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giovedì 21 febbraio 2013

IL BARONE CELESTINO E CAMILLINO

STATE VIGILI E PREPARATI POICHè  IN UNA FAVOLA  A PUNTATE SIETE CAPITATI!
DI BARON CELESTINO STO PER RACCONTARE E DI COSA GLI CAPITò DI AFFRONTARE!

Il barone Celestino era  a capo di un villaggio piccolino.
Se ne stava sempre dentro il suo lussuoso maniero e del suo potere era assai fiero.
I suoi sudditi il suo potere rispettavano ma non grande stima per lui provavano.
Era infatti un pò un fifone e aggiungerei anche un poltrone; volentieri non faticava nè tantomeno rischiare amava.
mai niente di sua iniziativa faceva e nelle mani altrui ognni cosa riponeva.
Lui si limitava a bannchettare e ad ogni occasione festeggiare.
Su quel trono per fortuna ci si era trovato poichè suo nonno Guglielmo il prode glielo aveva in eredità lasciato.
Guglielmo il prode era il sovrano più coraggioso che lì si fosse mai conosciuto, draghi, balene e orchi aveva combattuto e la stima di tutti ottenuto; non vi era pericolo che lo spaventasse o che di affrontare rifiutasse.
Era sempre affaccendato e mai aveva l'aspetto di uno sfaticato.
Di tempo assai poco ne perdeva e tanto per il suo popolo faceva.
Il maniero lui stesso lo costruì e non si sottrasse a quella fatica lì.
Come capito avrete era ben diversa l'indole di colui la cui storia ascolterete.
Del nonno Celestino volentieri non parlava poichè inferiorità provava.
Eppure ne aveva di qualità ma non le conosceva in verità; erano assopite e dalla sua codardia svilite.
Un giovane forte e valoroso esser avrebbe potuto se solo ci avesse creduto.
Ma qualcosa in lui non andava e sul suo trono tutto il giorno stava; dalla sua finestra fuori guardava e gli altri far tante cose osservava.
Coscette di pollo e vino a volontà eran le uniche soddisfazioni per quel barone là.
Di amici umani non ne aveva e solo coi suoi servitori discuteva; erano ragazzetti cortesi e privi di pretese; ma Celestino nemmeno la loro compagnia molto amava e sempre solo se ne stava.
Una sola creatura sopra ad ogni cosa adorava anche se comunque poco se ne curava: era Camillino il suo grigio gattino, che aveva al suo fianco da quando era piccino.
Quella bestiolina tutto il giorno attorno gli stava e mai lo abbandonava; ogni tanto Celestino con una manata lo scansava poichè troppe coccole non tollerava; in fondo gli facevano piacere ma non voleva darlo a vedere.
Un giorno una delegazione di un vicino villaggio era al maniero arrivata e al barone venne presentata.
A far bella figura ci teneva ed erano giorni che si preparava; tutto il palazzo fece lucidare e un grande banchetto preparare.
Come un sovrano risoluto e coraggioso si voleva mostrare e non la realtà vedere fare.
Così durante il banchetto imprese strepitose enumerava e tanto si vantava.
Di non essere un tenerone proclamava e che le smancerie odiava sottolineava.
Ma ecco Camillino sulle sue ginocchia balzò e sul viso il suo muso strofinò; sempre la bestiola lo faceva e una tal reazione non si attendeva.
Celestino di scatto si alzò e di dosso se lo scrollò; via lo cacciò e "bestiaccia" lo chiamò.
Camillino che era davvero un dolce gattino tanta tristezza provò e a piangere iniziò.
Pensò a come Celestino lo aveva trattato e si sentiva davvero rifiutato...
Decise di andar via senza lasciare scia....un sacchettino con le sue cose preparò e dal castello se ne andò...tutto solo in una foresta si inoltrò ma aimè brutti pericoli incontrò...di ciò poi vi racconterò...
Quando la delegazione se ne andò Celestino a chiamare Camillino cominciò...ma in alcuna stanza lo trovò...
Era sparito quel piccino: "Dove sei, dove sei Camillino? Salta fuori gattino!"
Ma la bestiolina non rispondeva e nel castello nessuno lo vedeva...
Celestino era disperato...lo avrebbe mai ritrovato?

SE DOMANI TORNERETE UN ALTRO PEZZETTINO DI QUESTA FAVOLA ASCOLTERETE
:)

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