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SE VUOI TORNARE BAMBINO QUI SEI NEL POSTO GIUSTO...ENTRA NELLA PAGINA FAVOLIAMO E SCOPRI PERCHè NASCE QUESTO BLOG! IO SONO ARIANNA E QUELLO CHE AMO FARE è SCRIVERE FAVOLE...PER BAMBINI E PER ADULTI...PERCHè AD OGNI ETà SI PUò SOGNARE! NELL'ARCHIVIO TROVERAI TUTTE LE MIE FAVOLE...ALCUNE SONO A PUNTATE ALTRE NO...TUTTE CONTENGONO UN Pò DI ME....E ANCHE UN Pò DI TE... FAVOLIAMO
"TUTTI I GRANDI SONO STATI BAMBINI, MA POCHI DI ESSI SE NE RICORDANO"(IL PICCOLO PRINCIPE)

venerdì 31 maggio 2013

LA FUGA DI RE CARCIOFINO

L'AVVENTURA DEL WEEKEND STA PER INIZIARE!
NEL MEDIOEVO DOBBIAM TORNARE!
LE VICENDE DI UN REAME VI VOGLIO RACCONTARE!

Una mattina come le altre al villaggio si credeva stesse per iniziare ma non così dovette quella volta andare.
Il gallo cantava e il sole spuntava  ma un'aria diversa si respirava...
qualcosa di diverso c'era ma che fosse nessuno ancora comprendeva.

Quando Lazzaro il suo signore si recò a svegliare un'amaro boccone dovette ingoiare.
Ma prima un passo indietro facciamo e dove ci troviamo scopriamo.
Siamo nel reame di Re Carciofino, sovrano da quando era assai piccino.
Mai un re più coraggioso si era conosciuto...nè un animo più nobile si era nei dintorni veduto.

Eppure il popolo soddisfatto non era ed enormi critiche a quel sovrano faceva.
Quanto quello si impegnasse nessuno vedere pareva e che avesse una vita fatta solo di agi ogni suddito credeva.
Tanto ciò era sbagliato poichè l'animo di quel re non si era mai riposato! Sempre per ognuno si preoccupava e ad ogni persona il suo aiuto di cercar portava.
Capita spesso però che certe cose si diano per scontate e non vengano giustamente valutate.
Se Carciofino qualcosa di bello faceva, ecco subito "è il suo dovere! ci mancherebbe altro!" qualcuno diceva.
Se quel sovrano a dare il suo contributo si affrettava..."e che cosa dovrebbe fare? Con tutto quel che ha è ovvio che debba qualcosa donare!" subito qualcuno affermava.
E mica di nascosto o tra di loro quei sudditi se lo dicevano!
NO!NO! Proprio di fronte a Carciofino quelle affermazioni facevano.
E quello che tanto sensibile era davvero si dispiaceva.
Come fare per accontentare il suo reame non sapeva...di non far mai abbastanza gli pareva.

Tanto lo facevano soffrire...erano anni che non poteva quel sovrano gioire.
Eppure davvero meraviglioso sarebbe stato se quel popolo lo avesse almeno un pochino gratificato.
Conto nessuno si rendeva di quanto impegno quel re in ogni cosa metteva.
Il suo era un mestiere faticoso...governare non è sempre meraviglioso.
Enormi responsabilità aveva e occuparsi di tutti doveva.
Mai riposare poteva...sempre un occhio aperto tener doveva.
Se qualcuno una mucca perdeva lui a cercarla andar doveva.
Se un drago il reame minacciava lui in prima fila lo affrontava.
Se discutere con altri sovrani si doveva...era lui che lo faceva.
Pace garantiva e davvero  in ciò assai bene riusciva.
Quelli dei reami vicini conto si rendevano di che fortuna i sudditi di Carciofino avevano.
Vedevano quanto quel re si impegnasse e non vi era nessuno che non lo lodasse.
Ma dai suoi ailui nessuna soddisfazione riceveva e a che, allora, esser re valeva?

Così più non ce la faceva  e di lasciare il suo palazzo deciso aveva.
A nessuno sarebbe mancato...nemmeno la sua assenza avrebbero notato.
Questo lui credeva e così una valigina faceva e di notte in marcia si metteva!
Ora che ciò sapete la storia seguir potrete.

Lazzaro era del re fedele servitore e voleva assai bene al suo signore.
Ma nemmeno lui tanto glielo dimostrava eppure sempre al suo fianco stava.
Così quando quella mattina lo andò a chiamare solo un letto vuoto potè trovare!
Per tutto il palazzo cercò ma Carciofino non lo trovò.
A gridare iniziò e forte il suo re chiamò.
Ma a nulla valeva...sparito il sovrano era!
Così Lazzaro l'allarme dava e l'intero reame si radunava...

DOVE CARCIOFINO FINITO ERA?
E IL POPOLO CHE FACEVA?
DI AVER SBAGLIATO COMPRENDEVA O SENZA RE RIMANEVA!
PER TUTTO IL WEEKEND IN QUESTO REAME DOBBIAMO STARE!
OCCORRE PAZIENTARE!
:)

giovedì 30 maggio 2013

L'AVVENTURA DI CAPITAN SDENTATO

L'ULTIMO EPISODIO STA PER ARRIVARE E VI POTRò CHE SUCCESSE A SDENTATO RIVELARE!
FORZA PARTIAMO E TEMPO NON PERDIAMO!

Così sull'isola a tastoni i nostri procedevano e poco o nulla vedevano.
In un bosco si inoltrarono e che lì non vi era nebbia notarono.
Almeno ora vedersi l'un l'altro potevano e con più velocità procedevano.
Erano ore che camminavano e un enorme calderone al centro di uno spiazzo notarono; alla vista di quello si arrestarono e che fare si domandarono.
Capitan Sdentato di nascondersi proponeva...mentre per Muffino e gli altri andarsene in fretta meglio era.

Ma come sempre la meglio al capitanò toccò e a lui la decisione spettò.
Così tutti si  nascondevano e che succedesse qualcosa attendevano.
All'improvviso il terreno iniziò a tremare e sembrava che tutto attorno dovesse crollare!
Di un terremoto si doveva trattare o di qualcosa di davvero grande che stava per lì arrivare!
Il respiro i nostri trattenevano e l'uno all'altro si stringevano.
Sdentato curioso era e la testa fuori da un cespuglio metteva e a quel che vedeva non credeva.
Due enormi dragoni violetti si avvicinavano ed attorno al calderone si posizionavano.
Quel terremoto i loro piedoni causato avevano...enormi macigni parevano.
Uno dei due un cucchiaio di legno in mano teneva e nel calderone lo immergeva...mescolava mescolava e i baffi si leccava.
Qualcosa cucinando stavano...
e a papparsela forse si preparavano.
Ma quando il drago col cucchiaio quell'attrezzo fuori dal calderone tirò ognuno che cosa conteneva notò.
Di biglie pieno era! E "YUPPI!" Sdentato a sè stesso diceva.
Sarebbe bastato una di quelle prelevare e ad Olga portare!
Senza volerlo alla soluzione erano arrivati....davvero fortunati erano stati!
Questo solo il capitano lo pensava poichè ognuno della ciurma andarsene desiderava!

Sdentato tutti li radunò e il suo piano a quelli bisbigliò...un'esca occorreva creare e i draghi dal calderone allontanare! Poi approfittando dell'assenza di quelli una biglia rubare e viaaa di corsa scappare!
Avreste dovuto vedere le facce di quelli lì mentre ascoltavano il capitano parlar così...
sbiancati erano e di volerlo aiutare di certo sicuri non erano.
Ma Sdentato di esser dei vigliacchi li accusava e il loro orgoglio pungolava.
Così decisero di accettare e il loro contributo dare!
In tre da esca fare dovevano mentre gli altri la biglia prendevano.
I tre fortunati, LiscaLiscia, Sbarbato e Codadigatto furono scelti ad estrazione poichè nessuno voleva trovarsi in quella posizione.
L'uno sulle spalle dell'altro salirono e centinaia di foglie addosso si misero...con palme intrecciate una testa di drago venne creata e sul capo di Codadigatto collocata!
Così quei tre l'uno sull'altro impilati come fossero una femmina di drago furono acconciati.
Quella bestia davvero grande era e una vera draghessa pareva!
I due mostri violetti non appena quella creatura videro in brodo di giuggiole finirono!
Davvero carina era!
Mai nessuno lì prima di allora vista l'aveva!
Subito ad inseguirla iniziarono e "Femati un momento!" le gridavano.
Ma LiscaLiscia, Sbarbato e Codadigatto correvano e allontanar i draghi dal calderone facevano.
Gli altri così con l'aiuto di Sdentato di una biglia si impossessarono e verso il vascello andarono.
Intanto gli ormeggi slegarono e a fuggir si prepararono.
I nostri tre intanto correndo nella boscaglia inciampavano e a terra ruzzolavano.
Il travestimento cadeva e il loro reale aspetto ora visibile era.
I draghi di esser stati truffati capirono e si imbestialirono.
I nostri dal fogliame che li avvolgeva si liberarono e in tutta fretta verso la nave si indirizzarono.

Quei mostri li inseguivano ma a salire a bordo prima di essere acciuffati i nostri riuscirono!
Salvi erano! Scappar di lì ora dovevano!
I draghi  intrappolati dalla nebbia erano e il vascello proprio non lo vedevano.
Così all'isola di Olga i nostri tornarono e la biglia le consegnarono.
Quella al posto dell'occhietto la collocò e piena di gioia si mostrò.
Ora poteva la sua scopa guidare e Sdentato al tesoro portare.
Mentre loro due verso il forziere volavano, gli altri della ciurma che sarebbe loro toccato si domandavano...
Che Sdentato li avrebbe ricompensati dubitavano e davvero scarsa fiducia provavano.
Alcuni di aver rischiato la vita per nulla credevano e un milione di lamentele facevano.
Intanto Olga tre giri nel cielo faceva e un arcobaleno con la scopa dipingeva.
Nell'arancione entrarono e come per incanto in un'altra isola si ritrovarono.
Sdentato non comprendeva ed estasiato era...nulla di così bello mai veduto aveva.

Olga tre palme contò e di scavare a Sdentato ordinò...
Quello ascolto le dava e senza sosta le mani nella sabbia affondava.
Qualcosa sentiva ma che fosse non capiva...
Del forziere si trattava!
Ora una mano lo afferrava.
Fuori lo tirò e davanti a sè e ad Olga lo collocò.
"Come sapevi dov'era questo celato?
Cominciavo a sospettare che qualcuno se lo fosse inventato!"
"Io stessa ho qui il forziere collocato...di mio padre, il capitano Barbagru, questo tesoro è stato!
Lui lo ha a me lasciato e di donarlo al migliore dei capitani pregato!
Tanti a convincere ho provato ma solo tu di me ti sei fidato!
Coraggio hai dimostrato e mi hai il to aiuto donato!
Te lo sei meritato!"
Sdentato il forziere apriva e vedendone il contenuto tanto gioiva...
Milioni di pietre preziose conteneva...mai vedute così tante ne aveva!
Ma ora una decisione prendere doveva e Olga così diceva:
"Tutto ciò potrai avere se accetterai i tuoi di non rivedere! Dei mari il re diventerai e gloria eterna avrai ma indietro tornare non potrai!
Questo tesoro ad una sola persona può appartenere e chi con sè lo decide di tenere compagnia non potrà avere!
Un nuovo vascello potrai costruire e della tua celebrità gioire!
Di scegliere la gloria eterna hai l'opportunità...è un grande dono in verità!
Non ci dovresti nemmeno pensare e subito accettare!
Ti sei questo successo meritato! Sei il miglior capitano che si sia mai incontrato!"

Ma Sdentato ci pensava e a piangere iniziava...tutte le avventure con la sua ciurma in mente gli tornavano e già i suoi gli mancavano.
Non avrebbe mai potuto alle gioie dello star con qualcuno a cui voleva bene rinunciare...nessuna ricchezza le avrebbe mai potute comprare!
Così Olga ringraziava e il tesoro sotto la sabbia ricollocava.
Dai suoi voleva tornare...di aver il successo ora non gli poteva meno importare.
La fattucchiera lo accontentò e indietro lo riportò.
Quello alla ciurma tutto raccontò e ognuno di quegli uomini a bocca aperta restò.
Mai ci avrebbero creduto che Sdentato avrebbe per la loro amicizia il tesoro delle Balene ceduto.
Nonostante lo avesse tanto desiderato non avrebbe agli affetti per quello rinunciato.
Olga salutarono e sul vascello balzarono.
Il capitano al timone si metteva e verso nuove avventure si dirigeva.
Non si era in quell'impresa di denaro arricchito ma qualcosa di ben più importante aveva capito...Nulla l'affetto dei suoi sostituire poteva...era la cosa più bella che aveva.
Il loro capitano per sempre sarebbe stato e avrebbe con quelli tanti rischi affrontato e trionfi guadagnato!
Quando la notte calò sul ponte di prua a cantar si iniziò...il capitano i suoi guardava e che fosse quella la vera felicità per lui pensava.
Erano quelli i momenti che lo avevano spinto al tesoro delle Balene lasciare e che lo facevano di gioia scoppiare.

TUTTI AVEVA QUEL CAPITANO STUPITO...ED IN FONDO OGNUNO CHE FOSSE DI NUOVO AL TIMONE NE AVEVA GIOITO...ANCHE UN CAPITANO PUò QUALCOSA IMPARARE...CI SONO MOMENTI AI QUALI PROPRIO NON SI PUò RINUNCIARE...E DI CERTO IL PIù GRANDE TESORO NON LO SI PUò IN UN FORZIERE TROVARE...BASTA SAPER CON NUOVI OCCHI QUELLO CHE SI HA GUARDARE!

mercoledì 29 maggio 2013

L'AVVENTURA DI CAPITAN SDENTATO

SDENTATO PIù NELLA PELLE NON RIUSCIVA A STARE! DI QUEL TESORO SI VOLEVA IMPOSSESSARE! QUALUNQUE MISSIONE ERA DISPOSTO AD AFFRONTARE!

Capitan Sdentato in trepidazione stava e che Olga gli rivelasse la missione da affrontare aspettava.
La fattucchiera ancora una volta se fosse convinto gli domandò e quello "certo che sì" replicò.
Così quella a parlare iniziò e cosa doveva fare a Sdentato rivelò.

"Se un occhietto per me vorrai trovare come ti ho già detto dov'è nascosto il tesoro ti potrò rivelare.
Devi all'isola dei draghi arrivare e lì qualcosa di davvero pericoloso dovrai affrontare.
Quei mostri tante biglie nel loro villaggio fabbricano ogni dì e possono essere usate come occhietti quelle lì!
Sono infatti palline stregate che possono guardare se indossate!
Una al posto del mio occhietto che non c'è più vorrei collocare e tu me la dovresti procurare!
I draghi però volentieri non le cedono e che qualcuno gliele sottragga costantemente temono!
Sotto sorveglianza le tengono e ad ogni costo le difendono.
Tanta furbizia dovrai usare...quelle creature non si lasciano facilmente fregare...in più di marinai si dice che i marinai amino mangiare ed in spiedini trasformare!
Se a riportarmi una di quelle biglie riuscirai il tuo premio avrai.
Io sulla mia scopa finalmente risalire potrò e al tesoro delle balene personalmente ti condurrò!
Allora sei disposto ad accettare? Sappi che non potrai indietro tornare!"

La ciurma guardava Sdentato e sperava idea avesse cambiato!
La faccia di TopodiMare avreste dovuto vedere...agli occhi degli altri più bianco di un lenzuolino doveva parere.
Tutto tremava e grande e grosso com'era assai buffo sembrava.
Per non parlare di Muffetto che piagnucolava come un bambinetto.
Insomma nessuno di quelli voleva il capitano assecondare...come biasimarli? Chi uno spiedino vorrebbe diventare?

Ma secondo voi idea cambiato aveva!?
Per mille pecorelle impossibile era!
Infatti Sdentato sempre più deciso sembrava e tutti a seguirlo obbligava.
Ad un ammutinamento quella ciurma pensava ma poi di non lasciar solo il capitano pensava.
Lui tante volte li aveva aiutati e verso il successo guidati...
Così acconsentirono e sulla nave risalirono.
Olga che fin lì li aveva riaccompagnati si accertò che a raggiunger l'isola dei draghi fossero preparati.

Ultime indicazioni loro fornì e indicò all'orizzonte la meta per quelli lì.
Ma l'isola non si vedeva...totalmente avvolta dalla nebbia era.

Ciò nessuno rasicurava e per dire il vero anche Sdentato in cuor suo  un pò si preoccupava.
Comunque al timone il capitano si posizionò ed un "a presto!" ad Olga urlò.
Quella con la mano li salutò e nella radura tornò; fiduciosa era poichè in quel capitano credeva.

Così quella ciurma il vascello verso l'isola dirigeva e nella nebbia si immergeva.
Dovettero per diverse ore navigare poichè la mancanza di visibilità non li faceva veloci andare.
L'isola dovettero aggirare e trovare un ormeggio al quale attraccare.
Nemmeno l'un l'altro si vedevano e a tastoni procedevano.
Ad un palmo dal proprio naso nessuno nulla scorgeva ed ognuno della ciurma lamentele faceva.
Sdentato li rimproverò e di codardìa li accusò.
Quelli che assai orgogliosi erano all'istante la smettevano.
Coraggio ostentavano e a procedere l'un l'altro si incitavano.
In realtà come fogliette tremavano ma assai bene lo dissimulavano.
Giù dal vascello balzarono e su una spiaggia umidiccia si ritrovarono!

E ORA DOVE ANDARE? DA CHE PUNTO COMINCIARE?
ANCORA DEVI PAZIENTARE MA DOMANI OGNI COSA TI POTRò RIVELARE!
:)

martedì 28 maggio 2013

L'AVVENTURA DI CAPITAN SDENTATO

SULL'ISOLA ERA IL NOSTRO CAPITANO ARRIVATO!
IL TESORO DELLE BALENE VERRà DA LUI TROVATO?
LA SECONDA PUNTATA STA PER ARRIVARE STATE BENE AD ASCOLTARE!

Capitan Sdentato convinto di trovare il tesoro era e per nulla si arrendeva.
Proprio per questo su quell'isola era approdato sperando che qualcuno lo avrebbe aiutato.
La sua ciurma, come già vi ho rivelato, poca fiducia riponeva in quell'idea di Sdentato.
L'isola da un folto bosco coperta era e nulla di più che alberi si scorgeva.
In quella radura i nostri uomini si inoltrarono e di andarsene rapidamente sperarono.
In effetti quel posto per nulla rassicurante era e a quella ciurma inquietudine metteva.
Nonostante fossero uomini valorosi in  quel frangente non si mostrarono certo dei coraggiosoni.

Ma Sdentato procedere velocemente li faceva e che si fermassero non permetteva.
Li incalzava e a proseguire li spronava.
Quando nel mezzo della radura si trovarono che di fronte a loro vi era un villaggio notarono.
Quell'isola abitata era e ciò di buon umore tutti metteva.
Avrebbero a qualcheduno potuto domandare e magari maggiori indicazioni farsi dare.
Così tra le casette cominciarono a gironzolare e ad alcuni abitanti si provarono a presentare.
Quelli con sospetto li guardavano poichè di certo rassicuranti non sembravano.
Quella ciurma paura metteva non ve ne era uno solo tra loro che tranquillità trasmetteva.
In più proprio un buon odorino non facevano e usciti da chissàdove parevano.
Quelli del villaggio ne avevano paura e di dar loro poca confidenza avevano cura.
Così provavano a domandare ma nessuno indicazioni pareva volergli dare.
Quasi per arrendersi e tornare indietro stavano quando ad un tratto di fronte ad un'isolata casetta si arrestarono.
Sdentato di bussare proponeva e che era l'ultimo tentativo prometteva. Anche perchè di non essere graditi comprendevano e tornare al vascello volevano!
La proposta del capitano accettarono e che quello bussasse aspettarono.
Un'anziana signora venne ad aprire e davvero strana a quelli dovette apparire.
Tutta gobba era ed un solo occhietto aveva...un fazzoletto in testa portava e a camminar con un bastone si aiutava.
Quando la videro quelli della ciurma per un attimo trasalirono...
Tutto l'aspetto di una fattucchiera aveva...e non si ingannavano poichè tale ella era.
Una vocina stridula emetteva e i nostri accomodare enlla sua casetta faceva.
Quel posto pieno di  ragnatele era e polvere dovunque si scorgeva.
Poi tanti barattolini vi erano che salamandre e insetti vari contenevano.
Proprio di una strega si doveva trattare, nessuno ora ne poteva dubitare.
Non dovettero a lei la situazione spiegare...anzi quella non fece nemmeno Sdentato cominciare a parlare...
"Sono Olga la fattucchiera e sapevo che la vostra visita imminente era.
Sdentato sò perchè ti trovi qui e trascini questi uomini dietro di te così...io sono l'unica che indicazioni sul tesoro ti può fornire...e grazie a me potrai ad impossessartene riuscire...
Io te lo dirò ma qualcosa in cambio ti chiederò.
Sapevo saresti arrivato e sei proprio tu il capitano che ho sempre cercato.
Solo del tuo valore mi posso fidare e sapevo la tua ambizione ti avrebbe fin qui fatto arrivare!
Io di possedere due occhietti ho la necessità altrimenti non posso più esercitare la mia attività.
Dall'ordine delle streghe mi vogliono allontanare poichè non posso con un solo occhio più la mia scopa guidare! Solo tu mi puoi salvare!
Di un occhio ti devi impossessare e ti dirò dove poterlo trovare ma qualcosa di spaventoso dovrai affrontare...sei disposto a rischiare?"

La ciurma "no" con la testa faceva ma Sdentato caso non ci faceva e subito "sì" diceva.
Quel tesoro ad ogni costo voleva e disposto a tutto era!
Olga lo invitò a meglio alla questione pensare poichè era davvero pericolosa da affrontare; ma quel capitano deciso era e nulla fargli cambiar idea ormai  poteva!

DOVE L'OCCHIO AVREBBE POTUTO TROVARE?
COSA AVREBBE DOVUTO AFFRONTARE?
E IL TESORO DAVVERO ESISTEVA? TROVARLO SI POTEVA?
A DOMANI!
NON MANCARE!
:)

lunedì 27 maggio 2013

L'AVVENTURA DI CAPITAN SDENTATO

SUL VASCELLO DI CAPITAN SDENTATO OGGI DOBBIAMO ANDARE QUINDI AD UN'AVVENTURA PER MARE VI DOVETE PREPARARE!

Capitan Sdentato un bellissimo vascello possedeva e sempre per mari la sua vita trascorreva.
Un aspetto rassicurante non aveva ... totalmente senza denti era!
In testa un cappellaccio teneva e pantaloni a pallini sempre indosso aveva.
Inoltre una gamba gli mancava poichè un coccodrillo se l'era divorata.
Lunghi capelli e baffoni sfoggiava e per mari gli altri capitani spesso terrorizzava.
Pieno di coraggio era e paura di nulla aveva.

Quelli che al suo fianco sul vascello stavano di certo un miglior aspetto non sfoggiavano.
Erano una decina di uomini forzuti da tutti temuti...un gran cervellino non possedevano ma grandi muscoli avevano.
A per tutti pensare c'era Sdentato da tutti quelli venerato.
Assai furbo era e sempre una soluzione in mente aveva...mai si arrendeva e ciò per un bravo capitano essenziale era.

Durante l'avventura che vi sto per raccontare diversi ostacoli dovettero Sdentato e i suoi affrontare.
Infatti alla ricerca del tesoro delle Balene erano e trovarlo ad ogni costo volevano.
Le leggende dei marinai di tal forziere narravano ma solo indicazioni sommarie su dove si trovasse davano.
Pareva milioni di pepite dovesse contenere e si diceva che mai nessuno un tesoro così enorme avesse potuto vedere.
Sdentato da anni alla ricerca di quello andava e non si arrestava.
Nel frattempo centinaia e centinaia di piccole gemme e soldini aveva trovato...mostri marini affrontato, mari sconosciuti dominato e tanti terrorizzato.
Famoso era diventato ma ancora ciò che cercava non aveva trovato.
Se il tesoro delle Balene avesse tra le sue mani avuto di certo ogni marinaio il migliore dei capitani di tutti i tempi lo avrebbe creduto!
Nelle leggende di lui si sarebbe parlato e da tutti il suo coraggio sarebbe stato lodato.

Dovunque cercato lo aveva ma a nulla valso era.
Tutta la ciurma aveva iniziato a pensare che di una bugia si dovesse trattare e quindi voleva all'impresa rinunciare.
L'unico che non si arrendeva ovviamente capitan Sdentato era.
Quello il chiodo fisso del tesoro delle Balene aveva e ad ogni costo trovarlo voleva.
Ogni dì di aprire il forziere si immaginava e su quel che vi poteva trovare fantasticava.

La ciurma però in subbuglio era e più proceder non voleva.
Altri tesori era meglio cercare e a quello rinunciare.
Gran tempo buttando stavano e tanto con Sdentato si lamentavano.
Un ammutinamento si rischiava anche perchè quella ciurma non si placava.
Così Sdentato si fece un'idea venire e sperò nel suo intento di riuscire.
Un'ultima settimana volle a disposizione per poter risolvere la situazione.
Se in sette giorni il tesoro non avessero trovato ci avrebbero rinunciato!
Gli fece però giurare che in quel lasso di tempo si sarebbero dovuti enormemente impegnare.
Un ultimo tentativo occorreva fare poichè Sdentato quel forziere voleva ad ogni costo acchiappare.

Così il capitano la nave verso l'isola più vicina dirigeva poichè trovar qualcuno che indicazi9oni gli potesse dare voleva.
La ciurma poco ci credeva ma il giuramento fatto a Sdentato mantener doveva.

SULL'ISOLA QUALCOSA A TROVAR RIUSCIRONO?
O NELL'IMPRESA FALLIRONO?
:)

domenica 26 maggio 2013

DIVENTARE UN PALADINO

ECCOCI ALLA PUNTATA FINALE ARRIVATI! TUTTI I MISTERI VERRANNO SVELATI!
CE LA FARà IL NOSTRO CIPOLLINO A DIVENTARE UN PALADINO?

Cipollino così preso dai dubbi era e quasi certo di essersi sbagliato era.
La decisione sbagliata di aver preso credeva e già fallito si vedeva.
Eppure il suo cuore non si arrendeva e di sperare non smetteva.
Ma ora vi era un drago da affrontare non si poteva star lì a pensare.
Quella belva rossa e verde era e due enormi narici aveva.
Assai arrabbiato pareva e fuoco dalla bocca emetteva.
Di certo amichevole non era e sconfiggerlo si doveva; anche perchè ora dinanzi alla porta del castello si era posizionato e sembrava ad allontanarsi non intenzionato.
E ora che fare? Di certo in un primo momento Cipollino voleva scappare.
Mica un mostro del genere vincer poteva...impossibile entrar nel castello ora pareva.

Cipollino Reginaldo guardava ma quel destriero assonnato sembrava.
Era un cavallo pigrone non certo un coraggiosone.
Nonostante il drago davanti gli stesse pareva che nemmeno se ne accorgesse.
A sbadigliare continuava e Cipollino non aiutava.
Quel drago pronto ad attaccare era e verso il nostro piccolo eroe si dirigeva.
Cipollino il suo cuore cercò di ascoltare e la sua mente fece lavorare poichè doveva un'idea velocemente trovare.
Che il drago piedini piccolissimi aveva notava e che, grosso com'era, l'equilibrio facilmente perder poteva pensava.
Così a correre intorno a quella belva cominciò e quella per acciuffarlo su sè stessa a girare iniziò.
I piedi abbastanza grandi non erano e perder l'equilibrio appunto gli facevano.
A terra crollava e per rialzarsi si divincolava.
Cipollino di quell'indugio approfittò, su Reginaldo montò e nel castello velocemente dopo aver spalancato le porte entrò.

Ancora però sicuro di avercela fatta non era ma sapeste in sè stesso come ora credeva!
Un drago vinto aveva e da solo riuscito ci era!
Un'impresa da vero  paladino aveva compiuto, se glielo avessero raccontato non ci avrebbe creduto.
Davvero forte si sentiva e in fondo, nonostante un pò di incertezza, gioiva.
Re Fagiolino orgoglioso sarebbe stato e forse paladino lo avrebbe nominato.
Ma doveva prima la piuma del Pavone riportare altrimenti non avrebbe potuto il suo successo dimostrare.

Attorno si guardava ma nel castello nessuno notava.
Un enorme trono davanti all'uscio si trovava ma nessuno lo occupava...forse si era sbagliato...e se il posto giusto non avesse trovato?
Impossibile però era perchè il suo cuore che aveva fatto la scelta giusta gli diceva.
Così si provò a rilassare e tentò di fiducia in sè stesso recuperare.
Non appena la sicurezza lo investì notò che era comparso qualcuno su quel trono lì...
DEL PAVONE BIANCO SI TRATTAVA! NON SI SBAGLIAVA!
Proprio lui esser doveva...nessun dubbio aveva.
Quello lo guardava e così gli parlava:
"Ti aspettavo Cipollino...sapevo sarebbe arrivato un valoroso paladino...qui ci son sempre stato, anche prima, quando non mi hai notato.
Non mi hai veduto poichè alle tue capacità non hai creduto!
Non appena la fiducia hai recuperato io mi sono ai tuoi occhi manifestato.
Sò chi qui ti ha  mandato e cosa ti ha ordinato! Il tuo cuore è ora preparato eccoti la piuma per la quale hai tanto faticato!"
Detto ciò una piuma si staccò e a Cipollino la consegnò...dopodichè lo salutò e di diventare il migliore dei paladini gli augurò.
Cipollino talmente pieno di contentezza era che verso il suo reame a tutta velocità si dirigeva...
Nemmeno la strada del ritorno ricordava...solo il suo cuore ascoltava e in un baleno arrivava.

Re Fagiolino come lo vide arrivare lo corse ad abbracciare.
Fatta ce l'aveva! Nemmeno lui ci credeva!
La piuma Cipollino mostrava e il Re tanto si congratulava.
Quel giovane aveva ottenuto il più grande successo imparando a credere in sè stesso.
Paladino fu nominato e il suo sogno fu così realizzato; da tutti venne lodato.
Ciò che aveva sempre sognato era, grazie alle sue capacità, diventato.
Non vi fu mai in quel reame paladino più coraggioso di quel Cipollino che era all'inizio di tutto timoroso.
Milioni di imprese a termine portò e non vi fu nessuno che il suo nome non lodò.
Ogni bimbo di divenir come lui sognava e per far ciò si impegnava.
Un modello per gli altri era diventato e pensar che all'inizio era verso la vita così sfiduciato.
Certo ogni tanto l'insicurezza capolino faceva ma Cipollino a bada tenerla sapeva poichè nelle sue capacità credeva.

TANTE VOLTE SARà ANCHE A TE CAPITATO DI SENTIRTI INADEGUATO...DI NON SAPER CHE DIRE E PER QUESTO NON POTER GIOIRE...
CIPOLLINO IMPARATO AVEVA CHE QUALCOSA PER CAMBIARE CIò FAR SI DOVEVA: TUTTI I SUOI OBIETTIVI POTEVA REALIZZARE SE DALL'INSICUREZZA NON SI FACEVA STRITOLARE.
SE IN TE STESSO A CREDERE PROVERAI IN OGNI COSA RIUSCIRAI...CERTO A VOLTE TI DOVRAI TANTO IMPEGNARE E DA TANTE CADUTE TI DOVRAI RIALZARE MA ALLA FINE POTRAI LA TUA VITTORIA FESTEGGIARE!
DOMANI NUOVA STORIA DA ASCOLTARE!
NON MANCARE :)

sabato 25 maggio 2013

DIVENTARE UN PALADINO

CIPOLLINO UNA PRIMA DECISIONE PRENDER AVEVA DOVUTO! CI AVRESTE MAI CREDUTO?
VEDIAMO DOVE CAPITò E CHE COSA ANCORA FRONTEGGIò!

Cipollino e Reginaldo dal vortice trascinati eran di qua e di là sballottati.
Quando tutto quel trambusto si arrestò un bellissimo paesaggio ai loro occhi si mostrò.
In un nuovo mondo finiti erano! La strada giusta scelta avevano?
Cipollino assai dubbioso rimaneva e quasi certo di aver sbagliato era.

Bellissimi verdi prati c'erano e arcobaleni nel ciel si vedevano.
Un luogo incantato pareva eppure Cipollino convinto non ne era.
Mentre lui e Reginaldo si guardavano videro un gruppo di scooiattoli che si avvicinavano.
Il nostro protagonista era sul punto di a quelli indicazioni domandare ma poi dalla sua insicurezza si sentì di nuovo braccare.
E se si  fossero infastiditi?
Se lui e Reginaldo fossero stati loro sgraditi?
Forse era meglio non rischiare...per poi male non restare.
Così come sempre tentennava e la situazione non sbloccava.
Fortunatamente quegli scoiattoli l'iniziativa prendevano e di rivolger loro la parola decidevano.
Una decina erano e una gran confusione facevano.
Uno di far silenzio agli altri gridò e a parlare iniziò:
"Chi siete?
Che cosa volete?
Siete stati al re Pavone Bianco annunciati?
O vi siete senza preavviso qui presentati?"

Il Pavone avevan nominato!
Cipollino non se l'era sognato!
Allora nel posto giusto erano! Presa la corretta decisione avevano!
Il suo cuore aveva seguito e non lo aveva tradito!
A quel che era accaduto non credeva...per la prima volta scelto da solo aveva!
E per giunta l'albero giusto aveva individuato! Non si era sbagliato!
Un sentimento nuovò a quel punto Cipollino investì...e fiero di sè stesso si sentì.
A cominciare di potercela fare pensava e già paladino si immaginava.
La paura un pò lo lasciava e un briciolino di coraggio nel suo cuore si intrufolava.

Agli scoiattoli spiegò la situazione tentando  di ottenere la loro comprensione...quelli però  nulla dicevano nè sì con la testa facevano.
Cipollino non capiva e di nuovo in balìa dei dubbi si sentiva.
Cosa pensassero cercava di capire e qualcosa che a loro piacesse voleva dire....ma niente ne ricavava nessuno nulla rivelava...
A chiedere dove fosse il pavone provava ma senza risposta restava.
Gli scoiattoli quasi per andarsene stavano e le spalle a Cipollino e Reginaldo voltarono.
Uno dal gruppo si staccò e all'orecchio del nostro "quasi paladino" così parlò:
"La strada corretta hai individuato! Procedi e non sentirti fregato!
Il tuo cuore la via ti indicherà non farti ingannare dalle difficoltà".

Poi anche quello via andò e a bocca aperta Cipollino restò....
Di nuovo solo con Reginaldo era e lasciar scegliere a quel destriero non poteva!
Lui un paladino voleva diventare, doveva riuscire a una missione guidare!
Re Fagiolino quell'unica possibilità gli aveva dato...un fallimento non era accettato.

Così in silenzio per un attimo restò ed il suo cuore ad ascoltare provò.
Il respiro affannoso era e la paura di sbagliare ancora c'era...eppure una volta ci era riuscito!Magari non avrebbe nemmeno stavolta fallito!
Si risolse a verso un brillante arcobaleno marciare poichè lì si sentiva di andare.
Quando nei pressi di quello arrivò un meraviglioso castello notò.
Enorme era e rossi stendardi sulle tre torri aveva.
Un ponte dinanzi al portone si stagliava e sopra un ruscelletto stava.
Come però Cipollino fece per bussare un enorme drago si vide fuori sbucare.
All'improvviso comparso dal nulla era e dietro le spalle del nostro eroe incombeva!

Cipollino pianger voleva...ecco sbagliato sicuramente aveva.

SI ERA DAVVERO SBAGLIATO? O ERA DALLA PAURA INGANNATO?
E QUEL MOSTRO CHE VOLEVA? DA DOVE SALTATO FUORI ERA?
IL PAVONE LO AVREBBE MAI TROVATO E ANCORA...SAREBBE MAI UN PALADINO DIVENTATO?

A TUTTE QUESTE DOMANDE DOMANI RISPONDERò SE QUI VI TROVERò!
:)

venerdì 24 maggio 2013

DIVENTARE UN PALADINO

CIPOLLINO IL SUO VIAGGIO STAVA QUINDI PER INIZIARE...VEDIAMO COSA DOVETTE IN PRINCIPIO AFFRONTARE!

Così Cipollino, che non era ancora un paladino, era quasi totalmente convinto a partire pur non sapendo dove sarebbe andato a finire!
I dubbi lo assalivano e di paure le riempivano.
Nemmeno il colore dei pantaloni scegliersi sapeva...figuratevi che enorme fatica intraprendere un'impresa del genere era.

Ciò che più lo tormentava era l'insicurezza che perennemente lo accompagnava.
Ma ora fuggir mica poteva! Divenir paladino più di ogni altra cosa voleva!
E quella per dimostrarlo al re un'ottima occasione era!

Re Fagiolino nulla di più gli rivelava e di partir subito gli comandava.
Un cavallo gli donava....Reginaldo si chiamava!
Era un pigrone destriero ma con un aspetto decisamente fiero....tutto l'opposto di Cipollino che pareva uno spaurito uccellino.
A cavallo quel giovane salì e salutò il suo re così.
In marcia si metteva anche se dove andare non sapeva....
Tutte le avventure dei paladini hanno inizio in boschi o giardini...pensava...e così verso la radura Reginaldo guidava.
In breve tempo nel folto del bosco si trovarono e si arrestarono.
E ora?
Che fare?
Dove andare?
Quante decisioni da valutare!
Cipollino quasi si sentì male!
Di essere in grado di farcela non credeva e piene di lacrime gli occhi aveva.
A fatica respirava...quella situazione lo soffocava.
Ma resistere doveva....la sua insicurezza vincere forse poteva....visto che divenir un paladino voleva.
Così dal cavallo scendeva e tenendo quello per le briglie pian piano procedeva.
Attorno si guardava e due enormi tronchi illuminati notava.
Sarebbe dovuto scappare o restare?
Che doveva fare?
Ogni evento milioni di interrogativi in lui suscitava e davvero difficile vivere diventava.
Per andarsene quasi stava quando udì una voce che forse proprio lui chiamava:
"Ei! Tu! Che ci fai quaggiù?
Chi sei? E che vuoi? Perchè non ti fai i fatti tuoi?!"
Cipollino trasalì...e ora che voleva quello lì?
Si arrestò e indietro si voltò; che a parlare era stato uno gnomo notò e la sua identità gli rivelò.
Quell'omino assai buffo pareva e più alto di un palmo non era.
In testa un berretto a punta aveva e di fissar Cipollino non smetteva.
Il nostro protagonista un pò si vergognava poichè esser osservato non amava.
Parecchio in difficoltà era ma quello gnomo a parlar persisteva:
"Sono lo gnomo Gerardo ti aspettavo! Sei in ritardo!
Se il Bianco Pavone vuoi trovare in uno di questi due tronchi ti devi infilare.
Non ti posso in quale rivelare...il tuo cuore devi ascoltare e non potrai sbagliare!"
Sante pecorelle davvero un problema adesso Cipollino aveva!
Decidere qualcosa da solo doveva!
Prender l'iniziativa non voleva ma ora un'altra soluzione non c'era.
Per un attimo di affidare la decisione al buon Reginaldo pensò ma poi che quello russava della grossa notò.
Quel destriero addormentato si era e svegiarlo non poteva visto il caratterino che aveva!
Da solo proprio la decisione prender doveva...quasi a piangere si metteva!
"Forza giovanotto! Storie non fare! Con decisione la vita devi affrontare! Non ti puoi dai dubbi far affogare! In fretta devi prender la tua decisione se vuoi risolvere la situazione!"

Facile dirlo era ma davvero Cipollino di farcela non credeva...i tronchi guardava ma nessuno dei due meglio dell'altro sembrava.
Aspetto uguale avevano come esser diversi potevano?!
Eppure uno la strada giusta era e l'altro alla via errata conduceva.
Cipollino il suo cuore provò ad ascoltare e vi dirò la verità fu vicino al mollare...ma poi al suo sogno di divenir paladino pensava e un pò di coraggio in lui tornava.

Smise per un istante di pensare e l'albero alla sua sinistra corse a toccare....quello tutto iniziò a scintillare!
Era una meraviglia da guardare!
Un vortice colorato dall'albero uscì, Cipollino e Reginaldo rapì e milioni di volte in pochi secondi fece girar su sè stessi quelli lì!

DOVE QUEL VORTICE LI PORTAVA? CIPOLLINO SE LO DOMANDAVA!
E SE LA SCELTA SBAGLIATA FATTA AVEVA?
NE ERA QUASI CERTO...POICHè IN GRADO DI FAR NULLA SI RITENEVA!
PER VOI CI AVEVA AZZECCATO? O AVEVA ALBERO SBAGLIATO?
PROVA DOMANI QUI A TORNARE E TE LO POTRò SVELARE!
:)

giovedì 23 maggio 2013

DIVENTARE UN PALADINO

NEL REAME DI RE FAGIOLINO DOBBIAMO ANDARE E VEDERE CHE COSA PER DIVENIRE UN PALADINO UN GIOVANOTTO DOVETTE AFFRONTARE!

In quel reame un giovane di animo valoroso viveva e divenir un paladino voleva.
Presso il suo sovrano si recò e di esser nominato appunto paladino lo pregò.
Re Fagiolino però ci pensò sù un pò e quella richiesta rifiutò.
Il perchè scopriamo e che successe vediamo!

Cipollino, questo era il nome dell'aspirante paladino, un enorme difetto possedeva e se non lo risolveva proprio che riuscisse a realizzare il suo sogno difficile era.
Infatti enormi insicurezze aveva ed in sè stesso per nulla credeva.
Questo il re ben lo sapeva e per questo affidargli un incarico così importante non poteva.

Infatti Cipollino tante cose intraprendeva ma mai a termine le conduceva...subito si arrendeva e di non riuscirvi diceva.
Nemmeno sul suo aspetto sicuro era ed ogni giorno il naso davanti allo specchio storceva...sempre a disagio si sentiva e il perchè non lo capiva.
Semplicemente ad accettar sè stesso non riusciva e di conseguenza di nulla gioiva.

Se qualcosa diceva ed il suo interlocutore una faccia strana faceva subito Cipollino di aver detto qualcosa di sbagliato credeva.
Una sua opinione su nulla aveva e sempre gli altri compiaceva.
Non vi era nulla di più sbagliato che un paladino potesse fare che la propria personalità non sviluppare.
Di capacità certo ne aveva ma nemmeno lui le conosceva.
Il re si domandava come gli altri a Cipollino si sarebbero affidati se non fossero stati dal carattere di quello rassicurati...
Proprio impossibile era poichè davvero stabilità e sicurezza quel giovane non trasmetteva...proprio una bandierina faceva e dove tirava il vento si dirigeva.

Ogni parola che pronunciava poi la rimangiava...il labbro si mordicchiava e sempre di esser fuori luogo pensava.
La propria opinione mai non esprimeva...anzi...vi dirò di più...nemmeno una ne aveva.
Tanto a compiacere gli altri impegnato, si era di avere un cervellino dimenticato!
Proprio così non funzionava...divenir un paladino quanto mai lontano sembrava.

Quando Re Fagiolino la richiesta di Cipollino rifiutò quello tanto se ne rammaricò e piangendo si allontanò.
Il sovrano che un animo nobile aveva nelle doti nascoste di quel giovane credeva e vederlo star male gli dispiaceva...ma insegnargli qualcosa doveva.
Così tutta la notte non fece che pensare e ripensare a come quel Cipollino un paladino far diventare...verso mattina la soluzione riuscì a trovare e lo mandò a chiamare.
Quello non tardò ad arrivare e dinanzi al sovrano si provò a trascinare...tanto triste era e nasconderlo proprio non poteva...uno stracciolino pareva.
Un fallimento si sentiva proprio in nulla, pensava, riusciva.

Il Re così gli parlò e l'animo gli risollevò:
"Se un paladino vuoi diventare una possibilità ti voglio dare!
Se riuscirai ad una piuma di Pavone Bianco qui a portare io paladino ti potrò nominare!
é un compito rischioso che richiede un coraggio strepitoso!
Te la senti di provare?
Nessuna indicazione ulteriore ti posso dare!
Solo un cavallo ti posso fornire e tu dovrai da solo riuscire!"
Cipollino accettò anche se un brivido di paura lo attraversò.

E SE  NON VI FOSSE RIUSCITO? SE AVESSE FALLITO?
COME POTEVA DA SOLO UN SUCCESSO RIPORTARE SENZA IDEE ALTRUI USARE?
DI AVERNE LE CAPACITà PROPRIO NON CREDEVA E DAI DUBBI DIVORATO ERA!
è UNA STORIA OVVIAMENTE A PUNTATE QUINDI PER SAPERE COME ANDRà DOVRAI ASPETTARE!
:)

mercoledì 22 maggio 2013

LA CURIOSA AVVENTURA DI RE SEMOLINO

IERI IL NOSTRO RE ABBIAM LASCIATO MENTRE IN UN BEL GUAIO ERA INCAPPATO!
I MONELLI LO STAVANO PER CATTURARE! CHE GLI SAREBBE POTUTO CAPITARE!
LA PUNTATA FINALE INIZIAMO E TEMPO NON BUTTIAMO!

Così il nostro Semolino dormiva e le grida dei ragazzi non udiva.
Quelli segni tra loro si facevano e della loro spavalderia vanto facevano e così dicevano:
"Quelle stupide formiche prenderemo e quanto noi siamo forti dimostreremo!
Siamo i più valorosi...altri non vi son come noi coraggiosi!
Forza col barattolo più vicini andiamo e ad acciuffarle iniziamo!"

Così al formicaio si dirigevano e tutti attorno vi si sedevano...
La terra cominciarono a qua e là gettare e a forte gridare...
Un gran parapiglia c'era e che succedesse nessuna piccola formica comprendeva.
Quelle creaturine in balìa della prepotenza di quei monelli erano e scampo non ne avevano.
In pochissimo tempo il barattolo si riempiva e ogni formica lì dentro finiva...
Nemmeno Semolino fu risparmiato e mentre dormiva fu lì dentro scaraventato...
Tutta quella confusione svegliato lo aveva ma dove fosse non comprendeva.
Ci mise un pò per realizzare che gli era dovuto capitare.
Poi però i nasi dei ragazzi contro il vetro vide spiaccicati e i loro crudeli occhietti ad ogni formica incollati.
Il barattolo l'un l'altro si passavano e il contenuto scrutavano.
Su sè stesso lo giravano e rigiravano e ai poveri animali enormi emicranie provocavano.
Le formiche nulla più comprendevano e tanto frastornate erano.
I piccini ai genitori si aggrappavano e il pianto non arrestavano...di lì volevano uscire ma non vi era verso di poterci riuscire!

Le formiche l'una con l'altra coraggio si facevano ma di aver pochissime speranze di uscir vive di lì sapevano.
Semolino che perchè quei teppisti le trattassero così domandava e un'anziana formica una risposta dava:
"Vogliono la loro prepotenza farci sentire...solo di ciò sanno gioire.
Un briciolo di umiltà non possiedono e forti si credono...
Non sanno che i veri eroi non sono abituarti a vantarsi ma solo per il bene altrui ad adoperarsi.
Perchè sono più forti tutti di potersi permettere credono e nulla temono...
Noi purtroppo difenderci non possiamo ed in loro balìa siamo..."
Semolino attonito quelle creaturine guardava ed enorme pena per loro provava.

Mentre era lì chiuso al suo atteggiamento ripensava e se ne rammaricava...
Chissà quanti dei suoi sudditi come quelle formiche aveva fatto sentire?....non era certo una cosa di cui poter gioire.
Solo a vantarsi aveva sempre pensato e mai di qualcun altro si era preoccupato.
Anzi spesso assai prepotente era stato...e ciò non era di certo ad un sovrano adeguato.

Solo ora capito lo aveva ma che fosse troppo tardi credeva.
Se più umile fosse stato di certo in nessuno senso di inferiorità e impotenza avrebbe provocato.
Un re fallito si sentiva e tanto della sua vanità si pentiva.
Per lui e quelle formiche scampòo ormai non c'era...la fine vicina vedeva.
Ma come una lacrima dal suo occhio sinistro sgorgò qualcosa mutò!!!!

A crescere iniziò....le zampe si guardò e che erano tornate braccia notò...
In Re si ritrasormò e riacquistando le dimensioni normali il vetro del barattolo frantumò; così anche tutte le altre formiche liberò!
Non vi dico quanto quei monellacci si spaventarono! A gridare iniziarono, via scapparono e da quel dì mai più una formica toccarono!
Re Semolino le sue sembianze di nuovo aveva...l'incantesimo di fata Camilla spezzato era!
Compreso il suo sbaglio aveva e per questo in umano ritrasformato si era.

Tutto il reame di rivederlo felice si mostrava ma se fosse cambiato qualcosa si domandava.
La risposta non tardò ad arrivare e non potè che gioia in tutti provocare.
Re Semolino più quello di un tempo non era...ora di nulla vanto faceva...per aiutar gli altri il suo tempo libero spendeva e mai sentir nessuno a lui inferiore faceva; ognuno valorizzava e a realizzare i suoi progetti incoraggiava.
Ora un re in piena regola era poichè il suo cuore svuotato dalla boria aveva.
Tutti molto di più lo rispettarono e mai più di nulla si lamentarono.
Lui stesso assai meglio si sentì per quello che aveva imparato da quell'avventura lì!

L'UMILTà è UNO DEI BEI PIù PREZIOSI PER L'UMANITà...INVECE DI SPRECARE TEMPO A Sè STESSO ELOGIARE RE SEMOLINO COMPRESE CHE ERA MOLTO MEGLIO IN QUALCOSA DI UTILE LE GIORNATE IMPIEGARE E MAI A NESSUNO UN SENSO DI INFERIORITà FAR PROVARE...POICHè SE CI SI TROVA IN DIFFICOLTà TROVAR QUALCUNO DISPOSTO A SCENDER DAL SUO TRONO è UNA GRANDE FELICITà!
:)

martedì 21 maggio 2013

LA CURIOSA AVVENTURA DI RE SEMOLINO

ADESSO PIù UN RE NON ERA MA L'ASPETTO DI UNA FORMICA AVEVA!
CHE FARE POTEVA?

Ora Re Semolino davvero si disperava poichè non comprendeva che gli capitava!
La stanza enorme pareva e nulla le dimensioni di prima aveva...
Era minuscolo diventato e da tutto era spaventato!
Che fare?
Come potersi comportare?
A dare ordini provava ma nessuno lo ascoltava...
Anzi diverse volte rischiò di essere dai servitori calpestato poichè così piccolo non lo avevanno notato.
Un problema enorme era...di cosa ora vantasi poteva?
Aiuto provava a domandare ma nessuno pareva disposto ad ascolto lui prestare.
Invisibile pareva diventato e per questo era davvero rattristato.
Decise che in un angolino meglio spostarsi era poichè di divenire una piadina il rischio correva.

Con le sue zampette veloce velove via scappò e davanti ad uno specchio si trovò.
La sua immagine riflessa guardò e il suo nuovo aspetto quell'oggetto gli rivelò.
Una formica era diventato...dove il suo virile aspetto se ne era andato?
Più muscoli non aveva e di cosa ora vantarsi poteva?
Che imprese  compiere avrebbe potuto?...nessuno capace di nulla lo avrebbe ritenuto.
I sudditi più alcun rispetto non gli avrebbero riservato...era fregato!

Il giorno trascorreva e Re Semolino il suo vecchio aspetto rimpiangeva.
Dal palazzo uscì e visitò le strade di quel reame lì...ma nessuno con ammirazione lo guardava...nemmeno lo si notava.
Inoltre ad affrontare qualcosa di inaudito si trovò e in un brutto guaio incappò.
Dei monelli del villaggio come Semolino formica notarono subito contro vi si fiondarono...a catturare insetti abituati erano ed enormi tormenti a quelli infliggevano.
Semolino in un vasetto chiudevano e con un bastone il vetro percuotevano...il re stordito si sentiva e che succedesse non capivano.
Quei monellacci sghignazzavano e non si fermavano...la formica fuori tiravano e lanciandola in aria se la passavano...
Semolino ad esser trattato così non era abituato...di solito non era lui il maltrattato.
Lui l'arroganza solitamente usava e subirla per nulla gli garbava.

Ogni sorta di dispetto gli facevano e la sua inferiorità deridevano...sei troppo debole gli dicevano e mostravano che muscoli loro avevano...
"Sei solo un'insulsa formica"...continuavano e altre brutalità pronunciavano.
Loro più forti di essere sapevano e un vanto ne facevano...assolutamente alcuna forma di umiltà non possedevano e lo specchio di quel che faceva Re Semolino parevano.
Fortunatamente l'ora di cena arrivando stava e ogni famiglia a sè il proprio monello richiamava.
Così quelli Re Semolino cadere a terra lasciavano e a casa se ne tornavano...
Una zampetta rotta aveva ma ancora vivo era.
Tutta quell'arroganza lo aveva turbato ed ora era davvero disperato...
E se mai come prima fosse tornato?
Se mai più Re Semolino sarebbe stato?
Che avrebbe combinato?

Essere piccoli e indifesi davvero tremendo era...e di non avere alcuna protezione gli pareva.
I giorni passavano e le difficoltà non mancavano.
Ogni suddito della situazione a conoscenza era ma dove fosse finito Re Semolino non sapeva...quello parlare non poteva quindi dalle altre formiche nessuno lo distingueva.
Attenti a non far del male a quelle creature cercavano di stare...solo quei ragazzacci parevano non volerci badare.
Un giorno un diabolico piano avevano ideato e si preparavano perchè fosse attuato.
Un vaso enorme avevano trovato e per catturare migliaia di formiche lo avrebbero usato.
Lì avrebbero le formiche imprigionato e la loro sofferenza osservato.
Re Semolino purtoppo quella mattina vicino al formicaio dormiva.

Lo stesso destino delle altre formiche lo aspettava e il gruppo di monelli si avvicinava!
Re Semolino russava e a quelli non badava...

CHE COSA SUCCEDERE DOVEVA?
SPERANZA PER IL RE C'ERA?
NESSUNO SE NON Sè STESSO AIUTARLO POTEVA...
DAVVERO NEI GUAI ERA...
DOMANI PUNTATA FINALE!
QUI DEVI TORNARE
:)

lunedì 20 maggio 2013

LA CURIOSA AVVENTURA DI RE SEMOLINO

LA SETTIMANA STA PER INIZIARE E NEL REAME DI RE SEMOLINO OCCORRE STAVOLTA ANDARE!
QUALCOSA DI DAVVERO STRANO A QUEL SOVRANO CAPITò E NEI PROSSIMI GIORNI VE LO RACCONTERò!

Re Semolino le sue terre governava e su tutti i suoi sudditi comandava...
Molti doni che un sovrano aver doveva lui li possedeva: era fiero e coraggioso...dotato di un animo valoroso...di onestà tanta ne aveva ma c'era qualcosa di cui privo era:
che cosa fosse l'umiltà quel re non sapeva.

Il migliore in tutto si credeva, sconfitte non conosceva e rivali ovunque vedeva.
Con severità governava e nessua obiezione tollerava.
Non lo  si poteva contraddire o lo si sarebbe visto con crudeltà punizioni impartire.
Se lui una cosa diceva potete star certi quella l'unica verità riteneva.
Nulla di nuovo voleva imparare poichè tutto riteneva di saper fare.
Che era il migliore in tutto dicendo andava e da mattina a sera si vantava.
Un giorno speciale durante la settimana istituito aveva in cui celebrare la sua fantasticità si doveva; in quella giornata ognuno omaggi gli faceva e le sue lodi tesseva.
Re Semolino di orgoglio si gonfiava e come un pavone per le strade si aggirava.
Il più forte era...nessuno in altezza lo batteva...grandi muscoli aveva...insomma meglio di sè stesso nessuno credeva.

Se qualcuno di deboluccio incontrava la sua superiorità a fargli notare non esitava...
Come lui nessuno c'era e andava dicendolo a tutti da mattina a sera!
Di avere un tale sovrano dovevano ringraziare...niente di meglio avrebbero potuto desiderare!
Questo lui credeva ed in parte vero era...infatti i suoi sudditi lo adoravano ma a volte che fosse un pò più umile desideravano...
Il suo atteggiamento ognuno infastidiva poichè inferiore a Semolino si sentiva.
Eppure comunque non si lamentavano o meglio al re le loro perplessità non rivelavano.
Un giorno qualcuno però da quel villaggio passò e il malcontento generale sondò.
La fatina Camilla i vari reami visitando stava e proprio in quello di Re Semolino una mattina d'estate arrivava.
Per qualche giorno vi si fermò e le espressioni sui volti dei sudditi al passaggio di Re Semolino notò...
Perchè fossero così tristi loro domandò ed ognuno di loro la stessa cosa confessò.
Quel sovrano insopportabile divenendo stava e nessuno più lo tollerava.
La fatina Camilla  di poter far qualcosa diceva ed ogni suddito d'accordo era.
Una lezione a quel re occorreva dare poichè ogni giorno pareva loro meno rispettare.

La fatina una pozione preparava e di darla a Semolino raccomandava.
Quello in una formica si sarebbe trasformato e così il dono dell'umiltà avrebbe forse imparato!
Sarebbe l'animale più piccino diventato e così sulla sua forza non avrebbe più contato.
Qualche giorno così sarebbe stato e poi di nuovo Re Semolino sarebbe tornato.
Magari gli sarebbe servito e sarebbe stato a tutti più gradito.
I sudditi accettavano e con un piccolo stratagemma la pozione somministravano.
Infatti nella boccetta dello sciroppo di mirtilli di Re Semolino l'intruglio versavano e l'ora della merenda aspettavano.
Quello come al solito tutto d'un fiato il suo sciroppo beveva ed effetto immediato faceva.
Le sue mani in zampette si trasformavano ed i suoi vestiti si svuotavano....
Piccolo piccolo era diventato!
IN UNA FORMICA SI ERA TRASFORMATO!

QUEL RE NON COMPRENDEVA? CHE ASPETTO AVEVA?
TUTTO IMPROVVISAMENTE ENORME VEDEVA!
CHE SUCCESSO GLI ERA?
DOMANI VEDREMO COME RE SEMOLINO REAGIRà SCOPRENDO LA SUA NUOVA REALTà!
:)

domenica 19 maggio 2013

IL SEGRETO DI RE CAMILLO CROSTATINO

CREMINO AVEVAM LASCIATO A CERCAR RE CAMILLO IMPEGNATO!
VEDIAMO CHE COSA CAPITAVA E SE TUTTO SI AGGIUSTAVA!

Il paladino il sovrano cercava e intanto quello a prender sonno faticava...infatti Miretto stringeva ma comunque nel suo palazzo non era...
Attorno i lupi sentiva ululare e non poteva far altro che tremare.
Ma anche quelli del reame assai spaventati erano poichè in quel momento un re non navevano...
Chi li avrebbe protetti?
Senza Camillo Crostatino non eran sicuri nemmeno sotto ai propri tetti.

Cremino a conoscenza della situazione era e sapeva che perder tempo non si poteva.
Il sovrano a chiamare continuava ma vanamente lo cercava.
Quelli che con lui erano a momenti arrendersi volevano.
Quando qualcuno un'ombra accanto al ruscello notò e agli altri lo comunicò.
Tutti cominciarono nell'oscurità a guardare e la luna qualcosa riusciva ad illuminare...
era vero! c'era qualcuno che laggiù dormiva! Cremino che potesse essere il re intuiva.

Così lentamente si avvicinarono e che era Camillo Crostatino notarono e subito con alte grida lo festeggiarono.
Forte lo abbracciarono e di tornare al villaggio lo supplicarono.
Ma quello idea pareva non voler cambiare e diceva che di lì nessuno lo avrebbe potuto spostare.
Più il loro re esser non poteva ma spiegarne il perchè non voleva.
Così Cremino gli altri fece allontanare e accanto al re si andò a collocare.
Il sovrano assai di lui si fidava ed era il paladino che più adorava.
"Che succede sire...? a me lo potete dire, dalla mia bocca il vostro segreto non farò uscire!"
Il re un pò ci pensava ma di tenersi tutto dentro più non tollerava così a singhiozzare iniziava e la vicenda di Miretto a Cremino raccontava.
Quello ascoltava sbigottito: "E voi sareste per una simile sciocchezza fuggito?! Vi dovreste vergognare! Nel reame ognuno crede di avervi fatto arrabbiare...pensano che voi più il vostro re non volete fare poichè non ci potete più tollerare...Tanto mancate e tutti fate con laavostra assenza disperare!"
Ma il re ostinato continuava e la sua idea di testa non si levava: "Ora che hanno scoperto che dormo con un orsetto non potrò più ai loro occhi essere un sovrano perfetto! Un fifone mi giudicheranno e stima per me non avranno...son sicuro che tutti di me si burleranno e a quest'ora chissà quante chiacchiere su Miretto faranno!"

"Non sapete quanto vi sbagliate e quanto in pena ci fate stare! Che volete che importi se avete bisogno di un orsetto per dormire quando grazie alle vostre imprese tutto il reame fate gioire?!
E poi credete che nessuno oltre a voi un segreto abbia per meglio riposare? Vi farò coi vostri occhi guardare se con me deciderete di tornare!
Sapete che vi potete fidare! Forza! Basta indugiare!"
Così il re si convinceva e in marcia con quelli si metteva ma pieno di paure era...ee se non fosse stato così?
Se lo avessero deriso una volta tornato lì?
Tre volte di scappare pensò ma restò! Nel suo reame tornò!
Non appena fu arrivato da tutti fu abbracciato.
Al settimo cielo erano e di nuovo un re avevano.
Cremino al popolo parlò e che ognuno mostrasse al re come prendesse sonno ordinò.
Tutti obbedivano e facevan vedere che cosa tenevano negli armadi custodito.
In tantissimi orsacchiotti di pezza avevano...altrila luce accesa tenevano...altri una canzoncina cantavano...altri ancora pecore contavano...altri le stelle guardavano e così si addormentavano.
Insomma ognuno un segretino pareva avere e questo il re faceva star bene.
Ancora convinto al cento per cento non era e qualche dubbio lo aveva.
A casa di Giannino giungeva e che quel bimbo gli mostrasse come si addormentava chiedeva.
Quello di non aver nessun orsetto di pezza diceva...nè a guardar le stelle abituato era..ma un pensiero molto più bello ogni sera faceva.
"Io per dormire di un orsetto non mi devo servire...ho infatti un sovrano così valoroso che nessun eroe sarebbe più strepitoso...sò che voi mi proteggete di che cosa paura dovrei avere!?"
Detto ciò le braccia al collo di Camillo Crostatino gettava e forte forte lo abbracciava.
Quel re commosso era e nulla di più bello mai provato aveva.
Che ognuno le sue paure aveva capì ed amato dai suoi sudditi si sentì...
Per loro un eroe lui era e a nessuno importava come a dormir faceva.
Tutti vollero conoscere Miretto e divenne un assai popolare orsetto.
Nessuno della paura del re si stupì...doveva pur averne qualcuna...era del resto un umano quello lì!
Lui tutti proteggeva...qualcuno pure difendere lui doveva!

La cosa straordinaria fu però che dopo aver la paura rivelata senza Miretto una sera si addormentò e tranquillo riposò...
L'aver la sua paura rivelata e vista accettata aveva quella volatilizzata.
Così il mattino seguente Re Camillo Crostatino si alzò a casa di Giannino si recò...a quel bimbo così speciale il suo Miretto donò e così gli parlò: "Questo orsetto a te lo voglio dare anche se da solo ti sai addormentare...così anche se lontano sarò sempre vicino attraverso Miretto ti starò!"
Giannino tanto lo ringraziò e da Miretto mai si separò...
Il re guarito era ed una cosa importante imparato aveva

DELLE PROPRIE PAURE NON CI SI DEVE MAI VERGOGNARE...Nè TANTOMENO TEMERE CHE QUALCUNO CI POSSA PER QUELLE GIUDICARE.
OGNUNO NE PORTA QUALCUNA CON Sè E I GRANDI NE HAN PROPRIO COME TE...
SE QUALCUNA NE SVELERAI MAGARI TE NE LIBERERAI!
DEVI A RE CAMILLO CROSTATINO PENSARE MA COME LUI NON SCAPPARE: PROVA LE TUE PAURE AD AFFRONTARE!
:)


sabato 18 maggio 2013

IL SEGRETO DI RE CAMILLO CROSTATINO

ORA I SERVITORI IL SUO SEGRETO AVREBBERO RIVELATO! QUEL RE LO AVREBBE SOPPORTATO?

Così quel re tanto si dispiaceva poichè il suo segreto stato scoperto era...
Avevano veduto Miretto e compreso che il coraggioso Camillo non dormiva senza il suo orsetto.
I servitori in realtà certo caso fatto ci avevano ma non poi così tanto stupiti se ne erano.
Delle abitudini del sovrano a loro davvero poco importava poichè di quello le doti di governatore ognuno apprezzava.

Ma Camillo Crostatino a ciò neppure pensava e già deriso da tutto il reame si immaginava...
Che avrebbero pensato?
Non lo avrebbero forse nemmeno più salutato!
Dove si era mai visto un sovrano che non sapesse da solo dormire ma avesse bisogno di un orsetto di pezza per poterci riuscire?
Avreste dovuto veder come piangeva in quel momento davvero un bambino pareva.
Il cuscino mordicchiava e per la stanza si ciondolava.
In mano teneva Miretto e chiedeva che fare a quell'orsetto...
Quello poverino nulla rispondeva e così il re da solo come agire decideva.
In quel reame non ci sarebbe più stato!
UDITE UDITE! SAREBBE SCAPPATO!
La vergogna non poteva sopportare meglio, pensava, via andare.
Così in silenzio una piccola valigetta preparava e ovviamente anche Miretto con sè portava.

Dal retro del palazzò uscì...nessuno potè vederlo così!
Si incamminava e alle spalle il suo reame si lasciava...ma quanti ricordi con sè portava...
Già ogni cosa gli mancava...quel posto lo adorava.
Eppure andare via necessario era...almeno lui lo credeva.
Non lo avrebbero, era convinto, nemmeno più cercato...che se ne potevano fare di un sovrano spaventato e che non dormiva senza essere dal suo orsetto accompagnato?
Probabilmente già tutti di lui ridevano e per nulla lo rimpiangevano.

Invece si sbagliava...al villaggio chiunque per lui preoccupando si stava.
Infatti quando i servitori erano tornati dopo poco a bussare nessuno in stanza avevano potuto trovare;
aveva così iniziato per tutto il palazzo a cercare ma da nessuna parte si riusciva a Camillo Croccantino trovare.
In cantina traccia non ve n'era...eppure il vino a lui piaceva...
Nei sotterranei nemmeno l'ombra se ne vedeva...eppure spesso vi si dirigeva.
Insomma per ore ed ore ed ore lo si cercò...ogni angolo si scrutò...ma quel re fuori non saltò.
Il panico si diffondeva ed ognuno per la sua sorte temeva.
Dov'era finito? Possibile fosse sparito? Qualcuno lo aveva forse rapito?
A tutti quel re mancava e di farne a meno nessuno accettava.
Per loro un punto di riferimento era e ritrovarlo al più presto occorreva...
Ma nessuno averlo veduto pareva e verso sera un'assemblea straordinaria si indiceva.
Anche Cremino il paladino veniva convocato e a quel prode giovanotto il problema spiegato.
Quello che tempo da perdere non c'era diceva e i più valorosi del reame raccoglieva.
Con loro di partire decideva!
Cercare il re si doveva.
Così quella squadra di giovani coraggiosi partì decisa a riportare il re lì!
L'intero villaggio in ansia stava e forte sospirava.

Intanto la notte scendeva...assai buio era e Re Camillo Crostatino enorme paura aveva.
Vicino ad un fiume si rannicchiava e Miretto vicino vicino si collocava.
Ma nel suo palazzo non era e la paura lo stringeva.
Un pò la vicinanza dell'orsetto lo aiutava ma comunque dal timore non lo liberava.
La verità era che il suo villaggio gli mancava e neppur sapeva dove andando stava...

CHE SUCCEDERà?
QUALCUNO LO TROVERà?
AL VILLAGGIO LO SI RIPORTERà?
A DOMANI!
NON MANCARE!
:)

venerdì 17 maggio 2013

IL SEGRETO DI RE CAMILLO CROSTATINO

NEL REAME DI CAMILLO ANDREMO POICHè QUALCOSA DI DAVVERO INTERESSANTE SU QUEL RE SCOPRIREMO!

Non sò se di re Camillo avete sentito parlare! Dovreste! Perchè un sovrano così non è facile da trovare!
A scanso di equivoci di lui vi racconterò così che voi tutto di lui saprete certa sarò.
Era un sovrano valoroso con un coraggio davvero strepitoso...

Imprese enormi aveva affrontato e tutte con successo superato.
Sempre in prima linea era e mai paura di nulla aveva....almeno questo ogni suddito credeva!

Lui davvero delle sue doti orgoglioso era e vanto ne faceva.
Quando per il reame passeggiava a destra e sinistra guardava e si pavoneggiava.
Che gli chiedessero di narrare delle sue gesta attendeva e appena lo facevano di buon umore lo mettevano.
Su uno sgabellino saliva e di parlare mai, ve lo assicuro, se la finiva.
Ogni dettaglio raccontava e, detto tra noi, alle volte un pò esagerava ma comunque ogni suddito lo stimava!
Di quel reame era un sovrano perfetto e chiunque se fossi passato di lì te lo avrebbe detto.
Tutte le terre circostanti aveva conquistato e ogni pericolo dal suo reame allontanato!
E così il rispetto di tutti aveva guadagnato!

C'era però qualcosa che nessuno sapeva e che Re Camillo Crostatino nascosto a tutti teneva...
Lui del buio aveva paura e si era creato una personale cura; con sè un orsetto di pezza portava e mai di notte se ne separava: Miretto si chiamava!
Senza quella compagnia non riusciva a riposare e quindi mai lo poteva da sè di notte allontanare.
Forte lo stringeva e la paura lontano teneva.
Quell'orsetto sin da piccino lo accompagnava ma il nostro re assai se ne vergognava.
Il suo segreto era e nessuno saperlo doveva.
Nessuno un re che dormiva con un orsetto avrebbe rispettato ma FIFONE lo avrebbe chiamato!
La riteneva una cosa da bambini...aver paura era da sciocchini!
Che tutti lo avrebbero deriso pensava e perciò a non farsi scoprire assai attento stava.
Miretto nell'armadio nascosto teneva e vederlo lì non si poteva. Solo quando tutto il palazzo russava a prenderlo andava e forte forte lo abbracciava!

Al mattino appena si svegliava di nuovo a nasconderlo andava e poi nel letto si rinfilava.
Così quando i servitori lo andavano a svegliare solo lui nel letto potevano trovare.
Una mattina però qualcosa di assai strano capitò.
Camillo assai stanco era e di svegliarsi dimenticato aveva.
I servitori preoccupati si erano se svegliarlo interrogati.
Per un pò lo avevano lasciato riposare ma verso metà mattina decisero che lo si doveva far alzare.
Così in cinque nella stanza entravano e lo destavano.
Quando quello gli occhi aprì che tutti stavano guardando Miretto scoprì.
Tanto se ne vergognò e tutti fuori mandò!
E da solo piangeva e Miretto stringeva...
Che cosa avrebbero pensato?
Lo avrebbero di certo a tutto il reame rivelato...
Re Camillo Croccantino che si comportava come fosse un bambino.
Senza il suo orsetto riposare non poteva e già immaginava ognuno che lo derideva.

RE CAMILLO CHE FACEVA?
MICA SOPPORTARE QUELLA VERGOGNA POTEVA!
QUINDI...COSA DECIDEVA?
TI ASPETTO DOMANI!
NON MANCARE!
E SE VUOI PUOI IL TUO ORSETTO PORTARE!
:)

giovedì 16 maggio 2013

BARBAMATTONE E NORBERTO

ECCOCI ALLA PUNTATA FINALE ARRIVATI E SPERO SARETE PREPARATI!
CON NORBERTO NELLA GABBIETTA E BARBAMATTONE IN PREDA ALLA FRETTA UNA BELLA AVVENTURA CI ASPETTA!

Norberto dei draghi prigioniero era e come piangeva...il suo capitano rimpiangeva e tornar indietro voleva ma possibile non era.
Barbamattone intanto tutta la ciurma dietro si trascinava e il suo amico squamoso cercava...alla casetta di Giustina arrivava e alla porta bussava.

Quella apriva e di veder altri visitatori su quell'isola si stupiva...di solito nessuno vi capitava che perdindirindina succedendo stava?!!!!
"E voi chi siete? che volete?"
Barbamattone replicava e così borbottava:
"Il mio amico Norberto cercando stiamo ma da nessunaparte lo troviamo...di un piccolo draghetto ha l'aspetto e che sia passato di qui sospetto...
Dalla mia nave è fuggito e non ho idea di dove sia finito...
Nemmeno del perchè se ne sia andato sono a conoscenza ma la sua assenza rovina la mia esistenza...
Senza di lui non ci posso stare...lo voglio assolutamente ritrovare!"

Giustina ad agitarsi iniziava e che lei aveva visto passar Norberto rivelava e così parlava:
"Poco fa è stato qui quel draghetto lì! Mi ha rivelato che dal suo capitano si sentiva soffocato...che la vostra amicizia lo opprimeva poichè con te mai esprimere sè stesso poteva...
Che ti vuol bene mi ha rivelato ma il tuo modo di fare lo ha ingabbiato...così la libertà ha preferito e per questo è fuggito!"
Barbamattone alle sue orecchie non credeva...per colpa sua andato se n'era...
Al suo comportamento ripensava e rimorso provava...era effettivamente soffocante stato e un vero amico non si era dimostrato...
Intanto Giustina continuava e di certo i nostri sulla sorte di Norberto non rassicurava:
"Quest'isola da due enormi draghi è abitata e governata...chiunque nel loro territorio è arrivato uno spuntino per quelli è diventato...io ho provato il vostro amico a fermare ma non mi ha voluto per nulla ascoltare...così verso la loro tana è andato e più di lì non è tornato...fossi in voi me ne andrei e perdere lascerei..."

Ma Barbamattone per nulla ci pensava e solo riabbracciare Norberto desiderava.
La ciurma però di proseguire con lui si rifiutò e al vascello tutta tremante tornò; quello però idea non cambiò e da solo incontro al pericolo andò.
Come fare non sapeva ma liberare il suo amico voleva...
Piano avanzava ed ovunque guardava...all'improvviso vicino alle due enormi montagne arrivò e data la sua esperienza che erano le schiene dei draghi subito immaginò.
In un cespuglio si infilò e coperto da quello avanzò.
Quei draghi così alti erano che nemmeno di lui si accorgevano.

Barbamattone ai loro piedì qualcosa notò e facendo ben attenzione meglio guardò...
una gabbietta era! e santi numi! il suo Norberto conteneva!!!!
Il draghetto lo notò e per poco di gioia non gridò.
Ma il capitano gli fece cenno  di tacere perchè i dragoni non lo potessero vedere!
Norberto obbediva ma dalla gioia esplodere si sentiva...
Lo stesso il capitano provava ma nonostante tutto concentrato restava...era del resto un uomo valoroso intento a compiere un gesto assai rischioso!
Quella gabbietta in tutta fretta afferrò e ZAC ZAC VIA DI CORSA CON QUELLA SE NE ANDò!

I dragoni di nulla si accorgevano e senza  merenda rimanevano!
Verso la nave il capitano correva e quella gabbietta stretta stretta teneva.
Norberto il cuore di Barbamattone battere forte sentiva e di esser di nuovo con lui gioiva.
Sul vascello arrivarono e tutti esultarono; in tutta fretta al timone il capitano si metteva e lontano da quelle coste si dirigeva.
Non appena il largo raggiungeva il timone in mano a Sciancato metteva e verso la gabbietta si dirigeva:
"Mio piccolo Norberto ho per la tua assenza tanto sofferto...mai più in prigione ti terrò e libero di sceglier se restare ti lascerò...un buon sentimento non deve mai diventare un tormento...la lezione ho imparato e non son mai stato tanto spaventato!"
Poi a scusarsi continuò e la serratura della gabbietta forzò...la porticina spalancò e Norberto liberò.
Barbamattone che quello di nuovo fuggisse pensava ma si sbagliava...
Quel drago con le sue alette forte forte il capitano abbracciò e per tanti minuti aggrappato al collo di quello restò...
Mai più fu Norberto imprigionato...e mai più fu Barbamattone da quello abbandonato!
Il draghetto per la nave libero svolazzava ma mai se ne allontanava...il bene per il capitano nella libertà cresceva a volontà.

Per mari navigarono e mille milioni di avventure assieme affrontarono!

PER NON FAR COME BARBAMATTONE RICORDATI CHE CHI AMI NON DEVI MAI TENERE IN PRIGIONE...
OGNUNO LIBERO DI SCEGLIERE VA LASCIATO E MAI IN UNA GABBIETTA IMPRIGIONATO...ANCHE SE TEMI  POSSA FUGGIRE NON LASCIARTI DA CIò INTIMORIRE...COME VEDI NORBERTO HA DECISO DI RESTARE PUR POTENDO LIBERO VIA VOLARE!
:)

mercoledì 15 maggio 2013

BARBAMATTONE E NORBERTO

E ORA CHE IL SUO AMICO PIù NON AVEVA QUEL CAPITANO CHE FACEVA?
IL SUO ERRORE COMPRENDEVA?

Così Norberto via era volato e tra poco vi rivelerò che gli era capitato.
Intanto però che succedeva a Barbamattone vi dirò.
Quel capitano più non si riprendeva e di pianger non smetteva.
Dopo tre giorni in quella condizione decise di far qualcosa per cambiare la situazione.
Perchè il suo amico se ne fosse andato non comprendeva ma ritrovarlo voleva...senza di lui proprio non ci poteva stare e a guardar quella gabbietta vuota si sentiva mancare.

Così al timone si rimetteva e la barca verso la terraferma dirigeva.
Lì vicino infatti un'isoletta c'era e magari Norberto li fermato si era...il capitano tanto ci sperava poichè solo riabbracciarlo desiderava.
Tutta la ciurma ai suoi ordina obbediva e Piediblu era in prima fila...in colpa si sentiva e di chieder scusa mai se la finiva.
Ma Barbamattone tempo per arrabbiarsi non ne aveva e a tutta velocità verso l'isola la nave dirigeva...
Sulla mappa controllava e qualcosa di ben poco rassicurante trovava.
Quella piccola isoletta infatti di rosso era cerchiata e significava da terribili draghi abitata.

Il capitano allora davvero si spaventò e a che potesse esser capitato a Norberto pensò...quello era assai piccino era e combattere contro quelli non poteva.
Infatti i draghi che li abitavano all'incirca sei metri di altezza misuravano...tanto per mare se ne sentiva parlare e nessuno sarebbe voluto lì capitare...
Barbamattone invece proprio quella come meta aveva ed il suo Norberto rivoleva.
La ciurma quando dove stavano andando capì si impietrì...ma opporsi non potevano ed obbedire dovevano.
Ma mentre quelli per attraccare stavano che era capitato a Norberto scopriamo.
Effettivamente quel draghetto su quell'isola era volato e la maga Giustina lol aveva notato.
Ella era l'unica creatura che lì abitava e che paura per i draghi non provava.
Quelli infatti rispetto per lei avevano poichè i suoi sortilegi temevano...così mentre lei nel suo orticello cavoli piantava in cielo per un attimo guardava e Norberto volare notava...
che cosa una così piccola creatura lì ci faceva? di certo a che pericolo andasse incontro non sapeva...i due draghi lo avrebbero divorato e come merenda se lo sarebbero pappato...
Così forte lo chiamava e quello verso di lei atterrava...
"Dove piccino andando te ne stai? un tremendo pericolo affrontare dovrai se a volare verso le montagne continuerai...due terribili draghi abitano lassù e non è opportuno che li incontri tu...
Finchè sei in tempo dovresti fuggire se non vuoi tra le loro fauci finire..."

Norberto ascoltava e così replicava: "In compagnia di un capitano mi trovavo ma di esser prigioniero del suo affetto sbagliato più non sopportavo...in catene mi voleva tenere ed io la libertà volevo avere...bene certo gli ho voluto e che mi amasse anche lui ho creduto...libero però un amico va lasciato e non soffocato...questo non è vero affetto ma solo mancanza di rispetto...
Così di andar via ho deciso e non me ne sono pentito!"
In realtà un pò mentiva perchè già di Barbamattone un pò la mancanza avvertiva.
La libertà però di più amava e così per la sua strada continuava...
Alle parole di maga Giustino non troppo credeva e di lasciarlo stare le diceva...quella un pò si arrabbiò e andare lo lasciò.
Che si arrangiasse quel draghetto poichè non aveva avuto per il suo consiglio rispetto...così pensava e a piantar cavoli continuava.

Norberto verso le montagne andava e alle parole di Giustino più non pensava...da solo poteva qualunque cosa affrontare e nulla lo poteva spaventare.
I draghi lo videro arrivare e a catturarlo si cominciarono a preparare.
Norberto di veder due alture credeva ma avvicinandosi si ricredeva...ma troppo tardi era...
Quelle che per montagne aveva scambiato la loro realtà avevano rivelato...le schiene dei due draghi erano e le loro zampe pelose contro di lui dirigevano...
 E ZAC ZAC ZAC LO CATTURAVANO E INDOVINATE....IN UNA GABBIETTA LO COLLOCAVANO...
Norberto non ci credeva...avreste dovuto veder come piangeva...
e ora che cosa di lui ne sarebbe stato?
Lo avrebbero di certo mangiato...

Intanto Barbamattone attraccava e a cercar Norberto cominciava...
L'angoscia lo tormentava e ad ogni minimo rumore sobbalzava...per l'incolumità del suo amichetto temeva e trovarlo al più presto voleva...

MA VOI DOVETE PAZIENTARE POICHè SOLO DOMANI CONOSCERETE IL FINALE!
:)

martedì 14 maggio 2013

BARBAMATTONE E NORBERTO

NORBERTO PIù DI ESSER PRIGIONIERO NON NE POTEVA E STATE BEN A SENTIRE CHE FACEVA !

Sempre ai comodi di Barbamattone quel draghetto doveva stare e immaginate voi che cosa dovesse provare!
é un'orribile sensazione quella che si prova quando non si è padroni della propria condizione.
In più ad aggravare la situazione era il fatto che proprio colui che si definiva suo amico gli provocava quella triste emozione.

Che fare si doveva?
Dirglielo è vero poteva...ma possibilità non ne aveva poichè come vi ho detto appena a parlar provava Barbamattone lo fermava e solo di sè parlava.
Come poteva qualcuno un'altra creatura tenere imprigionata Norberto si chiedeva e più se lo chiedeva meno una risposta aveva.

In più ultimamente un altro comportamento il tutto aggravava...ebbene sì perchè Barbamattone a cenar con lui lo obbligava e le pietanze ovviamente quel capitano le selezionava.
Mai a Norberto alcuna decisione spettava e davvero questa situazione lo scontentava.
Fin sopra le squamette ne aveva e di fuggire decideva...
Ma come fare? Qualcuno lo doveva aiutare...
La ciurma conosceva ma a chi chiedere non sapeva...tutti Barbamattone temevano e  mai nulla contro il suo volere facevano...

Occorreva qualcuno di davvero sciocco trovare e che si sarebbe lasciato da una piccola bugia abbindolare.
Norberto odiava mentire ma era l'unica possibilità che aveva per fuggire.
Così su Piediblu decideva di fare affidamento per portar il suo piano a compimento.
Quel pirata un cervello acuto non aveva ed era famoso poichè a tutto credeva.
L'intera ciurma di lui si burlava ma quello neppure lo notava...tutto preso a le dicerie che udiva riferire non vi era leggenda popolare che a lui potesse sfuggire.
Norberto era convinto di poterlo abbindolare ed in tal modo farsi aiutare.
Così quel pirata a sè di notte chiamava e così a lui parlava:
"Piediblu se mi aiuterai tu davvero gioirne potrai! un segreto la mia bocca ti rivelerà che nessun altro qui a bordo eccetto Barbamattone sà!
Io ho il potere di capitani creare e tutta questa nave potrebbe tua diventare...
Barbamattone mi tiene imprigionato poichè da me dipende il ruolo per il quale è da voi tutti rispettato.
Se io su un altro della ciurma mi poserò a quello il dono di divenir capitano darò...
Se mi libererai su di te la mia magia scender vedrai ed il posto di Barbamattone prenderai!
Tutta la nave tua sarà ed ognuno ti loderà!"

Piediblu nemmeno un istante ci pensava e delle parole di Norberto ovviamente non dubitava.
Le chiavi della gabbietta di corsa a prendere andava, nella toppa le infilava e il drago liberava.
Che quello gli volasse sulla spalla aspettava e già il suo nuovo ruolo pregustava...già capitano si immaginava...un cappello avrebbe indossato ed il timone guidato.
Ma ailui quanto si sbagliava...
Norberto la gabbietta ribaltava e via volava.
Piediblu di esser stato ingannato capì e cominciò a piangere così...
Barbamattone lo avrebbe severamente punito, chissàdove spedito...
Quanto sciocco era stato...ma ora chi avrebbe a quel pasticcio rimediato?

Il drago via volava e Barbamattone a causa delle grida di Piediblu si svegliava.
Quando che era capitato scopriva invadersi dall'angoscia si sentiva...nemmeno di arrabbiarsi la forza aveva...solo singhiozzare sapeva...
Che fare?
Come poter Norberto recuperare?

BARBAMATTONE PROPRIO NON COMPRENDEVA PERCHè NORBERTO ANDATO SE N'ERA...
DOVE CERCARLO POTEVA?
DAVVERO DISPERATO ERA...

lunedì 13 maggio 2013

BARBAMATTONE E NORBERTO

LE PINNE DOVETE CALZARE POICHè PER MARI DOBBIAMO ANDARE!
SUL VASCELLO DI BARBAMATTONE VI VOGLIO PORTARE E UNA DELLE SUE AVVENTURE RACCONTARE!

Che Barbamattone era un valoroso capitano dovete sapere ma che era anche estremamente prepotente a mente tenere.
La sua ciurma lo temeva e ad ognuno di loro timore incuteva.
Un cappellaccio rosso in testa portava e delle braghette a righe celesti indossava.
A vederlo buffo pareva ma farglielo notare una buona idea non era.
Permaloso e assai scontroso di certo non aveva un animo scherzoso.

Sempre come lui voleva si doveva fare e nessuno idea poteva fargli cambiare.
Ordini da mattina a sera dava e puniva chi non li rispettava.
I suoi scagnozzi dei tipacci erano e briganti parevano.
L'acqua certo la amavano ma non per lavarsi la usavano.
Di topo odore facevano e chiunque li annusasse stendevano!
Insomma un vascello ben poco rassicurante il loro era e chiunque per mari timore ne aveva.
Tutti le imprese di Barbamattone conoscevano e dei tesori da lui conquistati a conoscenza erano.

La gloria per mare aveva ed il numero uno era ma c'era una cosa che fare non sapeva;
agli altri la libertà non concedeva e come suoi oggetti li riteneva.
Chi più di tutti le spese di questo caratteraccio faceva un piccolo drago era.
Norberto si chiamava e nella stiva rinchiuso stava.
Barbamattone bene a quella creatura voleva ma di certo dimostrarglielo non sapeva.
In una delle sue missioni lo aveva catturato e successicvamente ammaestrato.
Il suo unico amico era ma nessuna libertà gli concedeva.
Norberto tutto ciò che voleva Barbamattone doveva fare e mai fuori dalla gabbietta poteva stare.
Per le coccole fuori veniva tirato ma poi lì dentro rigettato.
Aveva a parlare imparato ma non gli era permesso dire ciò che nel suo cuore doveva tener celato.
Avrebbe desiderato libero stare e assieme alla ciurma scherzare ma questo non lo poteva fare.

Infatti Barbamattone nel terrore che quel drago scappasse viveva e lasciarlo libero non voleva...in prigione così lo teneva non capendo che l'affetto di quello così perdeva.
Per paura di soffrire quel capitano non permetteva al suo amico di libero gioire.
Barbamattone pensava di poter gli affetti in gabbia tenere e così per sempre con sè avere.
Di ciò che il draghetto pensava proprio non se ne preoccupava...
Che cosa del resto gli importava?
Quel poverino nella gabbia stava ed ogni suo ordine rispettava.
Non ci crederete ma davvero bene Barbamattone a quel drago voleva solo dimostrarglielo non sapeva.
Al resto della ciurma quella creatura verde e violetta enorme pena faceva e a guardarla il loro cuor si stringeva.
Ma gli ordini del capitano discutere non potevano e controllare che quella bestiola non scappasse dovevano.
Barbamattone quando ne aveva voglia nella stiva scendeva e accanto a Norberto sedeva.
Quel che sul ponte accadeva raccontava e che missioni stavano affrontando narrava.
Come avrebbe voluto Norberto coi suoi occhi poter guardare, libero volare e a quelle avventure partecipare; ma se lo provava a rivelare subito di tacere si sentiva ordinare.
Così i mesi passavano e i malumori del drago aumentavano...
Nessuna creatura può essere forzata ad in gabbia stare e ad affetto per un'altra provare.
In principio Norberto bene a Barbamattone aveva voluto ma poi quel bel sentimento al rancore aveva il posto ceduto.
Il draghetto si sentiva in catene obbligato a stare e non poteva che enorme tristezza provare...
Come poteva quel capitano pensare di potersi così il suo affetto conquistare?
Lo sanno tutti che un amico non si può obbligare a quel che si vuole fare ma libero lo si deve lasciare!

A brutte conseguenze incontro il nostro capitano andando stava ma non ci pensava...

CHE ACCADEVA? COSA NORBERTO DI FAR DECIDEVA?
:)

domenica 12 maggio 2013

LO SPECCHIO DI RE EDOARDO CROCCANTINO

ECCO! LA PUNTATA FINALE STA PER INIZIARE!
BASTA ASPETTARE!
SCOPRIAMO SE RE EDOARDO QUALCOSA IMPARò O A BASARE LA SUA VITA SOLO SULL'APPARENZA CONTINUò...

Quel re assalito dai dubbi era e che fare proprio non lo sapeva.
Continuare verso il paese degli specchi a marciare o indietro ad aiutare i suoi sudditi tornare?
Entrambe le cose non le poteva fare poichè il tempo pareva non bastare.
Se dietro all'apparenza fosse andato tardi dai suoi sarebbe arrivato.

Pensò ai sudditi che lo aspettavano e che nel suo aiuto confidavano...
Ma che avrebbero pensato se in disordine fosse arrivato?
Cosa di lui avrebbero detto se non fosse il suo aspetto stato perfetto?

Il tempo intanto scorreva e molto tempo non rimaneva...una decisione doveva prendere e smettere di attendere.
Così la sua mente in balìa delle paure decise di abbandonare e solo il suo cuore ascoltare.
Il pensiero dei suoi sudditi in difficoltà lo straziava e in tutta fretta verso il villaggio cavalcava.
Se lo avessero per il suo aspetto rifiutato lui almeno un vero re si sarebbe comunque dimostrato.
Quelli non li poteva abbandonare e pensava solo a come aiuto portare.
Un coraggio inaudito lo attraversava e alle sue paure più non pensava.
Al reame arrivava e i draghi che terrorizzavano i suoi individuava!
Contro di quelli si lanciò e la spada sguainò!

I sudditi assai stupiti erano e ai loro occhi non credevano.
Solo per loro il sovrano era tornato e per la prima volta a se stesso non aveva pensato.
Loro alla sua immagine aveva preferito ed era il dono più gradito.
Ma come contro i draghi si lanciava queste parole ad ascoltar si trovava:
"Fermo Edoardo Croccantino non far del male a quei draghi sciocchino!"
Era Bramante lì giunto per il suo piano attuare che vedeva tutto il suo progetto in  fumo andare...perchè diamine Edoardo fosse tornato si chiedeva e anche lui ai suoi occhi non credeva
Quel sovrano era deciso a i draghi ammazzare e Bramante lo doveva fermare.

I sudditi più nulla comprendevano: il sovrano prima giunto per combattere i draghi ora difendere quei mostri vedevano!
Re Edoardo  si arrestava, quelle parole ascoltava e così replicava:
"Tu cosa ci fai qui?! Non sei il sovrano di questo reame qui!
Al tuo palazzo vedi di tornare ed in faccende che non ti riguardano non ti immischiare!
Questi mostri ucciderò e i miei sudditi salverò!"
Ora Bramante non poteva più mentire e la verità doveva dire...i draghi dopotutto proteggere doveva poichè in quel pasticcio messi li aveva.
Quei mostri difendersi non sapevano ed Edoardo ad ucciderli deciso era.
Così Bramante il suo piano confessò e tutti a bocca aperta lasciò.
Edoardo Croccantino la spada a terra gettò e a quello e ai draghi di allontanarsi intimò.
Mai più li dovevano tornare e nemmeno per un istante di prendere il suo posto avrebbero dovuto pensare.
Quel reame un sovrano già aveva e lui era!
Avrebbe per i suoi la vita donato e a nessuno il suo posto avrebbe lasciato.
Il popolo fischiava e Bramante via cacciava...tanto quel re si vergognava e mai più lì tornava.

Non appena quello se ne fu andato Re Edoardo Croccantino si sentì fregato: sapeva di aver un aspetto non perfetto e pensava a che cosa i sudditi avrebbero detto...
Le lacrime cominciavano a salire e dall'angoscia si sentiva rapire.
Ma tutto l'opposto di quel che pensava doveva accadere poichè quelli il suo aspetto non sembravano neppure vedere.
Tutti ad abbracciarlo correvano ed "Evviva Re Edoardo!" dicevano.

Quel sovrano profondamente amato si sentì e quell'abbraccio gli insegnò quanto il suo aspetto poco contasse per quelli lì...
Comprese quanto tempo avesse sprecato dietro ad un terrore infondato...ciò che valeva ben altro che la sua apparenza era.
Bene i suoi sudditi gli volevano ed in lui la loro fiducia riponevano.
Re Edoardo più nessuno specchio volle che nel reame fosse portato e giurò che per nessuna ragione al mondo a viver come prima sarebbe tornato.
Da quel giorno fu un sovrano perfetto poichè mise il suo essere prima del suo aspetto.
Tutto il reame ne fu orgoglioso e non avrebbero potuto desiderare un re più portentoso!

DI COME APPARI ALLO SPECCHIO NON TI PREOCCUPARE POICHè LE PERSONE SPECIALI SOLO NEI CUORI VOGLIONO GUARDARE!
RE EDOARDO LO HA IMPARATO E VEDI BENE ANCHE TU IN ASSURDE PAURE DI NON RIMANERE INTRAPPOLATO PERCHè A NESSUNO IMPORTERà SE SEI SPETTINATO!
A NULLA UN SOVRANO IMBELLETTAO PUò SERVIRE SE NON è IN GRADO DI ESEMPI DI VALORE AI SUOI SUDDITI OFFRIRE!
A DOMANI NON MANCARE
:D