu possa tornare vittorioso poichè sei tra tutti il più valoroso. Quando qui ritornerai mio consigliere fidato diventerai...potrai restare per sempre qui a palazzo mio caro ragazzo. Avrai ogni privilegio e comodità come ad un eroe converrà!"
Sansovino a lui si inchinò dopodichè la spada sguainò...era il segnale pattuito che sanciva un patto stabilito...era come dire che il paladino all'ordine avrebbe prontamente ubbidito!
Dalla reggia uscì e su Raniero salì...il cavallo scalpitò e al galoppo si lanciò.
Re Carlo Croccantino dalla finestra li osservava e un pò si tranquillizzava...li vide entrare nella fitta radura pronti a cominciare quell'avventura!

MAGO SPIEDINO TROVERANNO? IL DRAGO LO INCONTRERANNO? IL FAGIOLINO LO RIPORTERANNO?
NELLE PROSSIME PUNTATE VE LO RIVELERò E PROPRIO QUI LO SCRIVERò:)

giovedì 14 febbraio 2013

MUFFINI

DOPO QUESTA STORIA FORSE I VOSTRI CALZETTINI DIVERSAMENTE TRATTERETE E FELICI LI RENDERETE!!!

I muffini erano di Giustino i calzettini; mi chiederete perchè si chiamassero così e vi risponderò subito qui!
Innanzitutto erano calzettini davvero carini ma avevano qualche problemino con i del loro padrone piedini!
Infatti Giustino l'acqua non amava e mai i piedini si lavava!
Facevano un odorino nauseante e stargli vicino era rivoltante!
Persino i genitori di Giustino non sapevano più che fare con quel piccino...ogni giorno a convincerlo a lavarsi i piedini provavano ma mai ci riuscivano e non più ci speravano.
Chi però della puzza soffriva  di più erano proprio quei calzini che dovevano abitare laggiù.
Si chiamavano Luigino e Pierino e ognuno era destinato ad un piedino...una volta che però eran dalla puzza stati contaminati più così non venivano chiamati, "muffini" erano stati soprannominati per l'odore da cui erano accompagnati!
Lassù nel cassetto della biancheria era ogni volta un parapiglia poichè di certo non profumavano di vaniglia.
Gli altri indumenti non li volevano e in giro li prendevano: "Fatevi lavare! Basta qui non potete stare! Non riusciamo a respirare se con voi dobbiamo stare".
Ogni tanto certo venivano dalla mamma di Giustino lavati ma dalla puzza mai liberati!
I piedini di quel bambino erano qualcosa di sconcertante poverino! Se solo ogni tanto li avesse lavati problemi non ci sarebbero stati.
Se qualcuno gli domandava perchè non li poteva lavare, rispondeva che non si voleva stancare.
Era davvero un pigrone ma qualcosa avrebbe cambiato la situazione.
Infatti i muffini erano stanchi ed avviliti di essere da tutti sviliti...più non ne potevano da quanto in giro li prendevano; nessuno più con loro nel cassetto voleva stare o con loro chiacchierare. Così confabularono e una strategia idearono; erano decisi la situazione a cambiare per poter di nuovo bene stare.
Avrebbero Giustino abbandonato e senza calzini lasciato; forse idea avrebbe cambiato e si sarebbe lavato!
Si sarebbero nascosti in un angolo della stanza e vi sarebbero rimasti finchè egli non avesse capito la loro importanza!
La sera quando Giustino li sfilò l'uno all'altro l'occhietto scricchiò! Era il segnale concordato, il piano poteva essere attuato...strisciarono dietro la scrivania senza lasciare scia...li non li avrebbe mai trovati e avrebbero potuto osservare indisturbati; quando la mattina Giustino si svegliò più le sue calze preferite non trovò e a piangere scoppiò.
Nessun altro paio ne volle indossare e a piedi scalzi decise di andare...ma aimè nulla riusciva a fare nè le scarpe ad indossare.
Non poteva giocare nè camminare! Il terreno era ruvido e male gli faceva e i suoi calzini rimpiangeva!
Inoltre nessuno lo voleva aiutare perchè quella situazione qualcosa gli doveva insegnare!
Erano ormai cinque giorni senza calzini e nel vederlo in difficoltà eran divertiti quei muffini. Avrebbe forse imparato e si sarebbe lavato!
Ovunque Giustino li cercava ma proprio non li trovava; la mamma vedendolo così sconsolato gli diede un suggerimento davvero sensato; lei infatti compreso aveva che succedeva.
Così dal suo piccino andò e gli parlò: "Secondo me Giustino, mio caro  piccino, se ti lavassi i piedini tornerebbero i tuoi calzettini! Si sono solo stancati di venir dalla puzza nauseati ma ti vogliono ancora bene e torneranno da te come si conviene! Ti sono affezionati ma da te si son sentiti non rispettati! Prova e vedrai ragione mi darai!"
A Giustino proprio non andava ma grande nostalgia per loro provava; così con tutto se stesso si sforzò, i piedini si lavò e tanto li profumò.
Intanto i muffini lo guardavano e tanta gioia provavano!Davvero bene gli volevano e di tornare da lui l'ora non vedevano!
Così Pierino e Luigino fuori strisciarono e ai piedi del letto si collocarono.
Quando Giustino li ritrovò dalla gioia esultò e con loro si scusò!
Da quel giorno ogni sera i piedini si lavò e i suoi calzettini più muffini nessuno chiamò.
Per sempre assieme restarono e tante avventure affrontarono.
Avevano a Giustino insegnato le proprie cose a rispettare e a per scontate non dare e soprattutto i suoi piedini a lavare;)!!!!!

SE L'ACQUA NON AMATE OGNI TANTO COMUNQUE A SFORZARVI PROVATE!:) I VOSTRI CALZETTINI NON DIVENTERANNO MAI MUFFINI SE OGNI TANTO VI LAVERETE I PIEDINI! LE VOSTRE COSE RISPETTATE E CON CURA TRATTATE POICHè ANCHE SE SONO INDUMENTI NON CREDIATE SIANO SENZA SENTIMENTI:)
NON è BENE RISCHIARE DI SENZA CALZE IN INVERNO RESTARE E NON POTER GIOCARE!


mercoledì 13 febbraio 2013

TRA I PIRATI ECCO IL FINALE!

FINALMENTE SIETE GIUNTI FIN QUI E POTRò NARRARVI CHE SUCCESSE A QUELLI Lì!
INIZIAMO E TEMPO NON PERDIAMO!

La nostra ciurma a marciare continuava e il fumo sempre più si avvicinava!
Qualcuno là ci viveva o meglio ciò ai nostri pareva...
Dopo quattro ore di cammino faticoso si trovarono davanti uno spettacolo strepitoso: un villaggio abitato e ben curato...al centro un grande fuoco fumo emanava e un individuo legna vi sistemava...
C'erano poi decine di casine e alcune botteghine; un'enorme cascata alle spalle del villaggio stava: faceva un rumore spaventoso, mai sentito nulla di più fragoroso.
Era davvero un bel villaggio, doveva averlo pensato qualcuno di davvero saggio; gli abitanti eran tutti similmente abbigliati e parevano per carnevale mascherati.
Era probabilmente del luogo una tipicità conciarsi in quel modo là: sulla testa avevano piumini fucsia e celestini fossero uomini, donne o bambini...poi corte tunichette che lasciavano scoperte le gambette con in fondo curiose frangette.
I più anziani avevano rossi segni sul viso ma da dove eran situati i nostri non vedevano nulla di preciso; erano infatti un pò distante posizionati perchè non venissero subito individuati.
Millebalene la situazione osservò e di dirigersi al villaggio decretò.
Era un'impresa ardita, a Fragolino non molto gradita! Pensava sarebbero loro su quel fuoco finiti e come spiedi arrostiti; di certo quelle persone erano cannibali feroci lo si intuiva dalle voci!
Millebalene lo confortò e una pacca sulle spalle gli assestò: "Non temere piccino non ti faranno nulla Fragolino! Magari saranno cortesi e ci restituiranno provviste e arnesi...di certo loro li hanno rubati e vanno smascherati! Non bisogna temere le proprie ragioni di far valere. Saremo decisi ma educati e vedremo se saranno sfrontati! Ci dobbiamo provare altrimenti di qui sarà difficile via andare!"
Così la nostra ciurma partì e arrivò nel centro di quel villaggio lì; il capo gli si fece incontro con altri all'intorno.
"Stranieri chi siete? Cosa da noi volete?"
Millebalene la situazione educatamente spiegava e intanto Fragolino tremava...si vedea già spiedino, povero piccino...
Il capo del villaggio era però un tipo saggio, si chiamava Cuoredifaggio; una lunga treccia di capelli sulla sua schiena cadeva e truccato di rosso il viso aveva; mentre ascoltava a poco a poco il suo viso si rabbuiava.
"Ecco-Fragolino pensava- solo questa ci mancava...arrabbiare lo abbiamo fatto, ci ucciderà tutti di scatto!"
Ma ancora errava e di giudicare gli altri dal loro aspetto non si arrestava.
Cuoredifaggio così parlò e l'intero pubblico in silenzio ascoltò: "Niente del furto ho saputo nè veduto...temo di sapere di chi è la responsabilità...di alcuni giovani teppisti che abitano quà...mi vergogno di averli tra i miei abitanti poichè sono furfanti. Noi siam gente perbene rubare non ci appartiene. Loro però si divertono così e compiono queste sciocchezze quì...personalmente li andrò a cercare e le vostre cose vi farò ridare".
Così li lasciò e dopo non molto tornò con cinque ragazzacci con davvero l'aspetto di tipacci; assieme a due guardie li conduceva e un altro funzionario un carretto verso i nostri dirigeva.
A porre umili scuse Cuoredifaggio li obbligò e dal carretto i forzieri ai nostri ricosegnò e così parlò: "Perchè perdonarci possiate dite un desiderio che in cuore serbate! Ve lo esaudiremo così ci sdebiteremo!"
La nostra ciurma entusiasta si mostrò e del vascello raccontò; "Noi vi aiuteremo-disse Cuoredifaggio- il vostro mezzo di trasposto aggiusteremo! forza tempo non perdiamo, al vascello andiamo!"
Così tutti assieme lavorarono e la nave ripararono; persino la riverniciarono e le vele rammendarono; i lavori velocemente furono ultimati e i nostri a partire eran preparati! Avevano tutti collaborato e un capolavoro creato; nessuno si era lamentato o di aiutare rifiutato.
I nostri gli abitanti dell'isola salutarono affettuosamente, li avrebbero tenuti nel cuore eternamente!
Una ultima questione rimaneva, Fragolino che faceva?
Quel piccino triste era diventato, di lui che ne sarebbe stato?
Coi pirati decise che sarebbe andato poichè a loro si era affezionato aveva tante cose imparato tra le quali una che aveva un valore smisurato: nessuno dall'aspetto andava giudicato ma nel cuore guardato!
Il vascello fu caricato e ogni pirata imbarcato; al timone si mise Millebalene, come ad un capitano conviene!
Non appena salì Fragolino vide mille stelline quel piccino, gli occhi si stropicciò e sul suo divano si ritrovò...

Aveva sognato? o davvero sull'isola era stato? Questo mai lo scoprì nè più rivide quei pirati lì!
Eppure da quel viaggio tornò cambiato poichè a guardare nell'animo gli altri aveva imparato.
:) 

martedì 12 febbraio 2013

PIRATI!

ECCOCI DAI NOSTRI PIRATI TORNATI E SPERO SARETE PREPARATI! OGGI E DOMANI ANCOR CON LORO STAREMO POI FINALMENTE COME FINIRà LA LORO AVVENTURA SCOPRIREMO!

Fragolino aveva quindi imparato che anche il perdono era tra quei pirati coltivato...
la nostra ciurma doveva darsi da fare e qualcosa da mangiare trovare!
In più c'era anche un'altra questione che complicava la situazione: il vascello andava riparato e in mare riportato.
Nessun pirata voleva su quell'isola restare ma volevano tutti alla loro vecchia vita tornare!
Viti bulloni e attrezzi occorrevano ma dove trovarli potevano?
E inoltre quell'isola era ormai evidente essere abitata ma di che tipo era la gente lì situata?
Di certo erano dei ladri capaci...c'era almeno da sperare che non fossero malvagi...
Dovevano assolutamente i forzieri ritrovare non vi era altro da fare...altro tempo perdere non si poteva, agire occorreva.
Fragolino molta fiducia non aveva perchè un altro pregiudizio la sua mente invadeva...
nei suoi libri i pirati erano tutti svogliati...di espedienti vivevano e senza impegno le ore trascorrevano...navi altrui depredavano e con furti campavano...mai un pirata al lavoro aveva veduto ma di compiere scorrerie compiaciuto.
Fragolino era certo che non conoscessero di impegno il significato...ci avrebbe giurato!
Così quando proposero di partire per l'impresa quelli lì lui tra sè pensò così: "Non riusciranno mai a collaborare e faticare per i forzieri ritrovare...son abituati a le armi usare e non ingegno affinare nè tantomeno a tanto faticare...la guerra per mare li fa innamorare ma la fatica per terra di certo non li può attirare...si sà che in fondo son farabutti questi pirati brutti..."
Mentre così pensava Millebalene la ciurma incitava: " Forza! Mille missioni abbiamo affrontato e il nostro animo mai fu spaventato! Impegno e coraggio fanno un uomo saggio!!! Mia ciurma ce la faremo e via di quì ce ne andremo...tenete l'obiettivo davanti alla mente e procedete risolutamente! Forza partiamo e i nostri forzieri recuperiamo!"
Fragolino era sicuro si sarebbero presto arresi, avevano già volti tesi...la spugna avrebbero gettato e un'impresa più semplice avrebbero ideato...troppa fatica sarebbe costata l'isola a piedi investigata!
Quando Deodato fu su un tronco scivolato...ecco Fragolino pensò...un pretesto per rinunciare trovato! Avrebbero detto di non proseguire perchè nessuno si dovesse ferire...invece il nostro protagonista ancora una volta si sbagliava poichè quell'incidente non li fermava.
Aiutarono Deodato a rialzarsi e con un ramo una stampella a crearsi...la caviglia si era storta ma che importa?! Era troppo l'obiettivo importante per rinunciare in quell'istante...
Fragolino era stupito da quel che vedeva e ancora una volta a stento ci credeva.
Tre giorni passarono senza bere e mangiare e parevano non volersi fermare...alcune bacche trovarono e al nostro piccolo protagonista le donarono..."è un bambino, ne ha bisogno più di noi povero piccino!" così Millebalene aveva stabilito e tutti lo avevano applaudito!
Non vi dico lo stupore di Fragolino quando si vide donare l'unico cibo disponibile, poverino!!! Non sapeva come ringraziare, da dove iniziare...davvero a loro si cominciava ad affezionare...di avere cuori valorosi dimostravano e di stupirlo non mancavano...
All'improvviso Testadirame svenne per la fame...per forza idea avrebbero cambiato e progetto mutato pensava Fragolino...mica potevano continuare a marciare con in quelle condizioni quel poverino...Testadirame era tra l'altro di tutti il più magrolino...sembrava un pesciolino...le sue gambette eran due bastoncini che parevano ondeggiare al vento e reggerlo a stento...aveva unti capelli e nella mano sinistra gioielli...il tutto corredato da sudici pantaloni blu che assieme a lui quel giorno fecero Puffff! Infatti da terra più non si alzava e segni di vita non dava...
Di certo indietro sarebbero tornati a Fragolino parevano obbligati...
Ma tanto per cambiare si sbagliava poichè non accadde ciò che pensava!
Millebalene due dei più robusti a sè chiamò e di ricondurre Testadirame all'accampamento ordinò...in più a Fragolino se volesse continuare o indietro tornare domandò.
Muschio e Smaltato dopo  aver sulle spalle Testadirame caricato cominciarono indietro a tornare sperando di qualcosa di commestibile all'accampamento trovare e l'amico ristorare!
Il resto della ciurma proseguì e Millebalene disse così: "Da voi torneremo coi forzieri vittoriosi! Sono a noi sconosciuti animi timorosi! Forza proseguiamo e anche in nome loro la nostra meta raggiungiamo...vedo del fumo in lontananza...non è molta la distanza...credo che qualcuno si trovi lì...magari è proprio il covo di quei ladri lì!"
Così si salutarono e i tre indietro tornarono...Fragolino con Millebalene decise di rimanere per altre straordinarie cose vedere!
Non solo quei pirati amicizia e perdono conoscevano ma anche tanta voglia di lottare avevano...la fatica non li spaventava e l'aver fermo in animo una meta li rincuorava...tante cose stavano insegnando a Fragolino che marciava con loro nonostante fosse piccino...
Stava imparando quanto fossero i pregiudizi spesso privi di fondamento e se ne convinceva di più ogni momento...

DA DOVE QUEL FUMO ARRIVAVA? CHE POPOLO Lì SI CELAVA? I NOSTRI EROI NELLA LORO IMPRESA RIUSCIRONO? I FORZIERI RECUPERARONO? E IL VASCELLO? LO AGGIUSTARONO?
DOMANI A TUTTE QUESTE DOMANDE RISPONDERò E SPERO FELICI VI FARò:)

lunedì 11 febbraio 2013

ANCORA TRA I PIRATI!

è LUNEDì E LA NOSTRA SETTIMANA COMINCIA COSì!!!
IN COMPAGNIA DI FRAGOLINO E DEI PIRATI SPERO SARETE PREPARATI!!!

Il valore dell'amicizia aveva quindi il nostro protagonista trovato anche in coloro nei quali lo reputava insperato.
Cominciava a guardare quei pirati diversamente anche se, intendiamoci bene, non fiduciosamente!!!
Fragolino era un bambino diffidente, soprattutto verso chi aveva dal suo un aspetto differente!
Dopo aver PiedeMuffino salvato quella compagnia decise che con altro avrebbe pranzato; cercare ancora frutti di mare era un'idea che per quel giorno nessuno voleva più considerare.
Liscaliscia di aprire proponeva uno dei forzieri che la stiva del vascello conteneva...doveva esserci della frutta laggiù o noci tuttalpiù!
Era un'avventura ogni dì trovar qualcosa da mangiare per quelli lì.
Tutti concordarono e verso la stiva si avviarono!
Liscaliscia li guidava e la grigia barba si scompigliava; i suoi occhi neri parevano sinceri...aveva sul viso un'enorme cicatrice, ricordo di un duello non felice.
Indossava pantaloni blu con grandi toppe su e giù...inoltre una casacca dorata su una vecchia camicia era annodata...in testa un cappellaccio che gli dava un'aria da tipaccio...però a meglio guardare poteva malvagio non sembrare.
Verso la stiva si incamminava e nei pantaloni inciampava...aveva un davvero buffo modo di camminare, pareva zompettare.
Ma una brutta sorpresa li aspettava...la porta della stiva era stata forzata...qualcuno vi era entrato ma chi poteva essere stato???
MilleBalene fu avvertito e ne fu indispettito...chiamò Barbarugoso e Pescello che erano posti a guardia del vascello.
"Per mille mari dal vento funestati da chi distratti siete stati? Chi è entrato nel vascello? Che affare non bello! Qualcuno vi si è introdotto e ha rubato là sotto!"
Le guardie non sapevano dare una spiegazione e si prospettava non bella la situazione.
In più dalla nave confermavano che là sotto tutte le provviste mancavano.
E adesso che  diamine fare? A cosa pensare? Cosa in momenti di difficoltà mangiare? E ora anche gli attrezzi per riparare il vascello venuti a mancare!!!! Come rimediare?
Queste domande tutti si ponevano e attorno si guardavano...impronte cercavano per scoprire dove i ladri si trovavano...
Quindi quell'isola era abitata e non come credevano abbandonata!
Fragolino già si immaginava la fine che alle guardie spettava! Di certo prima si erano dimostrati amici fedeli ma ora avrebbero mostrato quanto erano crudeli...non c'era speranzza in quella circostanza...i libri non potevano mentire in malo modo la loro vita sarebbe dovuta finire...solitamente i capitani non avevano pietà per chi sbagliava come quelli là...
Eppure Fragolino ancora si sbagliò e cosa successe non indovinò;  Barbarugoso e Pescello piangevano amaramente per il derubato vascello: "Capitan Millebalene ci saremo addormentati eravamo davvero molto assonnati...avevam passato due notti senza dormire e abbiam creduto di poter un pò poltrire...così forse ci siamo appisolati e i ladri ci hanno fregati...scusateci scusateci tutti ci siam comportati come farabutti!"
Davvero lacrime scendevano sui visi di quei due sventurati che a vederli vi sareste anche voi sconfortati...
Fragolino era a vedere il peggio preparato e già un delirio si era immaginato...Millebalene li avrebbe infilzati come spiedini, poverini! O peggio li avrebbe in mare gettati e dagli squali sarebbero finiti divorati...o ancora di fame lasciati perire o in atroci modi fatti soffrire...
Ma ancora il nostro protagonista errava poichè niente di ciò a Barbarugoso e Pescello spettava.
Millebalene a loro si avvicinò e qualche istante in silenzio restò...nessuno fiatava solo il  pianto di quei due si ascoltava.
Il capitano così parlò all'improvviso con tono deciso: "Barbarugoso e Pescello è senza provviste ormai il vascello! Ma di piangere smettete poichè nulla risolverete. Alzatevi e ad impegnarvi preparatevi! Serve di ognuno di noi la collaborazione per risolvere la situazione! A cercare nuove provviste andiamo e non ci arrendiamo! Magari anche i nostri forzieri ritroveremo e chi ha rubato incontreremo!"
I due si alzarono e col resto della ciurma marciarono...
Fragolino non sapeva che spiegazione dare...quei tipi sapevano perdonare...
La forza di ricominciare li avrebbe potuti salvare, avevano saputo un errore comprendere e non crudeli decisioni prendere...
Fragolino capì che sapevano anche perdonare quelli lì; gli avevano insegnato che un amico che ha sbagliato va se possibile perdonato per poter insieme proseguire e dopo le difficoltà gioire!

NON FINì COSì! DOMANI VI ASPETTO QUI!
:)

domenica 10 febbraio 2013

TRA I PIRATI!!!!!!

ECCOCI QUI PRONTI A RIPARTIRE E CHE SUCCESSE A FRAGOLINO A SCOPRIRE!!

Si era quindi a quella ciurma unito e ne era abbastanza divertito.
Tutti insieme si incamminarono e qualcosa con cui pranzare cercarono.
Alitodifunghi un pirata coi capelli lunghi suggeriva di cercare frutti di mare vicino alla riva.
Mentre agli altri parlava un puzzo enorme emanava! Erano mesi che non faceva un bagnetto quel poveretto!
Direte voi...e non poteva nel mare sciacquarsi?
Certo lo avrebbe potuto fare se non gli fosse piaciuto sporco stare...lui amava star così e che ci possiamo fare noi da qui?! Mica vorrete partire e andare fin lì!!! Tanto a lavarsi nessuno lo convincerà è questa la dura realtà!
Quel pirata aveva poi una dentiera sgangherata e una vocetta sguaiata!
Se non era della ciurma il più brutto aveva di certo più di tutti l' aspetto del farabutto...Fragolino ne era spaventato e lontano da lui situato!
Non era un tipo racccomandabile anche se gli altri lo giudicavano affabile...
Avevano comunque l'aspetto di tipacci e scarpe senza lacci!
Fragolino diceva tra sè e sè: "Dove son finito guarda te! come vorrei a casa tornare, è necessario che quest'isola riesca a lasciare! anche se non mi sembrano così malvagi questi  pirati di certo nulla posso imparare da tali scapestrati!"
Non sapete quanto si sbagliava poichè proprio da loro tante cose per imparare stava!
La ciurma sull'Alitodifunghi suggerimento si era avvicinata alla riva in un momento.
A Fragolino sembrava si guardassero l'un l'altro con sospetto e senza rispetto; aveva tante volte sentito di come un pirata fosse stato tradito...nei libri che leggeva era gente che buon cuore non aveva...eran spietati combattenti con coltelli tra i denti!
All'impprovviso accadde un fatto che l'opinione di quel bimbo cambiò di scatto.
Piedemuffino, famoso per la puzza del suo  piedino, era uno dei pirati di statura più piccolino e si era dalla riva allontanato con la speranza che tanti frutti di mare avrebbe trovato.
Però poverino il terreno era mancato da sotto il suo unico piedino e non sapeva nuotare quel piratino!
Si era spinto troppo al largo senza rendersene conto e ormai gli era impossibile il ritorno!
La sua sola gamba destra poi non lo aiutava e difficoltà gli creava!
La sinistra era tra le fauci di uno squalo finita in una missione per mre fallita!
Piedemuffino urlava urlava e aiuto implorava!
Verso di lui si voltarono tutti quelli con quell'aspetto da farabutti.
Fragolino già immaginava quel poverino che affogava....lo avrebbero di certo lasciato lì poichè i pirati non conoscono pietà...è così...tutti ne sono a conoscenza...sono privi di clemenza! Ognun pensa per sè, esiste l'io ma non il te!
Come il nostro protagonista si sbagliava mentre ai suoi pregiudizi si abbandonava...
Credeva che quella che leggeva fosse la sola realtà ma era ben diversa la verità...ai suoi occhi non credette quando a ciò che sto per raccontarvi assistette...
I pirati, che al contrario di ciò che penserete non erano ottimi nuotatori ma solo del mare amatori, una catena umana formarono e verso Piedemuffino la indirizzarono.
A riva restarono alcuni dei più anziani tra cui Lupo e Tregatticani che nonostante l'età di spirito ne avevano a volontà...
Per mano tenendosi tutti, adesso davvero non parevano farabutti...
A seguire Liscaliscia, Bastiano e Pausetto che non avevano un confortante aspetto...
e poi ancora Bandierablu, Gustavo e Perdiquassù...erano insomma una ventina più o meno contando anche Arcobaleno che era uno degli ultimi ad essersi alla ciurma unito ma era a tutti assai gradito...
Per ultimo in mare aperto Millebalene come un capitano che si conviene!
L'un all'altro "OISSA OISSA!" gridavano e a resistere si incitavano...la corrente era infatti forte enormemente e riuscire a non staccare le mani un'impresa sorprendente.
PiedeMuffino si era ad una roccia aggrappato ma era ormai stremato...e sperava di non venire dal mare risucchiato....
Millebalene riuscì la sua mano ad afferrare e : "Tirate ora!" cominciò a gridare!
L'umana catena retrocedeva e resisteva!
In pochi minuti tutti a riva tornarono, assieme esultarono e cosa straordinaria si abbracciarono.
Fragolino a quel che vedeva non credeva...quegli uomini dall'apparenza così brutale avevano dimostrato un cuore niente male!
Tutti Piedemuffino rincuorarono e come stesse gli domandarono...Fragolino era ancora sbalordito quello spettacolo era davvero gradito!!!!
L'amicizia era davvero un tesoro senza paragoni tra quei bricconi...il nostro protagonista capì che avrebbero dato la loro propria vita quelli lì per salvare un amico in difficoltà se ve ne fosse stata necessità.
Fragolino si era sbagliato e dal loro aspetto era stato ingannato. Ancora però non era totalmente fiducioso ma un pò timoroso...

COSA ANCORA GLI CAPITò? ALTRE COSE IMPARò?
ALTRE SORPRENDENTI AVVENTURE DOVETTE AFFRONTARE PER POTER GRANDE DIVENTARE! E L'ASPETTO DI QUEI PIRATI FU PER LUI UNO DEGLI INGANNI PIù SMISURATI! Sì QUELLI CHE VEDEVA ERANO INUSUALI E BRUTTI MA NON NASCONDEVANO DI CERTO CUORI FARABUTTI!