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sabato 6 luglio 2013

NEL REGNO DI RE GIOVANNI SEMOLINO

DALLA SCONFITTA DEI CAVALIERI RIPARTIAMO E CHE SUCCESSE SCOPRIAMO!
SI POTEVA ANCORA QUALCOSA FARE O ERA TARDI PER POTER QUEL GIGANTE ALLONTANARE?

Così i cavalieri al reame tornavano ed avvilitissimi sembravano.
Dalla loro espressione già si vedeva che qualcosa essere andato storto doveva.
Re Giovanni incontro a quelli andava ed immediatamente a che potesse esser successo pensava.
Quelli per filo e per segno tutto gli narravano ed assai lo sconfortavano.
Che fare ora nemmeno lui lo sapeva ed un bel problema era.

Come fosse possibile che il gigante non avessero fregato ognuno di loro se l'era domandato ma una risposta non aveva trovato.
Probabilmente molto più astuto era di come a loro pareva.
Il suo bottino difender voleva per questo lontano dalla tana li teneva.
Non ci sarebbero più potuti tornare...quel piano non poteva funzionare.
Anche perché di certo ora il gigante le spalle si guardava e molto più di prima dubitava.
Quindi gli occhi ben aperti avrebbe tenuto...era evidente...non era uno sprovveduto.
Ma occorreva sapere se i bimbi ancor interi erano o se nella pancia del gigante finiti erano.

Questo nessuno lo sapeva poiché il gruppo dei cavalieri veduti non li aveva.
Quindi l'ansia aumentava ed ogni genitore fortemente si disperava.
Che cosa di quei piccini ne era stato?
Ne avrebbero qualcuno ritrovato?
La speranza c'era ma assai debole pareva...anche perché se non li aveva presi per mangiare che cosa se ne poteva di quei piccolini fare?
Le domande tante erano e le risposte quelli del reame non conoscevano.
I cavalieri in gran segreto col sovrano una riunione facevano e sul da farsi discutevano.

Ma vi era qualcuno che alla riunione, nascosto dietro a una libreria, assisteva e un'idea si faceva.
Re Giovanni un figlioletto aveva che assai coraggioso era.
Giulietto si chiamava e mai fermo se ne stava.
Otto anni aveva ma nessun pericolo temeva; spesso il suo papà faceva arrabbiare poiché in ogni genere di avventura si amava lanciare pensando che il pericolo non lo potesse nemmeno sfiorare.

Quei cavalieri di ripartir l'indomani decidevano e così la riunione chiudevano.
Alla tana sarebbero tornati e stavolta armati!
Il tutto occorreva tentare...ci si doveva di quel mostro liberare; non si poteva andare avanti così o avrebbe distrutto l'intero reame quello lì.
A dormire quel gruppo di eroi andava poiché  il giorno dopo  un'ardua impresa li aspettava.
Ma Giovannino un'altra idea aveva!
Lui solo andar dal gigante voleva.
Se lo avesse da solo sbaragliato e gli altri bimbi liberato un eroe sarebbe diventato.

Più nella pelle non stava e uno zainetto si preparava.
La notte intanto era calata e su tutto il regno la luna brillava.
Il gigante il regno come al solito visitava e via Isidora si portava.
Un'altra bimba rapita aveva, la disperazione cresceva.
Non appena Giovannino lo vide con Isidora via andare cercò di calmo restare; quel bimbo a seguirlo si metteva e mai di vista lo perdeva.
Così alla tana di quello arrivò ed un momento si fermò.

Per Giovannino un momento importantissimo era poiché divenir un eroe poteva; ora però che quell'omone da vicino vedeva un po' di paura ne aveva.

COSA GIOVANNINO IN MENTE AVEVA?
DI AGIRE DECIDEVA?
E I CAVLIERI CHE FACEVANO QUANDO DELLA SCOMPARSA DEL FIGLIO DEL RE CONTO SI RENDEVANO?
:)

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