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domenica 24 febbraio 2013

CELESTINO E CAMILLINO :)

IN RITARDO SONO ARRIVATA MA SPERO SARò PERDONATA! IL FINALE DELLA STORIA VI STO PER RACCONTARE SIETE PRONTI AD INIZIARE?

Eccoci qui per scoprire cosa successe ai nostri protagonisti in quell'avventura lì.
Celestino si era alla cascina diretto più veloce di un furetto; Camillino invece era ormai alla sua sorte preparato e credeva le fauci di Occhiodibrace non avrebbe scampato.
In Celestino fiducia non aveva poichè la sua pigrizia conosceva....
Mai il suo trono avrebbe abbandonato e a salvarlo si sarebbe precipitato.
E invece stavolta si sbagliava poichè il suo padrone al primo pericolo non tentennava anzi il cavallo più forte spronava.
Quel micino voleva salvare era la cosa più importante da fare!
Tutti i luoghi dalla fata citati aveva attraversati; di pericoli tanti gliene si erano dinanzi parati ma li aveva tutti con estremo valore affrontati.
Lo avessero i suoi sudditi veduto nemmeno ci avrebbero creduto; lupi alle spalle si lasciava, paludi lugubri attraversava.
Nulla lo fermava e davvero un'altra persona sembrava.
Il tempo però amici stringeva e la fine di Camillino incombeva.
Già alcuni giorni eran passati dacchè i nostri amici eran dal destino stati separati.
Camillino enormi toponi ingurgitava e sempre più ingrassava.
Era pronto  per essere mangiato, ci avrebbe giurato.
Occhiodibrace ogni mattina in braccio con violenza lo prendeva e nell'orecchio gli diceva: "Sei ancora magrolino ma tra un pò ci siamo sciocco micino! Ancora qualche topo mangerai e nella mia pancia finirai!"
Camillino di paura tutto tremava e in alcun modo nella salvezza sperava.
Celestino neppure per mangiare si fermava e verso sera dopo giorni di viaggio aalla cascina arrivava...che posto angosciante....davvero disarmante...
E ora come agire? Che piano seguire? Occorreva una strategia ideare per nel fallimento non incappare.
Celestino decise di nascondersi e guardare e poi decidere che fare; che Occhiodibrace usciva di rado notò ma gli orari in cui era fuori di casa si annotò...alle sei del mattio ad esempio nell'orto andava e mezz'oretta ci restava, con le sue verdure parlava e poi dentro tornava.
Quello poteva essere un momento adeguato nel quale Camillino poteva essere salvato.
Celestino avrebbe potuto Occhiodibrace aggredire e magari ferire ma se poteva la violenza evitare preferiva poichè far del male proprio non lo gradiva....
Agire con furbizia la miglior cosa pareva se si poteva.
Così la notte nella radura Celestino passò e l'indomani aspettò.
Non appena Occhiodibrace nell'orto si recò il nostro eroe dalla finestra nella cascina entrò.
E vide Camillino in gabbia povero gattino...assai piangeva e di vederlo assai felice pareva. Ai suoi occhi non credeva la sua pigrizia per lui vinta aveva.
Alla gabbia Celestino si avvicinava e il suo amico a liberare si apprestava; qualcosa però storto andò e Occhiodibrace inaspettatamente rientrò.
Celestino dietro un mobile si nascondeva e persino di respirare temeva!
E ora davvero che fare? Come Camillino salvare?
Occhiodibrace il gattino dalla gabbia sfilò e forte forte lo sbatacchiò; al calderone che bolliva si avvicinò e a gettarvi dentro Camillino si preparò; ma ecco Celestino in difesa del suo gattino dal nascondiglio uscì e un sacco in testa gettò a quello lì...l'orribile cratura fu disorientata e si sentì spaesata; che stesse accadendo non comprendeva e grida emetteva.
Camillino un graffio gli mollò e in braccio a Celestino si gettò...i due fuori corsero a perdifiato e salirono sul cavallo sellato...quando Occhiodibrace dalla cascina infuriato uscì eran già lontani quei due lì! Camillino ancor non ci credeva e la gioia non conteneva.
Quando al villaggio furon tornati tutti li accolsero esaltati.
Da Occhiodibrace era Celestino scampato e tanti pericoli affrontato; il popolo era estasiato e di avere quel re grato!
Nessuno un uomo più valoroso ora poteva trovare e a suo nonno davvero lo si poteva paragonare.
Da queldì non conobbe più timore quel barone lì; il suo gattino lo aveva aiutato e il coraggio aveva ritrovato.
Mai a Camillino una carezza più negò e il suo affetto sempre gli dimostrò.
Fu un sovrano coraggioso con un cuore generoso; il meglio che si  potesse desiderare, come mai nessuno avrebbe creduto potesse diventare.

COSì DUE IMPORTANTI LEZIONI CELESTINO IMPARò E MAI LESCORDò: CREDENDO NELLE PROPRIE POTENZIALITà NON TEMETTE PIù ALCUNA DIFFICOLTà; DI DIMOSTRARE AFFETTO MAI DIMENTICò E IL SUO CAMILLINO PIù NON LO LASCIò.
DOMANI UN'ALTRA STORIA VI RACCONTERò E SPERO DIVERTIRVI VI FARò:)

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